Elvira, il ministro Kyenge e «l’anti italianità» «È un attacco razzista e ignorante»

«Oh mamma! Non so se ridere o piangere. Ignoranza e pregiudizi sono una combo terribile per l’involuzione del nostro Paese». Reagisce così Elvira Ricotta Adamo, siciliana con gli occhi a mandorla, ai commenti di alcuni utenti sul social network Facebook, a una sua foto con il ministro per l’integrazione del governo guidato da Enrico Letta, Cécile Kyenge. Scattata dal fotografo del ministro alla fine di giugno in Senato, in occasione di un incontro sulle seconde generazioni di immigrati, la foto è prima stata definita l’emblema dell’anti italianità, per poi essere condivisa «in alcune pagine pseudo fasciste che ribadiscono il concetto», spiega Elvira, nata da genitori filippini. Commenti che l’hanno indispettita perché «solo fondati su ignoranza e pregiudizio, simbolo di un retaggio culturale che non fa bene al nostro Paese». Così, ha voluto ribattere con un commento secco e deciso: «Siamo italianissime. Sfido chiunque a dimostrare il contrario».

Elvira racconta che un po’ ci è rimasta male. «È la prima volta che mi accade una cosa del genere. Al ministro invece, purtroppo, accade ogni giorno». Elvira si occupa e lotta da sempre per i diritti civili e in particolare per quelli delle seconde generazioni di immigrati che a volte rischiano di ritrovarsi senza diritti di cittadinanza. La patria dei loro genitori, infatti, non è la loro, e il Paese in cui si identificano, l’Italia, non li riconosce come italiani. Ma al di là dei documenti che attestano la propria nazionalità, ciò che manca secondo Elvira, «ma per fortuna non a tutti, è una certa elasticità culturale per cui italiano non vuole dire solo essere bianco e con gli occhi rotondi all’europea». Elvira infatti, seppure abbia gli occhi a mandorla e sia nata nelle Filippine, è italiana «di fatto e di diritto», come lei stessa afferma. «Se è vero che sono nata a Manila – spiega – sono arrivata in Italia che avevo appena 12 giorni, sono stata adottata e fino al 2011 sono cresciuta e ho vissuto a Piazza Armerina. Da allora studio a Roma. Non posso che essere italiana», dice ancora.

E di certo Elvira Ricotta Adamo appoggia con favore la proposta di legge del ministro Cécile Kyenge, con la quale ha collaborato in passato al Forum degli immigrati, per istituire lo ius soli. Dal latino: diritto del suolo, è un’espressione giuridica con la quale l’acquisizione della cittadinanza è considerata conseguenza del fatto giuridico di essere nati nel territorio italiano, a prescindere dalla nazionalità dei genitori. Una proposta pensata soprattutto per i figli degli immigrati, che si ritrovano stranieri nella propria terra. «Veniamo da anni di politiche basate sull’emergenza e che hanno passato il messaggio per cui lo straniero è un nemico, una minaccia, ma per fortuna le cose stanno cambiando», afferma ancora la giovane che comunque si dice ottimista per il futuro. «Abbiamo un ministro di colore e due parlamentari immigrati di seconda generazione. E con l’istituzione dello ius soli le cose miglioreranno ancora. Lasciamo perdere gli stupidi razzisti», conclude.

Eppure il presente non è proprio roseo. Non sempre, almeno. Sono ancora molti gli xenofobi e frequenti gli atti contro gli stranieri. Oppure i messaggi forti come quello lasciato davanti all’ingresso del Partito democratico catanese. «Spaccio e scippi: Ius soli? Espulsioni immediate!». È la frase affidata ad uno striscione da Forza Nuova. Una protesta contro la linea politica nazionale del partito in materia di immigrazione e a ridosso dei recenti episodi di violenza in piazza Teatro Massimo con protagonisti una decina di immigrati.

[Foto di Cécile Kyenge Kashetu]


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