Stamane a Palazzo dei Normanni si è discusso nuovamente del futuro dei lavoratori che chiedono da tempo certezze per il loro futuro e il riconoscimento di alcuni istitutì come la maternità e la 104. Loro non vogliono scendere in piazza e creare disagi alla collettività e, anzi, vogliono dimostrare di non essere «fannulloni come spesso sono additati»
Ex Pip, oggi l’incontro in Commissione «Vogliamo una collocazione definitiva»
Minacciano nuove proteste i lavoratori ex Pip di Palermo che chiedono il riconoscimento di istituti come la maternità o la 104 che da qualche tempo gli sono stati negati. Ma la vera preoccupazione dei dipendenti, oggi scesi da oltre tremila a 2.600 unità, riguarda il loro futuro, dopo il progetto del governo regionale che ha come obiettivo la stabilità occupazionale e la fuoriuscita. Proprio oggi, durante i lavori della commissione Bilancio all’Ars, i sindacati hanno affrontato alcune delle difficoltà lamentate dai lavoratori: tra queste, anche il problema del pagamento del sussidio di gennaio. La Uiltucs Sicilia guidata da Marianna Flauto, ha chiesto al presidente della commissione, Vincenzo Vinciullo, «di iniziare sin da ora un ragionamento serio e proficuo su questo bacino di lavoratori, tenendo conto delle risorse finanziarie a disposizione, che possa raggiungere l’obiettivo di una definitiva e stabile collocazione in maniera produttiva ed efficiente per tutta la collettività. lavoratori non vogliono scendere in piazza e creare disagi alla collettività e vogliono dimostrare di non essere fannulloni come spesso sono additati».
Secondo Flauto, questi lavoratori operano in diversi enti e assessorati regionali, e in molti casi sono diventati indispensabili, come per esempio all’ospedale Civico dove svolgono le attività più svariate, dal portierato alla manutenzione degli immobili, agli addetti negli uffici amministrativi. Tutte mansioni, «necessarie che non potrebbero sicuramente essere svolte da altri se non con costi notevolmente superiori». La Uiltucs spiega quindi che questo bacino può essere impiegato allocando al meglio le risorse umane secondo le loro attitudini, esperienze professionali e secondo il titolo di studio. «Basti pensare a tutti coloro che, a differenza di quello che si pensa, posseggono titoli professionali e la laurea ma anche a tutti coloro che possono svolgere mansioni tecniche e di manutenzione ordinaria e straordinaria (idraulici, falegnami, elettricisti)». L’obiettivo, ad ogni modo, è di evitare proteste eclatanti quando tra qualche tempo scoppierà l’emergenza, per questo la Flauto ritiene «opportuno preparare sin da ora le basi per un progetto serio di ottimizzazione delle risorse secondo principi di efficienza».