Costume e società

Un santuario alle Isole Eolie per salvare la lucertola dall’estinzione

Prende il via oggi il progetto Eolizard per la conservazione della lucertola delle Eolie, uno tra i rettili a più alto rischio di estinzione del vecchio continente. Finanziato dal programma Life dell’Unione Europea, il progetto, per i prossimi cinque anni, ha l’obiettivo di tutelare le popolazioni relitte di questa specie e a garantirne la sopravvivenza nel lungo termine attraverso «la creazione di un santuario all’interno dell’arcipelago eoliano dove – come si legge in una nota – saranno reintrodotte nuove popolazioni allevate in cattività». Negli ultimi decenni, la lucertola delle Eolie ha dovuto affrontare una sempre maggiore antropizzazione dell’habitat dovuta al crescente turismo.

Un tempo distribuita su tutte le sette isole Eolie, oggi il rettile sopravvive in tre isolotti di ridottissime dimensioni (Scoglio Faraglione, Strombolicchio e La Canna) e un piccolo promontorio sull’isola di Vulcano (Capo Grosso). Il progetto ha un partenariato scientifico variegato costituito dall’Università degli Studi di Roma Tre (coordinatore), l’Associazione Triton ET tS, l’Università degli Studi dell’Aquila, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, la Fondazione Bioparco di Roma, il Comune di Malfa e una serie di partner associati italiani e internazionali tra cui, l’Università di Milano Statale, l’Associacao Biopolis (Portogallo) e il laboratorio di Biometria e Biologia Evoluzionistica (Lbbe) del Cnrs (Francia).

Durante i cinque anni di progetto, «i partner perseguiranno la tutela della lucertola delle Eolie e del suo habitat attraverso due fronti d’azione: l’incremento numerico della popolazione – come viene spiegato nella nota – attraverso un programma di allevamento in cattività (sfruttando il know-how della fondazione Bioparco di Roma, che ha già un progetto avviato sulla specie) a cui farà seguito un rilascio in natura. In parallelo, si procederà alla tutela della popolazione presente sull’isola di Vulcano, minacciata dalla presenza del ratto nero (competitore e potenziale predatore), come anche dell’alterazione dell’habitat».

Redazione

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