Finanziaria 2018, chi pagherà i tagli da 85 milioni Comuni, enti culturali, trasporti, Ersu ed ex Pip

Da una cauta soddisfazione all’ansia di vedere paralizzate le proprie attività. È cambiato bruscamente lo stato d’animo dei rappresentanti dei teatri e degli enti culturali siciliani. A preoccupare, fino a mettere in dubbio la prosecuzione di molte attività, sono le modifiche che il governo regionale ha apportato alla Finanziaria e che prevedono tagli pari a 85 milioni di euro solo nel 2018, cioè il 10 per cento dell’importo totale della legge di stabilità. Tra i più penalizzati c’è il settore delle attività culturali, degli spettacoli e del turismo: in totale in questi ambiti le riduzioni ammontano a quasi dieci milioni di euro. Va peggio per le attività e per le categorie che dipendono dal dipartimento Famiglie, Politiche sociali e lavoro: qui il taglio supera gli undici milioni. Riduzioni che, in una prima fase, non erano state previste. Rimane invece l’incremento da 60 milioni di euro nel 2018 per il settore dei forestali che passa da 70 a 131 milioni di euro. 

Ma ci sono possibilità di riduzione del mega taglio? Il governatore Nello Musumeci guarda alla discussione che, nell’apposita commissione, si dovrà fare sull’intero bilancio della Regione: «I tagli sono ovunque, non solo alla cultura, è un bilancio ingessato, un bilancio impossibile – ha detto pochi giorni fa – Sono convinto che in sede d’esame troveremo, con la complicità piacevole delle forze parlamentari, il modo per ridurre i tagli perché la cultura assieme alle politiche sociali, alle infrastrutture, alla politica del turismo non possono e non devono essere penalizzati. Si però sappia che la spesa pubblica non può più essere il pozzo senza fondo, ormai siamo arrivati al collasso». 

Una platea di centinaia di migliaia di siciliani spera nel volere del presidente. In caso contrario, a pagarne le conseguenze, saranno numerosi settori. A cominciare proprio da cultura e spettacoli. Questi al momento alcuni dei tagli: – 602mila al Fondo per gli eventi artistici e musicali proposti da fondazioni, teatri stabili e comunali; – 241mila euro allo Stabile di Catania; – due milioni al Teatro Massimo Bellini di Catania (taglio che secondo i sindacati porterà alla paralisi delle attività, perché non bastano i soldi per pagare i dipendenti); – 600mila al teatro Vittorio Emanuele di Messina; – 376mila al Biondo di Palermo; – 90mila all‘Istituto nazionale del dramma antico di Siracusa che organizza le tragedie greche; – 37mila al Brass Group di Palermo; – 196mila al Taormina Arte; – 40mila euro alle Orestiadi di Gibellina; – 1,2 milioni per l’orchestra sinfonica siciliana; un milione in meno per il teatro Massimo di Palermo; – 1,1 milioni per il Fondo unico regionale per lo spettacolo.

«Eredito una situazione precedente – commenta a MeridioNews il neo assessore ai Beni culturali Sebastiano Tusa, il sostituto di Vittorio Sgarbi – non ho parlato con il presidente e con l’assessore Armao dei tagli. In questa finanziaria c’è, però, una norma molto positiva per il settore culturale: e cioè che tutti gli introiti derivanti dai musei e dai siti culturali rimarranno a disposizione del nostro dipartimento. Questo significa che non saremo più il bancomat per le altre attività. Mi auguro che i tagli apportati da questa finanziaria potranno in parte essere integrati grazie a questa positiva novità». 

Non va meglio al settore Famiglia, politiche sociali e lavoro: per i Comuni sono previsti tre milioni e mezzo in meno di trasferimenti, di cui 1,4 milioni che erano destinati ai cantieri di servizio per il reddito minimo d’inserimento e 2,1 per il sostentamento dei minori mandati dall’autorità giudiziaria nelle comunità alloggio. A 1,7 milioni ammonta il taglio per le comunità alloggio dei pazienti degli ex ospedali psichiatrici giudiziari. Quasi 4 milioni e mezzo vengono decurtati dal fondo per la fuoriuscita dei dipendenti ex Pip di Palermo. Una miriade di piccoli tagli riguardano il mondo dell’antimafia: – 65mila euro per le associazioni antiracket; -15mila per la formazione degli orfani vittime della mafia; -38mila per l’assunzione dei familiari delle vittime di mafia in enti pubblici; – 22mila per il fondo per le parti civili nei processi di mafia; – 54mila euro per il tagli delle tasse agli imprenditori che denunciano il pizzo. 

Pagano pure gli Ersu, gli enti che dovrebbero garantire il diritto allo studio e che erogano le borse di studio agli universitari: -1,8 milioni per gli enti di Palermo, Catania e Messina; altri 572mila euro sono sottratti ai consorzi universitari che gestiscono le sedi distaccate degli atenei siciliani; -3,7 milioni per i percorsi di istruzione e formazione professionale afferenti all’obbligo scolastico.

Un quarto delle riduzioni – pari a 23,6 milioni di euro – è a carico del trasporto pubblico locale (cioè soprattutto le autolinee in concessione e le autolinee granturismo). Per quanto riguarda il turismo circa 900mila euro vengono tolti dal fondo destinato ai consorzi di Comuni che sostengono gli aeroporti di Trapani Birgi e Comiso; 1,2 milioni in meno anche per la promozione del movimento turistico verso la Regione e il turismo interno. Penalizzate le isole minori: – 900mila euro per il trasporto dei rifiuti via mare; e – 135mila euro per il contributo alle mamme che vanno a partorire sulla terraferma. 

Tagli di oltre mezzo milione di euro pure per i fondi legati agli interventi successivi a calamità naturali e al consolidamento di zone franose. I parchi e le riserve naturali riceveranno 1,5 milioni di euro in meno; – 600mila euro all’istituto regionale della vite e del vino; -204mila per il consorzio per la ricerca sulla filiera latteo casearia; -232mila per l’istituto incremento ippico di catania; – 344mila euro per l’istituto zootecnico sperimentale di palermo

Oggi pomeriggio è scaduto il termine entro il quale i deputati regionali avrebbero potuto presentare emendamenti alla Finanziaria in commissione Bilancio. Il presidente Riccardo Savona ha convocato la commissione fino a venerdì con l’obiettivo di approvare la legge di stabilità nei tempi stabiliti dalla capigruppo. In aula i documenti contabili e finanziari arriveranno la prossima settimana, dovranno essere approvati entro il 30 aprile, quando scadrà l’esercizio provvisorio.


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