Elezioni europee: perché l’eventuale esclusione di Michele Giuffrida e Giovanni La Via sarebbe un raggiro contro la Sicilia

TRA QUALCHE GIORNO CONOSCEREMO I NOMI DEGLI ELETTI AL PARLAMENTO DI STRASBURGO. SPERIAMO NON FINISCA COME CINQUE ANNI FA, QUANDO LA NOSTRA ISOLA PERSE DUE EURODEPUTATI. OGGI, SE SI VERIFICASSE UN FATTO DEL GENERE, SAREBBE GRAVISSIMO. E INGIUSTO. ECCO PERCHE’

Non sappiamo come finirà con la ripartizione dei seggi alle elezioni europee. Il tema riguarda il collegio Sicilia-Sardegna dove – secondo qualche osservatore che fa riferimento a quanto avvenuto cinque anni fa – la Sicilia potrebbe perdere due seggi. A rischiare, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, potrebbero essere Michele Giuffrida, eletta nel PD, e Giovanni la Via, eletto nel Nuovo centrodestra di Angelino Alfano.

A noi le eventuali esclusioni di Michela Giuffrida e di Giovanni la Via non ci convincono. E diciamo questo sulla base di un approfondimento e di un ragionamento. A nostro modesto avviso – se si dovesse configurare l’esclusione dei due candidati eletti in Sicilia – ci troveremmo davanti a un pronunciamento che avrebbe poco di giuridico e molto di ‘politico’. Ora proveremo a illustrare il perché.

Intanto va detto che nel collegio Sicilia-Sardegna sono stati eletti otto parlamentari: tre del PD (Renato Soru, Caterina Chinnici e la già citata Michela Giuffrida), due di Forza Italia (Salvo Pogliese e Salvatore Cicu), due del Movimento 5 Stelle (Giulia Mou e Ignazio Corrao) e uno del Nuovo centrodestra (il già citato Giovanni La Via).

Se andiamo ad analizzare la ripartizione tra le cinque circoscrizioni italiane delle elezioni europee notiamo già un particolare.

Alla prima circoscrizione (Italia Nord occidentale) – dove gli elettori aventi diritto sono 12 milioni e 851 mila – hanno assegnato 20 seggi.

Alla seconda circoscrizione (Italia Nord Orientale) – 9 milioni e 400 mia elettori – hanno assegnato 14 seggi.

Alla terza circoscrizione (Italia centrale) – 9 milioni e 763 mila elettori – hanno assegnato 14 seggi.

Alla quarta circoscrizione (Italia meridionale) – 12 milioni di elettori circa – hanno assegnato 17 seggi.

Alla circoscrizione Sicilia-Sardegna (Italia insulare) – 6 milioni e 100 mila elettori circa – hanno assegnato 8 seggi.

E’ noto che la legge elettorale europea penalizza le Regioni dove si recano a votare meno elettori.

In questo caso, la circoscrizione Sicilia-Sardegna parte penalizzata a prescindere dal numero di elettori che si recano a votare. Vediamo il perché.

Se ci fate caso, la prima circoscrizione ha un numero di elettori doppio rispetto alla circoscrizione Sicilia-Sardegna. Ma, a prescindere da chi si recherà ai seggi, la prima circoscrizione ha già quattro seggi in più (20 invece di 16). Visto che ha il doppio degli elettori aventi diritto della circoscrizione Sicilia-Sardegna, dovrebbe avere, in partenza, il doppio dei seggi – cioè 16 – e non quattro seggi in più!

Lo stesso discorso vale per la seconda circoscrizione, che ha un terzo di elettori in più di Sicilia e Sardegna. E che quindi, in partenza, a prescindere da chi si recherà ai seggi, dovrebbe avere un terzo di seggi in più di Sicilia e Sardegna, cioè 11 seggi. Invece ne ha 14!

Idem per la terza circoscrizione, che ha pure un terzo di aventi diritto al voto in più rispetto a Sicilia e Sardegna e che parte pure da 14 seggi!

Forse è corretto solo il rapporto tra la quarta circoscrizione e Sicilia e Sardegna. La quarta circoscrizione ha un numero doppio di elettori aventi diritto e ha assegnato, all’inizio, un numero di seggi che è pari al doppio più uno rispetto a Sicilia e Sardegna (17).

