Esche avvelenate sull’Etna, si attendono le indagini Contratti stagionali prolungati per informare escursionisti

Superato il terzo fine settimana di allerta sulla Pista Altomontana dell’Etna versante sud e ovest, si spera adesso che Babbo Natale porti la lieta novella, almeno della messa in sicurezza dei siti. Ossia, i cartelli informativi e la bonifica. Perché fino a oggi, non ci sono né i primi né tantomeno è stata resa fruibile l’area con un’opera di rimozione delle esche avvelenate dopo il caso dei due cani e una volpe selvatica morti per avvelenamento tra i rifugi di Monte Scavo e la Galvarina. Gli accertamenti tossicologici sul primo cane hanno evidenziato la presenza del methomyl, un pericoloso principio attivo usato come antiparassitario. Ancora sul secondo cane e sulla volpe, l’Istituto Zooprofilattico sperimentale di Catania non si è ancora pronunciato, in attesa dei tempi necessari per gli accertamenti definitivi. 

Naturalmente, il terzo punto è altrettanto importante: che le indagini si svolgano al più presto per identificare i responsabili di questi gesti assassini, che ancora oggi a distanza di un mese mettono in pericolo soprattutto la vita degli escursionisti in genere, frequentatori della zona compresa tra i rifugi Galvarina, Monte Palestra e Monte Scavo. L’esca avvelenata, infatti, si presenta come un omogeneizzato che può essere riscontrato sui massi, spalmato, a diretta portata di mano.

L’ordine di servizio impartito dalla direzione dell’Azienda Foreste Demaniali al personale di stanza all’ingresso della Filiciusa-Milìa è quello di avvertire del pericolo gli escursionisti in entrata con bambini e con i cani al seguito. «Assieme all’Azienda Foreste – dice il comandante del Corpo Forestale, Luca Ferlito –, stiamo allestendo dei cartelli informativi, e quanto prima di concerto l’Asp di Catania, faremo la bonifica dei siti, con la rimozione delle esche avvelenate». 

Per questa ragione, gli operai forestali di stanza avranno i termini lavorativi di fine stagionalità prolungati, «in modo da assicurare un apporto alla riduzione del rischio, informando i frequentatori», fanno sapere dalla direzione dell’Azienda Foreste.


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