Catania, l’elipista del Garibaldi bloccata da dieci anni: la Regione attende il volo di prova

Che fine ha fatto l’elipista dell’ospedale Garibaldi Nesima di Catania? È bastata un’interrogazione parlamentare in merito, della deputata del M5S Josè Marano, per scatenare polemiche e ansie, non solo nella città etnea. «Sono passati quasi due anni da quando l’amministrazione comunale ha annunciato che l’elisuperficie dell’Ospedale Garibaldi Nesima a Catania sarebbe diventata operativa a breve. Ho verificato lo stato delle cose, ma l’Enac, a seguito di una mia richiesta di accesso agli atti, ha confermato che non risulta alcun documento relativo all’infrastruttura in questione» precisa la parlamentare regionale tramite comunicato stampa.

Chiarendo al contempo che l’autorizzazione dell’Enac è indispensabile per l’utilizzo dell’elisoccorso. «Ho depositato un’interrogazione parlamentare urgente – ha chiarito ancora Marano -. Ciò per capire come mai nessuna procedura autorizzativa sia stata ancora avviata. Inoltre, vorremmo conoscere le tempistiche con le quali si intende metterla in funzione, così come era stato promesso».

L’inserimento nella rete regionale del 118

Ed in effetti l’autorizzazione dell’Enac non è ancora arrivata perché si sta procedendo con gli step precedenti. Questo particolare sito, infatti, non è inserito nella rete del 118, in quanto si tratta di un’area del Comune di Catania. Parliamo, dunque, di un elisoccorso “anomalo”, perché non nasce insieme al progetto della struttura ospedaliera, come è avvenuto ad esempio al Policlinico di Cataniao all’ospedale Cannizzaro, ma di una zona che deve essere sottoposta ad una serie di test di idoneità per essere utilizzata al fine preposto.

Sperando che la lentezza delle operazioni corrisponda ad altrettanta meticolosità negli step per valutare l’idoneità dell’elipista del Garibaldi, il progetto avviato oltre dieci anni fa, sta comunque andando avanti. L’idea di far nascere qui un altro elisoccorso del 118 ha preso corpo nel 2014, quando grazie all’arrivo dei Fondi Europei (circa 300.000 euro) è stato possibile realizzare l’elisuperficie. La costruzione dell’opera è stata conseguenziale alla convenzione stipulata tra il Comune di Catania – proprietario dell’area – e l’Ospedale Garibaldi – che ne usufruirà -. Il tutto sta avvenendo sotto la supervisione dell’assessorato regionale alla Salute, che ha l’onere di inserire la nuova elisuperficie all’interno della rete regionale.

«Si tratta dell’area accanto alla direzione della Protezione Civile, che è contigua all’ospedale Garibaldi. L’indirizzo politico sulla questione è stato dato dal mio predecessore. Lui ha messo a disposizione quest’area per la realizzazione dell’elisoccorso – ha spiegato a MeridioNews Daniele Bottino, neo assessore alla Protezione Civile del Comune di Catania -. Ma è l’ospedale Garibaldi che sta portando avanti tutti gli step, al termine dei quali si potrà procedere con la richiesta di autorizzazione all’Enac».

Il protocollo d’intesa e i test di idoneità dell’elipista del Garibaldi

Da parte del comune di Catania c’era l’obbligo materiale di realizzare l’elipista con i fondi europei (Po Fesr 2007-2013). Operazione che effettivamente è stata portata a termine nel 2014. A parte la strada di collegamento con l’ospedale, che sarebbe ancora da sistemare. Poi però il progetto si è arenato, fino al marzo 2024 quando l’allora assessore alla Protezione Civile comunale, Alessandro Porto, ha firmato il protocollo d’intesa con l’ospedale Garibaldi. Questo nuovo accordo ha permesso di riavviare l’iter per l’inserimento dell’elipista nella rete del 118 regionale. «È bene precisare che se questo progetto non si concretizzasse, si tratterebbe di uno spreco di denaro pubblico» sottolinea ancora la deputata Marano.

Ma dalla Regione arrivano per fortuna notizie confortanti: «Tutte le elipiste che entrano nel circuito devono essere validate non solo dall’Enac, ma anche noi richiediamo un volo di prova da parte del gestore degli elicotteri sulle elipiste che devono entrare nel circuito del 118» fanno sapere a MeridioNews dall’assessorato regionale alla salute.

«Questa richiesta è stata fatta a suo tempo al gestore del nostro servizio che è Avincis – riferiscono infine dall’assessorato -. In questo momento siamo ancora in attesa di verificare se questo volo di prova sia stato fatto o se siano nelle condizioni di farlo. Perché ovviamente anche loro prima di fare il volo di prova, devono verificare che le condizioni siano sicure per l’atterraggio. L’ultima nota che abbiamo inviato al gestore è proprio di ottobre 2025. Una volta che gli step saranno terminati positivamente, si potrà poi procedere con la richiesta di autorizzazione dell’Enac».


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