Enzo Napoli (PD): “Crocetta spacca i partiti per gestire tutto con Lumia, Cardinale e Confindustria”

“LA STRATEGIA DEL GOVERNATORE RISPONDE AD UN DISEGNO LUCIDO E DETERMINATO CHE NULLA HA A CHE FARE CON UNA SANA POLITICA”: PAROLA DEL SEGRETARIO PROVINCIALE DEL PD DI CATANIA

Punto e a capo. Resta tesissimo il rapporto tra il Presidente della regione siciliana, Rosario Crocetta e il PD del segretario, Fausto Raciti.  Il governatore continua a mostrare i muscoli sfoggiando una sicumera forse eccessiva. Senza l’appoggio di tutto il Patito democratico, infatti, all’Ars il Governo non avrebbe vita facile. Eppure, Crocetta continua  a ‘tirarsela’. Probabilmente  pensa  di potere tessere una tela forte abbastanza da  reggere l’urto dell’Aula anche senza un parte del PD. Sarà così?  Cosa ha in mente esattamente il Presidente della Regione? Lo abbiamo chiesto a Enzo Napoli, segretario del PD etneo.

Questa lotta Raciti- Crocetta sembra non avere fine. Possibile che non riusciate a dialogare?

“E’ senza dubbio una fase difficile per il PD, ma occorre richiamare alcuni passaggi che sono fondamentali per ricostruire il percorso che ha portato alla rottura con il Governatore. La Direzione regionale dell’otto luglio scorso, aveva dato mandato, quasi all’unanimità, al Segretario Regionale di definire priorità e proposte ed elaborare l’ipotesi della squadra del PD in seno alla Giunta per rilanciare un’azione di governo, da tutti ritenuta insoddisfacente. Si arrivò a tale deliberato dopo un travaglio interno non semplice, ma che alla fine, risultò unitario e con il pieno sostegno del Vicesegretario Guerini. Raciti ha tenuto fede all’impegno ed atteso che Crocetta facesse altrettanto.

Ma in quella occasione Crocetta si era detto d’accordo?

Ancora una volta, come già in passato aveva fatto, in Direzione si è dichiarato disponibile ad aprire una fase nuova nel confronto con il partito, salvo poi rimangiarsi tutto e riprendere con il consueto atteggiamento provocatorio, offensivo e sprezzante. La domanda, a questo punto, dopo i vari tentativi compiuti da Giuseppe Lupo prima e da Fausto Raciti poi, è se il Presidente vuole seriamente cambiare rotta oppure no.

Rispetto a voi? 
Rispetto al suo modo di intendere la politica e al suo modo di governare. Non c’è una questione, dai rifiuti all’energia, dalla sanità alla formazione, dal bilancio al turismo, su cui si siano ottenuti risultati anche minimi, quando non si sono combinati veri e propri pasticci. Cosa deve fare il PD, assecondare questo andazzo? Eppure Crocetta continua a buttarla in rissa, come se fosse una questione di assessorati in più o in meno a questa o quella componente, anzi involgarendo il tutto con una serie di battute che oscillano tra il delirio di onnipotenza e l’avanspettacolo. Pensare che sia frutto di una personalità diciamo estrosa è ingenuo.

In che senso?

Il disegno è lucido e determinato: dividere le forze politiche, delegittimarle, acquistarne pezzi con incarichi di vario genere, per continuare a gestire, insieme con il gruppo ristretto che lo condiziona e cogestisce, i settori cruciali dell’economia e del potere. E’ la stessa strategia di Lombardo,  sono gli stessi interlocutori e gli stessi playmaker: Cardinale, Lumia ed il vertice di Confindustria Sicilia, con il Megafono strumento di riciclaggio di pezzi consistenti di quel vecchio sistema politico. Quando si accusa la sinistra interna al PD siciliano di opporsi solo per una questione di poltrone, non si coglie affatto come gran parte dei dirigenti e dei parlamentari espressione di quest’area fonda la propria legittimazione su un consenso basato su scelte politiche. Abbiamo una base a cui dover rendere conto e, le assicuro, che in questa fase c’è molta solidarietà alle scelte anche drastiche che stiamo compiendo.

