Il vulcano riprende l'attività stromboliana con una nuova bocca che si trova a metà strada tra il nuovo cratere di Sud Est e quello di Nord Est. Fuoriesce una colata di circa un chilometro e qualche spruzzo di lava che non dà origine a una vera e propria fontana. Sul posto i ricercatori dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia
Etna, nuova frattura a tremila metri di quota Colata alimentata verso la valle del Bove
Una nuova bocca si è aperta nelle ultime ore sull’Etna. Si tratta di una frattura nella parte sommitale, a circa tremila metri di quota, da cui fuoriesce una colata lunga circa un chilometro che si dirige verso la valle del Bove.
L’attività – monitorata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania – è caratterizzata da un’emissione continua di spruzzi lavici, chiamata spattering. Non dunque una vera e propria fontana di lava, come invece è successo nei fenomeni degli ultimi mesi che hanno interessato l’attivissimo Nuovo cratere di sud est.
La nuova frattura si trova proprio a metà strada tra il NSEC e il cratere di nord est. Sul posto in queste ore sono presenti i vulcanologi dell’Ingv che hanno osservato un paio di bocche con attività stromboliana all’interno della frattura. Il fenomeno non ha alcun impatto sull’operatività dell’aeroporto di Catania, né al momento ha dato origine a emissione di cenere, vera preoccupazione per i paesi pedemontani.
[Foto di Marco Neri, vulcanologo Ingv]