Enna, il Pronto Soccorso come la Vucciria di Palermo

MENTRE L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA’ PARLA DI CONTI IN ORDINE E DI SUCCESSI, GLI OSPEDALI SICILIANI VANNO ALLO SFASCIO. IL CASO DEL PRONTO SOCCORSO DI ENNA

di Mario Antonio Pagaria

Anche ad Enna, come in tutto il resto della Sicilia, gli ospedali sono in tilt. Dopo la pesante denuncia della Cgil sulle condizioni della sanità pubblica ad Agrigento (potete leggerla qui, ndr), a finire nell’occhio del ciclone è il Pronto soccorso ennese. Un giornalista, Paolo Di Marco, ha sperimentato sulla propria pelle i disagi che vivono ogni giorno i cittadini, e li ha raccontati, segnalandoli ovviamente ai vertici dell’Asp.

Da premettere che pochi giorni fa, una anziana , in attesa al Pronto Soccorso, pare sia caduta ed abbia battuto il capo, e ciò, stando alla denunzia sporta dal figlio, ne avrebbe causato la morte, nonostante i medici della Rianimazione affermino che la stessa è sopravvenuta per altre cause.

Di Marco invece, è stato, nei giorni scorsi, insieme alla moglie, colta da un malore, protagonista di una disavventura che gli ha permesso di constatare le gravi carenze in cui versa il reparto di emergenza dell’Umberto I. Dal “Triage situato in una specie di sgabuzzino dove anche la privacy e da conquistare” alla “confusione totale – dice Di Marco – che mi hanno fatto paragonare le ore passate al Pronto Soccorso ad una giornata fra i chiassosi banchi della Vucciria di Palermo”. Di Marco denuncia di aver veduto ammalati seduti ovunque con flebo attaccate, sottoposti ad attese lunghissime con infermieri che scappavano di qua e di là letteralmente rincorsi da pazienti e parenti. “Il numero del personale è più scarso rispetto a qualche mese fa. Al vertice dell’Asp domando: Ma perché vista la grande richiesta di assistenza non aumentate il numero di medici e infermieri” portandone fuori alcuni dalle sacche di inefficienza?”

Il giornalista denuncia trattamenti di favore nei confronti di un sacerdote e ciò depone veramente male per la Chiesa, non foss’altro per la rivoluzione che sta operando in essa Papa Francesco. Intanto la moglie di Di Marco era là dalle 9 del mattino ed alle 18 usciva firmando sotto la propria responsabilità. Per tutta la mattinata non c’è stato un medico che si è avvicinato per dire ‘signora come sta? Mi dicono – prosegue Di Marco – che è un trattamento di routine con un solo medico e pochi infermieri in sala”.

Una situazione incandescente che ci ha portato a chiedere delucidazioni a Filippo Muscià direttore sanitario dell’Asp: “Purtroppo – spiega il medico – si fa un cattivo utilizzo del Pronto Soccorso. Abbiamo tenuto una riunione con il direttore di presidio e con il direttore di medicina di base alfine di costituire un valido filtro a quelli che io definisco gli accessi impropri al Pronto Soccorso dove spesso arrivano codici bianchi o gialli che non avrebbero motivo di arrivare perché dovrebbero andare dal medico di Medicina generale o dalla Guardia Medica ma noi tutti sappiamo bene che gli accertamenti di diagnostica d’immagine o gli esami di laboratorio non si negano a nessuno. Abbiamo valutato la possibilità di spostare il Ppi (Punto di Primo Intervento) accanto al Pronto Soccorso e così si stabilisce un percorso diversificato in maniera tale da valutare previo Triage, se il paziente abbia necessità reale del Pronto Soccorso”.

“Purtroppo – aggiunge il direttore sanitario – con il blocco delle assunzioni, con il piano di rientro, tutte le Asp si ritrovano nella situazione della classica famiglia che per anni ha sperperato e adesso si ritrova indebitata fino al collo. E ritornando sull’argomento Pronto Soccorso conclude: Però facciamo un attenta analisi: se l’utente viene al Pronto Soccorso perché non vuole pagare il ticket per la radiografia è chiaro che ingolfa il Pronto Soccorso e questi sono i cosiddetti accessi impropri. Il medico di base si è ridotto al ruolo di semplice prescrittore. Certo, non intendo generalizzare. Bisogna che il medico di base si riappropri della capacità d’ascolto e faccia diagnosi e terapia. Di fatto con il Ppi nei locali che ospitano attualmente il presidio della Polizia, vi sarà un raddoppio di medici”.

Mario Antonio Pagaria


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