«Era doveroso dedicare una grotta a Piero Angela, finora quest’ultima è la più grande che abbiamo trovato e abbiamo pensato subito di intitolarla col suo nome». Paolo Teri racconta dell’ultima esplorazione compiuta sull’Etna insieme al fratello Dario. Guide naturalistiche e maestri di scii, i due hanno rilevato l’ingrottamento sull’Etna, frutto delle tante imprese a cui hanno abituato esperti ed appassionati del vulcano. Dopo la Grotta 3000, la più alta rilevata finora, nella zona di Zafferana Etnea e la grotta Gravità permanente, dedicata a Franco Battiato, nel territorio a metà tra Bronte e Maletto, quest’ultima è «la cavità più grande» finora rilevata, così come ha detto Paolo Teri nel corso dell’intervista ai microfoni di Radio Fantastica. «Parliamo di un’area che si trova a metà tra la grotta dei Lamponi e la grotta del Gelo, misura oltre 700 metri, e si trova sulle lave del 1614-1624, vicino a due ipogei che già avevamo esplorato – spiega Teri – Vicino ci sono già due ipogei: la grotta dei tunnel e poi la Grotta del vento».
Questa scoperta con cui i due fratelli hanno voluto tributare il divulgatore scientifico morto lo scorso 13 agosto, è avvenuta dopo la solita ricerca scrupolosa dei Teri. «Ci muoviamo spesso in percorsi senza sentiero – prosegue la guida naturalistica – Non prima di avere geolocalizzato e controllato l’area con i nostri strumenti. Controlliamo come si a la morfologia del luogo attraverso uno studio programmato su mappe satellitari, dopodiché andiamo sul posto. Cerchiamo sempre di muoverci su aree che siano più aperte possibili». Moschettoni, corde, luci e caschetto e si parte verso le esplorazioni che possono comprendere percorsi di 20-30 chilometri, a volte anche senza esito., All’interno della grotta si diramano 11 tunnel interni, con delle biforcazioni. «Questo ci ha sbalorditi, non ci aspettavamo questa morfologia – dice ancora Teri – Siamo sempre alla ricerca della grotta più lunga. Quale nome daremo alla prossima grotta che scopriremo non lo sappiamo ancora – conclude – Ho dedicato una grotta a mia moglie e mio figlio. Chissà, magari la dedicherò a mia mamma».
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