Festa di Sant’Agata, l’isola di legalità si farà Niente magliette per paura di disordini

«Il nostro appello è stato accolto, e l’isola di legalità la sera del 5 febbraio in piazza Cavour ci sarà». Renato Camarda, promotore del Comitato per la legalità nella festa di Sant’Agata, esprime la sua soddisfazione per quanto deciso martedì 29 gennaio dal Comitato per l’ordine e la sicurezza nella tradizionale festa per la patrona di Catania. «Una novità, un evento senza precedenti che la società civile venga ricevuta in prefettura per parlare della sicurezza nella festa. Una vittoria per le associazioni che fanno parte del comitato», afferma il portavoce.

Un «momento solenne» quello vissuto da Camarda e altri tre membri del comitato, Maria Teresa Ciancio, Nunzio Famoso e Marcello Gurrieri. Perché insieme al prefetto Francesca Cannizzo, «che ha creduto molto nel nostro coinvolgimento», c’erano anche il sindaco Raffaele Stancanelli, il cerimoniere comunale Luigi Maina, il parroco della cattedrale monsignor Barbaro Scionti, oltre ai vertici della polizia di stato, dei carabinieri, della guardia di finanza e della polizia municipale. E i membri del comitato, ottenute le rassicurazioni sulla fattibilità dei loro intenti, hanno dovuto cedere su un solo punto: «Non potremo fare un presidio riconoscibile, indossando delle magliette come avevamo programmato, per non causare ulteriori tensioni all’interno della piazza, dove i rapporti tra commercianti con licenza e senza licenza sono comunque consolidati», spiega Camarda. Mentre ieri il sindaco Stancanelli ha annunciato che la tradizionale fiera di Sant’Agata non si farà per le minacce ricevute dai responsabili della ditta che la stava allestendo, il cammino verso la piena legalità della festa è ancora in salita.

«Questo è un primo passo verso la legalità, e mi aspetto torcioni accesi solo nelle aree preposte e l’assenza dei venditori abusivi – sottolinea Camarda – Tutto questo servirà a far emergere il paradosso di una festa dove la legalità si fa rispettare in un solo luogo, perché nel resto della città l’illegalità regna sovrana». Ma la priorità del comitato, «rimane il regolamento della festa che manca, in prefettura abbiamo sottolineato il bisogno di risposte sulla presenza della mafia, specie sulla gestione delle candelore», riferisce Camarda. «Le forze dell’ordine, stanno già attuando piani di prevenzione, ma in una città dove ci sono oltre millecinquecento abusivi, secondo i dati di Confcommercio, ogni giorno bisogna attuare una prevenzione nel corso di tutto l’anno. Non si può risolvere tutto con le forze dell’ordine».

Il comitato, che raggruppa le associazioni AddioPizzo CataniaBanca etica della Sicilia orientaleCope (Cooperazione paesi emergenti), CittàinsiemeFondazione FavaLiberaMani Tese SiciliaMovi (Movimento di volontariato italiano) e Pax Christi, «farà un bilancio di come è andata dopo la festa», preannuncia Renato Camarda. Che conclude con una riflessione: «Se la festa di Sant’Agata è così identificata con l’identità catanese ed è marchiata di illegalità, lo è anche la realtà catanese».

[Foto di Pat Ferro]


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Mancano i soldi e al Borgo non ci saranno i botti e salterà pure la tradizionale fiera («Siamo stati minacciati», dice Stancanelli), in compenso «l'isola di legalità in piazza Cavour si farà». Ad annunciarlo è il portavoce del Comitato che si propone di vigilare sulla festa di Sant'Agata, Renato Camarda, che martedì è stato ricevuto in prefettura dai vertici politici e delle forze dell'ordine cittadine che hanno garantito: «Il 5 febbraio nella piazza non ci saranno abusivi». Gli obiettivi principali restano però «la stesura di un regolamento e avere risposte sulla presenza della mafia nella festa»

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