Etna, animali feriti tornano in libertà Curati alcuni rapaci e un gatto selvatico

Domani mattina sull’Etna saranno rimessi in libertà alcuni animali selvatici curati dal centro recupero fauna selvatica di Valcorrente, Belpasso. Si tratta per la maggior parte di rapaci notturni e diurni, ma tra loro c’è anche un gatto selvatico. «Per la prima volta sarà possibile osservarlo nel suo ambiente», annuncia Luigi Lino, direttore del centro. Un animale affascinante, «con la coda lunga un terzo del corpo. Ancora non ha il suo mantello invernale che lo fa somigliare ad una volpe», spiega lo studioso. E che lo rende preda di quanti sono interessati al suo mantello pregiato.

«Sono animali che sono arrivati qui perché feriti o debilitati – racconta Grazia Muscianisi, responsabile del Centro – Alcuni sono stati trovati a terra, senza la forza di spiccare il volo. Oppure si tratta di giovani esemplari, ancora inesperti nelle manovre più complicate». I rapaci e il gatto selvatico – che verranno liberati alle 12 a Fossa della Nave, all’interno del parco Etnavventura – sono stati «recuperati e curati» e attendono solo di tornare nel loro habitat all’ombra del vulcano.

«Assieme alla presenza dell’associazione Piuma bianca e del parco dell’Etna, è importante la collaborazione con la Ripartizione faunistico-venatoria», precisa Luigi Lino. Un presidio provinciale quasi sconosciuto ai più, «una punta avanzata che assieme alla Forestale ci aiuta a tenere curata la fauna, che è un bene di tutti».

Nonostante le difficoltà quotidiane, il centro di Belpasso prosegue nella sua attività. «Il 4 ottobre, il giorno di San Francesco, libereremo altri esemplari – anticipa Muscianisi – e sarà presente anche il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando». Il centro recupero fauna selvatica è un ente che come molti soffre i contraccolpi di continui tagli finanziari, oltre alla presenza ostile dei bracconieri, principali antagonisti di quanti si occupano di curare animali indifesi all’interno di un’area protetta. Ma è un luogo di salvezza per molti animali che – a modo loro – dimostrano gratitudine: «Una taccola (un uccello della famiglia dei corvidi, ndr) è tornata a trovarci, ci eravamo occupati di lei qualche tempo fa», spiega con passione Lino.

[Foto di Sergio Mangiameli]

Carmen Valisano

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