Europee, Berlusconi verso il ritiro dal collegio Isole Al suo posto torna ipotesi La Via. «Dibattito aperto»

La voce corre insistentemente da giorni: Silvio Berlusconi potrebbe ritirare la sua candidatura alle Europee nel collegio Isole (Sicilia e Sardegna), aprendo così all’ipotesi di un posto in lista per l’eurodeputato uscente Giovanni La Via. Sussurri, voci di corridoio, che però arrivano da più fronti, nonostante il commissario forzista nell’Isola, Gianfranco Micciché, sull’argomento sia apparso piuttosto categorico, ricordando il «tradimento» di La Via, con un passato nel Nuovo Centrodestra (poi Alternativa Popolare) di Angelino Alfano. Il diretto interessato non conferma né smentisce che si siano aperti nuovi spiragli per una sua ricandidatura tra le file di Forza Italia, ma si limita a ribadire che «resta a disposizione del partito».

Onorevole La Via, di quale partito parliamo?
«Naturalmente di Forza Italia (sorride, ndr)».

Dunque il dibattito all’interno del partito resta aperto?
«Ha detto bene, è una decisione che deve prendere il partito, non il sottoscritto. Se il mio coordinatore regionale riterrà che non ci sia la necessità di una mia candidatura, allora farò campagna elettorale per Forza Italia».

C’è un tema che ha tenuto banco in queste settimane, che è quello dell’esigenza che sia la Sicilia orientale che quella occidentale siano rappresentate.
«Per rispondere devo astrarmi dalla posizione di persona a disposizione del partito: a prescindere dal nome, mio o di chiunque altro, è indispensabile per Forza Italia, se vuole raggiungere un buon risultato, esprimere una candidatura rappresentativa della Sicilia occidentale e una che rappresenti la parte orientale dell’Isola».

Anche perché dall’altra parte la Lega candiderà un assessore di Pogliese, Fabio Cantarella, e il rischio di un’emorragia di voti potrebbe essere alto.
«Non ne faccio un problema di emorragie elettorali, per me il tema è un altro: in Sicilia ci sono due Province che sono un po’ più grandi delle altre, Palermo e Catania. È evidente che almeno questi due poli devono esprimere un candidato ciascuno, dire il contrario mi sembra una scelta poco felice. Poi capisco perfettamente le difficoltà di dover comporre delle liste di otto persone per un collegio che conta complessivamente quasi 800 Comuni, tra Sicilia e Sardegna: i posti in lista sono oggettivamente pochi».

Pensa che la sua passata militanza nelle file alfaniane potrebbe penalizzarla?
«Io ho sempre fatto parte del Partito Popolare Europeo, è a quello che faccio riferimento da dieci anni, tra Bruxelles e Strasburgo. Sì è vero, c’è stata una parentesi in Ncd, ma Forza Italia è l’unico partito del Ppe che è rimasto in vita ed è il partito che io rappresento in Europa».

Alle scorse regionali lei è stato indicato come vicepresidente della Regione dal candidato del Pd, Fabrizio Micari, competitor di Musumeci. In che rapporti è rimasto col governatore?
«Penso buoni, ci siamo incontrati spesso per ragioni istituzionali e ci siamo trovati a collaborare nell’interesse della Sicilia per migliorare l’accesso e la capacità di utilizzo dei fondi comunitari».

E con Gianfranco Micciché, invece? Vi siete incontrati? Avete parlato di questa ipotesi di candidatura?
«Ultimamente no, non è capitata l’occasione».


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