Europee, nel Partito democratico è corsa alla candidatura Antoci, Lupo e Giuffrida tra i papabili per un posto in lista

La difficile stagione congressuale, che ha ulteriormente lacerato il Partito democratico nell’Isola, non sembra affatto archiviata, ma le elezioni europee sono dietro l’angolo, così in casa dem si corre ai ripari, accantonando momentaneamente le ruggini e cercando di lavorare alla costruzione della lista per uno scranno a Bruxelles.

Nessuna certezza al momento, ma le voci che girano, tra volti noti e new entry, sono diverse. Quel che appare evidente, per una volta, è che – a differenza di quanto ammesso qualche settimana fa dal coordinatore di Forza Italia Gianfranco Miccichè sullo scarso interesse delle donne rispetto alla politica – è che nella lista del partito guidato da Zingaretti non c’è alcuna difficoltà nella ricerca delle quote rosa. Al contrario, c’è un dibattito in atto all’interno del partito sulla riconferma delle due eurodeputate elette in Sicilia, Caterina Chinnici e Michela Giuffrida (più probabile una conferma per quest’ultima, al momento, che potrebbe avere la meglio sull’ex assessora regionale). Ma le due potrebbero dover fare i conti con l’ipotesi di candidatura anche per Valeria Sudano, già deputata regionale, oggi senatrice, che in caso di conquista dello scranno a Bruxelles cederebbe il posto a Palazzo Madama al segretario di Sicilia Futura Beppe Picciolo. E poi c’è il riavvicinamento tra Nicola Zingaretti e Carlo Calenda che potrebbe comportare un’altra candidatura al femminile dalle parti del Pd. Si tratta dell’outsider Virginia Puzzolo, 44 anni, capasettore della commissione europea sulla ricerca aerospaziale, laureata in Scienze naturali a Catania, la sua città, ma da 15 anni a Bruxelles anche se mantiene ben salde le radici alle falde dell’Etna. Puzzolo non ha mai fatto politica, ma sarebbe tra le proposte avanzate da Calenda come nome di Siamo europei nella circoscrizione Isole. 

Possibile invece che dalla Sardegna si scelga di non investire su un profilo femminile, ma soltanto qualora il primo cittadino di Cagliari, Massimo Zedda, dovesse sciogliere la riserva: in quel caso l’ipotesi più probabile è che il partito scelga di fare quadra attorno al poliedrico sindaco. Guardando invece alla Sicilia, i due nomi che circolano per l’area Zingaretti sono quelli del capogruppo all’Assemblea regionale Giuseppe Lupo, eletto la scorsa domenica in direzione nazionale, e dell’ex assessore regionale e attuale deputato a sala d’Ercole, Anthony Barbagallo, rimasto al contrario fuori dalla stanza dei bottoni di Zingaretti, lo scorso 17 marzo.

Per l’area Emiliano, invece, sono in molti a caldeggiare il nome Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi, vicino al senatore Beppe Lumia. E se sembra tramontata l’ipotesi di una candidatura per il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, c’è chi spera ancora che il governatore del Lazio possa convincere il medico simbolo di Lampedusa, Pietro Bartolo, a spendersi per il Partito democratico. C’è anche chi si avventura in una ipotesi di candidatura per il segretario regionale Davide Faraone, che in molti, comunque, danno come poco probabile.

Guardando invece a Più Europa, il partito fondato da Emma Bonino, ecco che – tra qualche mal di pancia – le ipotesi sembrano tutte ancora aperte. Gli unici due nomi che circolano al momento sono quelli del leader dei Coraggiosi, già candidato sindaco del centrodestra nel capoluogo alle scorse amministrative, Fabrizio Ferrandelli, per la Sicilia occidentale, mentre sul versante etneo il partito dovrebbe puntare su Elia Torrisi, giovane promessa con un passato di militanza nel Pd e primo sostenitore del partito nell’Isola. Per il resto, appunto, giochi aperti. Qualcosa in più potrebbe definirsi il prossimo lunedì, quando Benedetto Della Vedova e Bruno Tabacci saranno nel capoluogo per l’inaugurazione del comitato elettorale siciliano e della segreteria regionale. Un’iniziativa che ha sortito qualche mal di pancia in alcuni militanti, che non vedono di buon occhio l’apertura di una segreteria regionale a ridosso della campagna elettorale, dato che la direzione nazionale del partito ha scelto, invece, di posticipare la strutturazione territoriale del partito a dopo la chiamata alle urne per Bruxelles.


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