Elezioni Santa Croce, Di Bari per la continuità «Se vinco comunicheremo meglio cosa faremo»

Tra i cinque centri chiamati al voto domenica in provincia di Ragusa c’è Santa Croce Camerina. L’ultimo lustro è stato a guida Pd, con la sindaca uscente Franca Iurato che, dopo aver annunciato l’intenzione di non ricandidarsi, ha sostenuto Giovanni Di Bari, 70enne ginecologo in pensione sostenuto dalla lista #ilpaesedelsole. Per Di Bari la candidatura «è un dovere civico», che nasce dal piacere di mettere a disposizione dei concittadini la propria esperienza politica. Gli assessori designati sono Marianna Cuciti e Giansalvo Allù. Turismo e agricoltura rappresentano il doppio asse attorno al quale ruota il programma, insieme al completamento della pianta organica per rendere più efficiente la macchina comunale.

Perché ha scelto di candidarsi a sindaco?
«Si è trattato di una scelta collegiale, non mi sono proposto io. Semmai ho accettato con grande onore questa proposta, perché – come ho più volte sottolineato – per indole, per professione e per forma mentis, non ci si può esimere dal fare politica, intesa come interesse per la polis, per la società in cui si vive immersi quotidianamente».

Quali sono i punti centrali del suo programma?
«La città non può e non deve rinunciare all’ottimismo e alla fiducia. Il nostro programma non ha punti centrali; sono tutti punti centrali, con un unico filo conduttore: la concretezza e la fattibilità di ogni singola proposta. Dal turismo al sostegno per l’agricoltura, passando per le opere pubbliche e l’attenzione all’ambiente, ogni punto del programma è stato studiato per l’interesse pubblico, da perseguire con impegno e – ribadisco – realistica concretezza».

È una campagna elettorale senza simboli di partiti. Qual è l’ideologia o la figura a cui fa riferimento?
«Dovessi fare un nome, direi Pertini, della cui forza politica e sociale l’eco non si spegnerà mai. Sono da sempre un socialista progressista, riformista e democratico, sono questi gli ideali a cui mi ispiro, nella politica come nella vita».

C’è un avversario che teme particolarmente?
«In un centro piccolo come il nostro, non si può parlare di timore degli avversari, semmai di un sereno confronto all’insegna del rispetto reciproco, del buon senso e del fine ultimo, che è sempre e soltanto il bene del paese».

Un pregio e un difetto dell’amministrazione uscente e del lavoro che ha fatto.
«Tra i pregi, oltre all’aver portato a termine quanto promesso cinque anni fa, ci sono l’onestà, la trasparenza, la determinazione e lo stakanovismo con cui si è proceduto per tutto il mandato. È un po’ mancata la comunicazione, tanto che molti ora credono si stia facendo tutto in questo ultimo mese. In realtà, in questo ultimo mese ci stiamo tutti impegnando a diffondere di più, ma i fatti sono stati costanti per tutti i cinque anni. Non è semplice comunicare, quando manca un ufficio stampa (non previsto nei piccoli Comuni). Forti di questa esperienza, dovessimo vincere la contesa elettorale, oltre a lavorare sodo, faremo in modo di comunicare l’operato. È vero che è più importante fare che dire, ma – per l’opinione pubblica – una cosa fatta e non detta sembra quasi svanire nell’oblio».

La sua squadra. Da chi è formata e perché credono nel suo progetto?
«Il mio gruppo è formato da donne e uomini di grande spessore, ciascuno con le proprie peculiarità. Dal professionista all’agricoltore, sono rappresentate tutte le fasce sociali cittadine in modo eccelso perché ogni candidato – oltre a rappresentare al meglio la propria categoria – aggiunge l’amore per il sociale (anch’esso manifestato nei modi più svariati) e per l’impegno civico, motivo per cui crediamo tutti nel progetto e ci supportiamo vicendevolmente».

È il candidato del Pd e ha il sostegno della sindaca uscente. Tra i nomi degli assessori designati c’è anche quello di un assessore della giunta Iurato, Giansalvo Allù. Sarà un’amministrazione all’insegna della continuità?
«In caso di vittoria, sarà un’amministrazione all’insegna della continuità con il buon operare di tutte le amministrazioni precedenti, a cui naturalmente darò la mia impronta».


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