Fa parte di un partito neofascista ma ha scelto di produrre elicotteri in Cina. Già candidato alle Politiche, il militante ora ambisce al parlamento europeo. Al centro del programma la questione moneta unica e l'impegno nel quartiere Antico corso di Catania
Europee 2019, parla Pierluigi Reale (Casa Pound) «Basta Euro, seguire l’esempio del Regno Unito»
Pierluigi Reale è il candidato al parlamento europeo di Casa Pound, partito di matrice neofascista fondato a Roma nel 2003 da Gianluca Iannone. Nel suo recente passato c’è la corsa alle politiche 2018. Insieme a lui nella circoscrizione Isole, che comprende Sicilia e Sardegna, sono candidati la giornalista Rosamaria Emanuela Volcan, il coordinatore regionale siciliano Vittorio Susinno, Giusy Morello e poi i sardi Luca Virdis, Francesca Caria e Giuliana Pinna.
Nella vita di tutti i giorni c’è la passione per gli elicotteri. Ci spiega meglio?
«Insieme a cinque amici, un po’ di anni fa, ci siamo seduti attorno a un tavolo e abbiamo pensato di mettere insieme le nostre competenze. Così è venuta fuori l’idea di realizzare un elicottero, che è l’unico al mondo ad essere bimotore e biposto. Inizialmente avevamo pensato di produrlo in Brasile ma, successivamente, abbiamo virato sulla Cina. E posso dirvi che presto partiremo con la produzione».
Che tipo di utilizzo avrà questo mezzo?
«Sarà rivolto a tutti coloro che hanno voglia di volare senza spendere una fortuna. E grazie alle sue caratteristiche si potranno volare anche sopra luoghi altamente antropizzati».
Passiamo alla politica. Che campagna elettorale è stata? Che risposte ci sono da parte delle persone?
«Il 50 per cento delle persone che ho incontrato non sapeva nemmeno delle elezioni. E inoltre molti non sanno nemmeno cos’è la circoscrizione Isole. Alcuni, residenti a Pedara, mi hanno chiesto se potevano votarmi».
Al centro del vostro programma c’è lo slogan “basta Euro”. Perché volete abbandonare la moneta unica?
«Basta fare un confronto tra il prima e il dopo. Chiunque può valutare l’arretramento dell’industria in ogni settore in questi 18 anni di moneta unica. Anche l’agricoltura e i suoi prodotti, che mi stanno particolarmente a cuore, non possono essere paragonati a quelli venduti, con tutto il rispetto, in Olanda o Danimarca. In definitiva bisognerebbe avere il coraggio di fare come nel Regno Unito. A noi, d’altronde, nessuno ha chiesto se volevamo la moneta unica. Ci è stato imposto con decreto. Credo che bisognerebbe rivalutare anche tutto quello che riguarda il sistema bancario in cui si è dipendenti da coloro che sono più forti. Se l’Europa fosse davvero unita, non ci sarebbe l’obbligo in Italia di fare dieci vaccini mentre in Danimarca no. C’è bisogno di regole uguali per tutti».
Che idea si è fatto di Matteo Salvini. Anche lui era del partito No Euro.
«Ha iniziato così per riuscire a inserirsi in un contesto che non gli appartiene. Fino a ieri voleva la secessione e oggi parla a nome dell’Italia come nazione. Stesso discorso per il Movimento 5 stelle. Entrambi si sono rimangiati tutto. Perché? Credo che appena hanno salito gli scalini del potere si sia attivata una marcia indietro. Chi gestisce il sistema bancario non avrebbe gradito qualcosa di diverso».
Casa Pound a Catania a che punto è arrivata?
«Siamo in grande crescita con cento tesserati e 40 militanti attivi sul territorio. Ci occupiamo di cose di cui gli altri non si occupano. Prima, per esempio, stavamo ripulendo alcuni giochi per bambini. Imbrattati da alcune croci celtiche, come se noi ci mettessimo a fare queste cose. Siamo attivi nel quartiere Antico corso, dove mi conoscono da quando ero bambino, anche perché mio padre per 40 anni ha lavorato all’ospedale Santa Marta. Noi cerchiamo di non fare gli errori compiuti da altre parti. Alzare i toni non è utile alla risoluzione dei problemi».