Stamattina il Movimento 5 stelle, Catania bene comune e la Lipu sono scesi in strada per dire «No» alla nuova edificazione. Nel cantiere le opere di spianamento continuano e, nel frattempo, prende posizione anche l'ex sindaco Enzo Bianco. Guarda le foto
Eurospin a Cibali, la protesta in via Martelli Castaldi Salvata la palma, ma nel quartiere regna il degrado
Barbara è salva. La palma storica di Cibali, quella che svetta su via Sabato Martelli Castaldi, non sarà abbattuta per fare posto al nuovo Eurospin che sorgerà al confine con le aree del Centro direzionale. Nell’elaborato grafico che mostra come sarà l’ipermercato, Barbara – il nome che le ha dato la comunità online di Lungomare liberato – fa bella mostra di sé in mezzo al parcheggio. Farà ombra alle automobili in sosta di chi andrà a fare la spesa. Le opere di spianamento dell’ormai ex area verde proseguono spedite. Lungo tutta la recinzione sono stati affissi dei cartelli che impongono il divieto di fotografare o riprendere il cantiere.
Del resto l’attenzione è massima: dopo che MeridioNews ha sollevato il caso, il consigliere comunale del Movimento 5 stelle Graziano Bonaccorsi ha presentato un’interrogazione consiliare, mentre stamattina i grillini assieme agli attivisti di Catania bene comune e della Lipu sono scesi in strada per dire «No» alla nuova edificazione. Giovedì era stato il turno della manifestazione, fotocopia, del consigliere di quartiere Mirko Giacone e del suo riferimento al Consiglio comunale Daniele Bottino. Perfino l’ex sindaco Enzo Bianco, che di questa nuova costruzione è indirettamente responsabile, ha deciso di opporsi: «Sono contrario», ha scritto senza mezzi termini su Facebook.
L’ex primo cittadino ricorda che la sua amministrazione, «con l’azione dell’assessore Salvo Di Salvo (adesso sulla strada che porta a Forza Italia, ndr), ha pensato di modificare la vecchia idea del prg Piccinato introducendo gli orti urbani, un centro universitario e un progetto di social housing. Venne dato mandato agli uffici comunali di approntare la variante che sarebbe stata poi sottoposta all’approvazione da parte del Consiglio comunale. Che non la esaminò». Quella a cui fa riferimento Bianco è la famosa delibera di giunta di luglio 2017, approvata poco prima dell’incendio che ha devastato anche l’area del Centro direzionale Cibali. Una zona che in realtà confina con quella in cui adesso si costruisce l’Eurospin, ma che non ne è parte.
«Evidentemente l’attuale amministrazione ha deciso di mettere in atto la possibilità di realizzare esercizi commerciali di piccola e media grandezza – prosegue Enzo Bianco – Sarebbe stato del tutto diverso se questa iniziativa fosse stata all’interno di un progetto globale in cui altre aree, molto consistenti, erano destinate a verde sociale. Bisogna infine ricordare che l’area non appartiene a un singolo privato ma alla Banca d’Italia». Carte alla mano, però, l’ex sindaco confonde i due terreni. Quelli dell’Eurospin erano, invece, sfuggiti alla lottizzazione subita dal polmone verde del Centro direzionale negli anni dei Cavalieri del lavoro.
Ma anche su questi, però, adesso si costruisce in virtù di quella delibera di giunta. Nella relazione tecnica con la quale il progetto viene approvato – firmata anche dall’ingegnere Santi Cascone, ex assessore di Raffaele Stancanelli, ex tecnico scelto da Bianco per la cabina di regia sul Patto per Catania – si dice chiaramente che, poiché le intenzioni del Comune sull’area limitrofa sono cambiate rispetto al prg degli anni Sessanta, le stesse variazioni possono essere estese anche al terreno su cui oggi si costruisce. Osservazione accolta dall’ufficio urbanistica di Palazzo degli elefanti nei mesi scorsi.
I confini tra i due terreni si vedono chiaramente. E sono marcati da due diverse recinzioni. Basta svoltare per via Verdura per osservarli, avendo cura, però, di fare lo slalom tra un venditore ambulante abusivo di frutta e ortaggi, una catasta di rifiuti ingombranti affiancati a una fila di cassonetti della spazzatura,una fontanella otturata che riversa acqua in continuazione sul marciapiede. Proprio accanto, la recinzione del parco Horacio Majorana è ormai completamente divelta e rende il campetto da calcio completamente inutilizzabile. A ricordare il nome di quel piccolo spazio non c’è più neanche la targhetta commemorativa.