Sei sono i destinatarie di un provvedimento di misura cautelare in carcere. Per gli altri scatta l'obbligo di dimora. Sono i numeri dell'operazione The Gift. Da sottolineare, per la procura, il ruolo di Giuseppe Strano. Guarda il video
Estorsioni e droga a Misterbianco, dieci gli indagati Omertà dilagante e vittime costrette a pagare pizzo
Dieci persone indagate, a vario titolo, per estorsione aggravata dal metodo mafioso, spaccio di sostanze stupefacenti e furto. L’indagine, denominata The gift, è stat coordinata dalla Dda etnea e condotta da militari dell’Arma della tenenza di Misterbianco. Tra le vittime imprenditori locali, compresi i titolari di una autocarrozzeria e di una concessionaria di auto, e anche a diversi privati cittadini. Dall’inchiesta sarebbe emerso «un clima di pesante assoggettamento ed omertà, in cui le vittime erano costrette a versare mensilmente somme di denaro per tutelarsi da eventuali danneggiamenti alle proprie attività commerciali o per ottenere, con il metodo del cosiddetto cavallo di ritorno, la restituzione delle autovetture che erano state loro rubate», si legge in una nota diramata dai carabinieri. I soldi sarebbero serviti al sostentamento dei sodali detenuti in carcere o reinvestiti in altre attività criminali, soprattutto nell’acquisto e nello spaccio di marjuana e cocaina.
Nell’ambito dell’operazione i carabinieri hanno arrestato
sei persone – due erano già in carcere – e notificato quattro obblighi di dimora ad altri quattro indagati. Dietro le sbarre sono finiti Emanuele Bonaccorso, Roberto Boncaldo, Giovanni Edoardo Caruana, Gaetano Agatino Murabito, Giuseppe Strano e Daniele Francesco Ventimiglia. Coinvolti, con la misura dell’obbligo di dimora e il divieto di allontanamento dalla proprio abitazione dalle 20 alle 6, Salvatore Assennato, Rosario Petralia, Oreste Antonio Prelati e Concetto Privitera.
A indagini ancora in corso uno dei responsabili delle estorsioni è stato arrestato in
flagranza di reato, mentre un altro indagato è stato sottoposto a fermo: entrambi sono stati già condannati, in sede di giudizio abbreviato, a quattro anni e sei mesi di reclusione, ciascuno. Dagli atti, sottolinea la procura, emerge la «poliedricità criminale» di Giuseppe Strano, operante in vari settori d’interesse per le proprie attività criminali, dalle estorsioni a carico di un commerciante di automobili aggravate dal metodo mafioso alla compravendita ‘all’ingrossò di ingenti quantitativi di stupefacenti destinati al rifornimento delle numerose piazze di spaccio presenti nel capoluogo etneo e nell’hinterland catanese.