Come è facile notare, la ripartizione dei seggi tra le cinque circoscrizioni tiene già conto della serie storica delle elezioni europee. E penalizza le ultime due circoscrizioni assegnandogli, a prescindere da quanti elettori si recheranno a votare, meno seggi. Addirittura alla circoscrizione Sicilia-Sardegna, che dovrebbe avere, per numero di elettori aventi diritto, da 10 a 11 seggi, ne assegnano 8!

Come possiamo notare, la circoscrizione Sicilia-Sardegna è già stata penalizzata, a prescindere dal fatto che a votare vanno in pochi.

Il fatto che nella circoscrizione Sicilia-Sardegna abbia votato il 40,16 per cento significa poco. Perché già 2 o 3 seggi li ha persi già in partenza. Il fatto che nei primi tre collegi la percentuale di elettori che è andata alle urne è stata maggiore del 20 per cento significa poco, perché già Sicilia e Sardegna hanno perso 2-3 seggi.

E’ interessante un approfondimento fatto nei giorni scorsi dal quotidiano on line Ctzen, che ha intervistato Giovanni La Via.

“Io – ha detto Giovanni la Via – sono assolutamente tranquillo. Il ministero degli Interni ha attribuito i seggi in base alle regole stabilite al momento dei comizi elettorali e quelle valgono. Non ho alcun dubbio e poi c’è la sentenza Gargani che è garante di questo ragionamento”.

La Via fa riferimento a una sentenza del Consiglio di Stato del 2011. Giuseppe Gargani, alle elezioni europee di cinque anni fa, fu il primo degli esclusi del Pdl nella circoscrizione Sud. Penalizzato dalla solita storia: la scarsa affluenza alle urne.

Gargani ha presentato un ricorso al Consiglio di Stato. Che gli ha dato ragione. Stabilendo che i seggi devono rimanere quelli previsti ex ante. Proprio perché la penalizzazione viene applicata prima. E noi, conti alla mano, abbiamo dimostrato che la circoscrizione Sicilia-Sardegna è già stata abbondantemente penalizzata.

“Un precedente – scrive Ctzen – che per la prima volta peserà sulla definitiva ripartizione dei seggi italiani al Parlamento europeo, su cui l’ultima parola è attesa per mercoledì”.

Dunque, un’eventuale esclusione di Michela Giuffrida e Giovanni La Via, come detto all’inizio, avrebbe poco di giuridico e molto di ‘politico’. Successe cinque anni fa. Ma adesso non dovrebbe più succedere, soprattutto dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato.

Nel caso di Michela Giuffrida si tratterebbe di un caso di ‘cannibalismo’ del PD: una ‘furbata’ del Partito Democratico che toglierebbe il seggio alla candidata siciliana di Lino Leanza per assegnarlo a qualche sodale del PD del Centro Nord Italia.

Nel caso di La Via l’eventuale esclusione sarebbe follia. Ammettiamo pure che l’eventuale esclusione di La Via favorirebbe un candidato – o magari una candidata – di una circoscrizione da 12 milioni di elettori dove ha votato il 63 per cento di elettori.

Bene. In questa circoscrizione la percentuale presa dal Nuovo centrodestra è del 3,5 per cento.

Nel collegio Sicilia-Sardegna la percentuale presa dal Nuovo centrodestra è stata del 7,5 per cento. Anche tenendo conto del fatto che nella nostra circoscrizione ha votato il 40 per cento degli elettori e nella circoscrizione del Nord Italia ha votato il 63 per cento di elettori, il fatto che La Via ha preso, in proporzione, più del doppio dei voti del candidato (o della candidata) del Nord Italia annulla il 20 per cento di elettori in meno.

Di più: trattandosi di un candidato della Sicilia – e quindi di un europarlamentare che andrebbe tolto alla Sicilia – il raffronto andrebbe calcolato sulla percentuale di voti presi dal Nuovo centrodestra in Sicilia e non nell’intera circoscrizione Sicilia-Sardegna. E siccome in Sicilia il Nuovo centrodestra ha raggiunto il 9 per cento, l’eventuale esclusione di La Via suonerebbe come una sorta di ‘furto con scasso’ ai danni della Sicilia.

Su questo punto vorremmo essere chiari: noi non difendiamo Michela Giuffrida e Giovanni La Via, che sanno difendersi da soli. Noi difendiamo la Sicilia.

Due eurodeputati in meno alla nostra Isola nel momento in cui il Parlamento europeo comincia a contare qualcosa – anche in termini di influenza sull’esecutivo – sarebbe un fatto politicamente gravissimo. Anche, se non soprattutto, alla luce della sentenza del Consiglio di Stato.


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