Finale malinconico di un sottosegretario

Il destino in un nome: le dimissione del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Carlo Malinconico, sembrano il triste segnale (almeno per certi potenti) che una razza è entrata in via di estinzione. Come era già successo non tanto tempo fa al Ministro di Berlusconi, Claudio Scajola, per l’appartamento che gli avevano pagato “a sua insaputa” a Malinconico è sembrato scontato reagire alle rivelazioni sulle sue vacanze di lusso pagate allo stesso modo: “Non sapevo… Avevo chiesto solo una prenotazione”.
Ma che volete su, siate comprensivi: era il 2008, anni di spensieratezza dove i potenti d’Italia ‘a loro insaputa’ venivano foraggiati così, perché erano simpatici a certi imprenditori, non certo per aver in cambio di favori. Malincolico, insistendo nella sua difesa, ha detto che lui non ha mai fatto alcun favore a quel costruttore… Capito? Quindi se ad un potente con funzioni di amministrazioni pubbliche gli pagate le vacanze di lusso e poi quell potente non ti fa alcun favore, tutto resta regolare
Il problema ovviamente è ‘malinconicamente’ culturale anche se in Italia c’è ancora chi si ostina a ripetere che la colpa è solo del ’berlusconismo’. Il fenomeno è invece trasversale: all’epoca delle ’vacanze gratis’ Malinconico lavorava per Prodi, il sistema si è adeguato. Il potente in Italia è tale solo se tutti lo servono senza che lui ‘lo sappia’. Perché per avere i favori del potente lo si deve ’compensare’ ma senza aspettarsi alcuna richiesta, la si deve appunto anticipare. Nel caso di Malinconico, poi, il politico di turno voleva solo essere aiutato a prenotare
Ci spiega chiaramente come funziona il sistema lo stesso imprenditore Francesco Maria Piscicelli, durante la telefonata al direttore dell’albergo di lusso dell’Argentario mentre gli chiede chissà “quale grattacielo” potrà costruire con la benedizione di questo potente da coccolare. Gli risponderà l’altro che “Fa parte dei giochi che vuoi fare…. Di qualsiasi colore siano poi… almeno lui è simpatico”.
’Fat Cats’, gatti ingrassati vengono chiamati negli Stati Uniti quel gruppo di politici, lobbisti e imprenditori che si scambiano favori gratis. Ma quando vengono pizzicati da una stampa vigile – che non ha bisogno di aver passate registrazioni della magistratura per accorgersi di chi approfitta di una carica pubblica per mettersi all’ingrasso – si dimette e basta, senza fare ridicole sceneggiate nello stile “non sapevo”.
Ora il vice Ministro si è dimesso e il capo del Governo Mario Monti ha apprezzato il gesto. Poteva però risparmiarsi la figura ridicola, con quelle assurde giustificazioni che suonano quasi sprezzanti: come se tutti gli italiani fossero servi imbecilli. Purtroppo sospettiamo che di Malinconici del bel tempo che fu, in Italia siano ancora piene le stanze del potere. Monti, quando ha scelto il vice, avrà valutato gli incarichi di potere e influenza da lui ricoperti fin dagli anni Novanta: come vice Presedente del Consiglio avrebbe usufruito di un ‘super tecnico del Palazzo’ adatto al suo nuovo governo, un uomo di potere trasversalmente già rodato alla politica, fin dal suo primo incarico nel governo di Dini. Un uomo, cioè, che sa come funzionano le cose in Italia.
Questa vicenda potrebbe essere l’inizio della fine dei ’gatti ingrassati’. Lo speriamo quando vediamo il Presidente del Consiglio che prende il treno facendo la fila per tornare a Milano: cerca forse di segnalare così agli italiani che l’epoca del “lei non sa chi sono io” è in declino?
Proprio mentre sto scrivendo queste righe, in New Hampshire ha inizio la prima vera tappa delle primarie repubblicane (i caucus dell’Iowa sono piú un circo mediatico che di peso politico). Ecco, non tutti gli aspetti della politica americana possono assurgere a modello per l’Italia, ma se c’è uno strumento funzionale al sistema politico degli Stati Uniti per la selezione della sua leadership che andrebbe subito copiato, sono sicuramente le primarie.
Queste non servono solo a scegliere chi sarà il nuovo inquilino della Casa Bianca, ma praticamente ogni carica elettiva federale e nei cinquanta Stati dell’Unione, fino al più piccolo Comune. Le primarie sono il filtro migliore per far sì che i cittadini si rendano conto delle capacità e delle idee di chi aspira alle cariche pubbliche, ma soprattutto a verificarne l’integrità caratteriale e capire se e quanto bene si adatta al servizio pubblico. Le primarie servono soprattutto a scavare nel passato di ogni candidato e scartare chi non dimostra di possedere certi requisiti.
Tra i candidati repubblicani che oggi si afffrontano in New Hampshire, essendo queste delle primarie vere, non mancano i colpi bassi: i giornali per mesi continueranno a pubblicare informazioni dettagliate su punti di forza e debolezze di ogni aspirante. Nel complesso sarà veramente difficile che un candidato possa arrivare alla fine a tagliare il traguardo della nomination e tentare di conquistare la Casa Bianca con gli ’scheletri’ sul passato ancora nascosti. Quando sa di averne, allora il candidato gioca di anticipo, è lui a rivelare gli ’errori’ del passato: come per esempio capitò a George W. Bush che rivelò di un suo arresto per ubriachezza prima che lo facesse la stampa.
Ma soprattutto è un fatto che ogni politico che aspiri a mantenere o elevare una carica pubblica debba sottoporsi al ’filtro’ delle primarie, li manterrà allerta contro i tentativi di corruzione e simili. Certamente i politici americani sanno che farsi comprare un appartamento ’senza saperlo’ o pagare la vacanza ’senza volerlo’ potrebbe essere fatale per un Presidente in carica.
La corruzione pubblica diminuisce con il controllo degli elettori sugli eletti, e le primarie servono soprattutto a questo. Quindi, non vediamo l’ora di avere Pierluigi Bersani, Walter Veltroni, Nichi Vendola, Antonio Di Pietro e chissà chi altri (un’altra regola: nessuno escluso!) battagliare nelle primarie per il centrosinistra, cosí come un Angelino Alfano, Pierferdinando Casini, Francesco Rutelli, Gianfranco Fini lottare per la testa del centrodestra. Anche in Italia ci vogliono primarie aperte a tutti, e per tutte le cariche istituzionali. Siamo sicuri che diventerebbe poi molto più complicato comprare al potente di turno ’senza che lui lo sappia’ appartamenti o soggiorni in alberghi lussuosi.

Già pubblicato su www.lindro.it

 

Stefano Vaccara

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