Parla una 35enne che da otto anni vive nella capitale francese e che ogni mattina, tranne oggi che è sabato, si reca nel luogo dove adesso, al posto della finestra, a dividere l'ufficio dalla strada c'è della plastica messa da un operaio come primo intervento
Esplosione Parigi, il racconto di una palermitana «Lavoro a 250 metri, la vetrata è stata distrutta»
Lavora a soli 250 metri dal luogo dell’esplosione avvenuta questa mattina a Parigi, Lucia Favata, una palermitana di 35 anni, architetta della marca Devred. Da otto anni vive nella capitale francese. È siciliana, come Angela Grignano la ragazza italiana rimasta ferita. È stato solo un caso se non è stata travolta dalle schegge della vetrata della sala riunioni del suo ufficio.
«Stamattina mi sono svegliata verso le 9.30 – racconta – con mille messaggi di amici che mi chiedevano se stavo bene e messaggi sul gruppo del lavoro. Abito nel sesto arrondissement ma lavoro nel nono, vicino al luogo dell’esplosione. La vetrata della sala riunioni si è frantumata». A riferirle l’accaduto sono stati alcuni colleghi. Oggi è sabato e non si lavora. «Sotto l’ufficio abbiamo uno dei negozi della nostra marca, il direttore, Damien, ha visto cosa è successo e ha inviato le foto. Non potevamo andare lì perché tutte le strade erano chiuse per permettere l’accesso ai soccorsi».
Anche se raggiungere il luogo dello scoppio era impossibile, sono riusciti almeno a sistemare alla meno peggio la situazione: «Abbiamo mandato un operaio per mettere in sicurezza. Non potevamo fare altro perché la polizia non voleva gente intorno, soprattutto perché devono svolgere l’inchiesta». L’ipotesi della fuga di gas non è stata la prima cosa a cui ha pensato Lucia: «Oggi c’erano i gilet gialli, ho pensato dapprima a qualcosa gettata sul vetro, visto che per adesso ogni sabato è routine, ma poi ho saputo del motivo. Ho riflettuto sul fatto che per fortuna era sabato e eravamo siamo lì. In riunione saremmo stati investiti dai vetri».