Piazza Carlo Alberto non supera i primi test sulla separazione dei rifiuti. Tanti commercianti hanno disatteso l'ordinanza del sindaco Enzo Bianco, molte le lamentele«Sono arrivati all'improvviso con i sacchetti», svela il banconista di un chiosco. Problemi e incuria anche per l'utilizzo delle nuove pattumiere. Guarda le foto
Fiera, caos dopo l’avvio della raccolta differenziata «Secondo il Comune bastano le buste per partire?»
Quando gli operatori commerciali di piazza Carlo Alberto stanno smontando bancarelle ed espositori sono da poco scattate le 14. Al posto delle vuciate si sente il rumore di lamiera degli ombrelloni che vengono caricati sui furgoni. Sembra una scena classica del mercato rionale, ma qualcosa dovrebbe essere cambiato rispetto al solito. Il riferimento è alla raccolta dei rifiuti perché alla fera ‘o luni è ufficialmente partita la raccolta differenziata. Tutto deve essere separato, con particolare attenzione a organico, indifferenziata e cartone. Ma la scena che abbiamo davanti sembra sempre la stessa: una distesa di immondizia abbandonata. A poco, almeno in questo inizio di servizio, sembra essere servita l’ordinanza firmata dal sindaco Enzo Bianco. Un documento che fissa alcune linee guida tra cui quella del «divieto d’abbandono dei rifiuti in maniera incontrollata».
«Sono arrivati all’improvviso con delle buste. Le hanno distribuite e così per il Comune è partita la raccolta differenziata». Parola di un banconista di uno dei chioschi della piazza. A regnare sovrana per il lavoratore sarebbe «la confusione». Il motivo? «In questo posto nessuno è preparato per separare in maniera dignitosa i rifiuti». L’uomo lamenta anche di non avere ricevuto le buste, ma «io ormai cerco di suddividere tutto – spiega – perché sono abituato a farlo a casa mia. Qui alla fiera, però, è diverso». Tra chi vende pesce, ortaggi e carne, la zona più sporca e con più resti a terra è quella a pochi passi dalla chiesa della madonna del Carmelo.
In pochi hanno rispettato un altro passaggio dell’ordinanza che disponeva di «impilare l’una sull’altra le cassette di legno e plastica». Qualcuno le ha lasciate disposte in maniera disordinata a terra e, quando arrivano gli operai per lo smaltimento, sono costretti a revisionarle singolarmente. In mezzo ci sono i resti della frutta ma anche qualche busta di plastica con dentro spazzatura abbandonata. L’indifferenziata, accumulata dentro i sacchi neri, finisce dentro piccoli autocompattatori che si muovono velocemente e trasferiscono il loro contenuto dentro automezzi più grandi.
In diversi punti della piazza ci sono anche i nuovi cassonetti in lamiera, che hanno preso il posto dei vecchi contenitori spesso riempiti all’inverosimile di rifiuti. «Ma, secondo lei, chi lavora alla fiera ha il tempo di spostarsi e andare a buttare le cose in questi cassonetti?», risponde un venditore. In realtà però qualcuno ha deciso di utilizzarli. E basta guardarli, senza bisogno di premere la pedaliera che serve per aprirne la copertura, per capire che dentro c’è finito di tutto. In un bidone dell’indifferenziata, come dimostrano le foto, ci sono cartone, plastica e anche un sacchetto con l’immondizia prodotta da qualche famiglia della zona. A poco servono i colori e le specifiche indicazioni su quello che bisogna conferire all’interno.
A controllare la situazione c’è una pattuglia dei vigili urbani. Ma si occupano più che altro del traffico veicolare. La zona è chiusa e dentro non potrebbe muoversi nessun mezzo. Qualcuno viene pure multato per aver parcheggiato grossi furgoni in via Teocrito. Ma per strada mancano i segnali che vietano il parcheggio. «Dobbiamo far ripristinare la segnaletica», dice un agente a un collega. Un attimo dopo si avvicina il proprietario dei mezzi. «Mi avete fatto la multa?», domanda. «Li sposti subito e la togliamo», risponde quello che sembra un ispettore in abiti borghesi.