Fare turismo tra alcol, violazioni e disagi «Il centro non è il salotto buono della città»

Una città con «un indice di gradimento altissimo. Per le strutture, non grazie ai servizi». Il ritratto in chiaro scuro di Catania viene dalla categoria più vicina ai turisti, i piccoli albergatori. «Il centro non è il salotto buono della città», attacca Giuseppe, titolare di una struttura nei dintorni di piazza Teatro Massimo. Accanto a lui, i colleghi Carlo, Santo e Valeria annuiscono. «Esistono ordinanze sindacali che dovrebbero regolamentare la movida», molte puntualmente disattese. Quella che reca i maggiori disagi pratici, probabilmente, è legata alla Zona a traffico limitato. Varchi, telecamere, richieste di autorizzazioni: tante novità introdotte dalla passata amministrazione guidata dall’ex sindaco Raffale Stancanelli, ma violate nella pratica odierna. «La ztl viene rispettata solo dai residenti e dai clienti», afferma Valeria, anche lei con un’attività nel pieno della zona. I turisti sono tenuti a consegnare i documenti relativi all’auto da autorizzare, «ma spesso vengono bloccati dagli operatori. Quindi mi chiamano e devo spiegare che tutto l’iter è stato fatto», racconta Giuseppe.

Altro problema è strettamente legato proprio alla movida. O, almeno, alla sua evoluzione negli anni. «Non era così un tempo», ricorda l’albergatore, «e le regole nazionali non vengono rispettate». Su tutte, la somministrazione di alcolici a minorenni – «scoppiano risse tra ragazzini ogni fine settimana» – e la vendita di bevande in bottiglie di vetro. Oggetti, questi, doppiamente pericolosi: per il loro potenziale uso come eventuale arma e per l’impatto sull’ambiente. Terzo elemento collegato al consumo di bevande è il mancato rispetto del divieto di vendita di alcol dopo le 3 di notte. «A volte rimangono persone in giro anche dopo l’alba», lamenta Santo. Che, pochi giorni fa, ha avuto uno screzio con un gruppetto che aveva deciso di intrattenersi sotto il balcone del suo b&b fino alle 7 del mattino. «Abbiamo chiamato la polizia e i carabinieri – spiega – ma non intervengono più».

Il giorno si affaccia sulle vie del centro storico invase da rifiuti, vomito, cocci, bidoni dell’immondizia (anche se «i ristoratori non possono lasciarli fuori», tengono a precisare gli albergatori). E a svegliare residenti e turisti contribuisce anche chi si occupa delle pulizie. «Da qualche tempo la ditta comunale si è dotata di soffiatore, uno strumento che non può essere usato in città perché supera i decibel ammessi», dichiara Giuseppe. «Passano tra le 5 e le 8», chiarisce. «Ho chiesto per quale motivo non usano più le vecchie scope, mi hanno risposto che lo fanno per via delle macchine parcheggiate». Così tra le strade che costeggiano le vie del centro a echeggiare è il rumore assordante del macchinario.

«Alcuni turisti si rifiutano di pagare la tassa di soggiorno», afferma quasi scoraggiato Santo. «Si chiedono per quale motivo dovrebbero farlo». E i quattro rappresentanti della piccola imprenditoria sembrano non riuscire a trovare un motivo per dare loro torto. «Chi vuole lavorare onestamente non può farlo – concludono – è terra di nessuno».

Carmen Valisano

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