Non manca però chi sogna un posto al sole…

Chi pensa di ritagliarsi uno strapuntino in questo assetto, un posto in giunta, un sottogoverno, sono quei dirigenti del PD che coltivano il proprio elettorato in modo diverso. Le ricordo che solo alcuni dirigenti di quest’area hanno declinato l’invito a sedersi in giunta, proprio perché i nostri elettori non avrebbero compreso il tradimento di una impostazione politica, ampiamente discussa, in cambio di un assessorato. E’ questo il nodo vero dello scontro e su questo non ci sono molti margini di mediazione. Le ultime scelte compiute dal Governatore, come quella di far fuori anche la Sgarlata e di entrare a gamba tesa in una partita come quella delle elezioni a Siracusa, vanno ancora di più nella direzione del tentativo di abbattere l’ultimo pezzo di politica che rivendica una visione diversa del governo della Sicilia.

Come andrà a finire?

Come andrà a finire non è semplice da prevedere. Certo è che Raciti può contare non solo sul sostegno della sinistra interna, ma anche di parte consistente dei renziani che auspicano un rinnovamento vero e persino di quella parte di Areadem che subisce negativamente le scelte di Crocetta, a partire dalla realtà di Siracusa. UDC e Articolo 4, inoltre, non credo abbiano interesse, a partire dalle alleanze in vista delle prossime amministrative, a non riconoscere un interlocutore che, fino a prova contraria, ha dimostrato, a partire dalle ultime europee di essere quantomeno metà del PD siciliano. A meno che non vogliano caricarsi per intero gli effetti negativi del disagio sociale che il Governo Crocetta sta alimentando. Guardi, se Crocetta pensa di poter andare avanti contro anche solo un pezzo di partito, continuando la sfida suicida in aula ed in Sicilia, non avrà certo sconti. Già, nonostante l’apporto di tutto il PD, non ha dato grande prova di sé, figuriamoci se dovrà fare i conti con l’opposizione di una parte consistente del PD Siciliano.

Insomma, ce la farete? 

Io faccio il Segretario del PD etneo ed ho tutto l’interesse che il partito sia unito, a Catania ed in Sicilia, a sostegno di un Governo che dia risposte alla Sicilia ed ai siciliani. Proprio perché credo nel rinnovamento, so bene che questo ha possibilità di venir fuori solo se prevale la logica del partito e non quella delle correnti interne. In un partito che produce iniziativa, che discute, che elabora, è facile che emerga la qualità di una nuova classe dirigente. In un partito diviso, lacerato in componenti, prevale inevitabilmente il protagonismo di pochi che scelgono, di volta in volta, non i più capaci, ma i più fedeli. Non mi venga a raccontare che i giovani “promossi” da Crocetta siano stati scelti perché i più capaci, anzi, sono i più funzionali a mantenere inalterati i tavoli veri di discussione, quelli che non si tengono certo nelle sedi istituzionali o di partito. Non so se riusciremo, ma abbiamo chiara quale debba essere la nostra impostazione ed il lavoro che ci aspetta, almeno sino a quando saremo chiamati a compierlo, in questo o in un ruolo diverso. Il PD è una grande forza, per fortuna, al di là dei propri leader, come è stato dimostrato dopo Veltroni, Franceschini, Bersani ed Epifani, figuriamoci se non troveremo le energie e le risorse per superare anche l’eventuale fallimento di uno come Crocetta.

Qualche problema interno al partito c’è anche nella sua Catania. O no?
Non dico di no, ma, almeno qui, cerchiamo di trovare una composizione unitaria e, quando il PD si muove, cerchiamo di farlo coinvolgendo tutti e valorizzando anche nuove risorse, a partire da quelle presenti nel mio esecutivo. Lo stiamo facendo attraverso i forum tematici, la formazione politica, i dibattiti e le iniziative e devo dire che, tranne in rare occasioni, il rapporto con tutti i parlamentari catanesi è positivo. E’ chiaro che ciascuno possa avere punti di vista diversi e, fino a quando ciò non prova lacerazioni significative, cerchiamo di trovare sintesi negli organismi dirigenti. Io confido nel senso di responsabilità e nel buon senso che, sino ad oggi, è prevalso.

 


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