«Vogliamo che la città sappia come stanno le cose. L’incontro di oggi è un’operazione-verità, non serve a puntare il dito contro i morosi, ma vogliamo mettere tutti in condizioni di capire». È duro il tono del sindaco Leoluca Orlando, che questo pomeriggio ha commentato insieme all’assessore al Bilancio Antonio Gentile lo studio dettagliato sull’evasione delle tasse comunali a Palermo. Un dato che è decisamente allarmante: su quasi 294 mila utenze domestiche il 37,46 per cento sono morosi, mentre su un totale di oltre 51 mila utenze non domestiche, il dato si fa più allarmante e la percentuale di morosi supera il 61 per cento. La situazione peggiora quando si guarda a bar, pasticcerie, ristoranti e in genere ad attività di tipo alimentare e gastronomico, dove i dati relativi alle morosità sono addirittura più alti. «Questa evasione è concentrata soprattutto in zone della città che potrebbero permettersi di pagare, zone come via Libertà per intenderci – spiega l’assessore Gentile – Zone per cui non pagare è un’aggravante».
Nei quattro mandamenti del centro storico, ad esempio, solo un’impresa su cinque ha pagato nel 2016 la tari, cioè la tassa sui rifiuti, destinata – almeno in teoria – a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dell’immondizia. Lungo il solo asse di via Libertà, per esempio, solo il 40 per cento delle imprese ha regolarmente pagato l’imposta, mentre i residenti sono tre su quattro. Nei quattro rioni che costituiscono il centro storico non sono stati pagati complessivamente 4,2 milioni di euro. un dato che aumenta e arriva addirittura a 6,7 milioni di euro spostandosi nell’area centro-nord della città. un dato inferiore, invece, nelle borgate marinare di Sferracavallo e Mondello, dove la morosità si ferma a 2 milioni, ma sale di nuovo a 3,6 andando a guardare nel dettaglio l’area della Costa sud. A fare lievitare le cifre sono soprattutto le morosità riconducibili a utenze non domestiche.
«Palermo in questo periodo è in pieno boom turistico, basta girare nelle zone rappresentative per rendersene conto – torna a dire l’assessore Gentile – Eppure il numero di ristoranti e bar che non pagano la tassa è impressionante. E parliamo di zone in cui non si può dire che non passi un’anima via». Alla Kalsa su 49 ristoranti ben 45 non hanno pagato, Monte di pietà si ferma a quota 27, la zona Croci-Ruggero Settimo a 58, mentre a Borgo Vecchio a non pagare nel 2016 sono state 54 attività su un totale di 56. Praticamente tutti. Gli importi non pagati ammontano complessivamente al 90 per cento, un dato che fa impressione. «La domanda da porre è: come ha fatto finora il Comune a mantenere questo servizio? Che può essere sicuramente migliorato, ma che devono comunque pagare i cittadini e non lo stanno facendo. Prima di criticare il mancato adempimento della Rap, che ci sta, bisogna guardare in casa propria», ammonisce Gentile.
«Il servizio di raccolta rifiuti rischia di avere delle défaillance proprio perché non ci sono le risorse, la gente non paga. I cittadini non hanno creato le condizioni perché il sevizio funzionasse – riprende a dire Orlando – Così non si può andare avanti, invitiamo ogni cittadino a fare la propria parte, pagando ciò che è dovuto. Non è una denuncia quella di oggi, quello che dovevamo accertare lo abbiamo accertato con queste verifiche. Vogliamo che si comprenda che le difficoltà ci sono non per una cattiva amministrazione, ma a causa di questo andamento». L’idea che l’amministrazione adesso vuole portare avanti non è quella di aumentare l’imposta sui rifiuti, ma di riuscire a far pagare tutti per diminuirla, incentivando i morosi attraverso la possibilità di diluire il debito con le rate, che andranno da 12 a 36, a seconda dell’ammontare per ciascuno. «Ai cittadini conviene dialogare con noi e ravvedersi prima, anziché aspettare che subentri la riscossione Sicilia – continua il sindaco – Il conflitto, alla fine, non paga e vale per tutti». Chi si ravvede in tempo, avrà diritto a uno sconto sulla sanzione finale, è questa la proposta che verrà sottoposta a breve a Consiglio e Giunta.
Per gli irredimibili, il sindaco ha già in mente un piano alternativo e drastico: «Non daremo la possibilità di accedere ai servizi comunali. Significa che se un ristorante mi chiede l’autorizzazione per mettere un gazebo o dei tavolini su suolo pubblico, per esempio, io non gliela concedo, perché sono morosi e non sanano il loro debito. È una soluzione pesante e che va studiata bene – dice – Ma qui non c è la scusa della crisi, parliamo di esercizi commerciali di lusso, negozi di griffe e studi professionali, non di attività commerciali che vivono di stenti, non ci sono scuse».
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