È il centro della provincia di Palermo che si presenta al voto con il maggior numero di abitanti. L'unico che supera i 15mila e per cui sarà quindi necessario il ballottaggio. E la corsa è tutt'altro che scontata, con una pioggia di candidature, veleni, spaccature politiche e oltre 300 aspiranti per i 26 posti in Consiglio
Elezioni amministrative 2018 a Partinico, la corsa degli otto Tra cambi di casacca, candidati incerti e minacce preventive
Partinico, con i suoi oltre 31mila abitanti, si prepara alle votazioni del 10 giugno per eleggere il nuovo sindaco, e lo fa in un clima davvero arroventato e caratterizzato già da adesso da vistosi cambi di casacca che non sono passati inosservati, candidati al consiglio che si sono tirati indietro all’ultimo minuto e altri che affermano addirittura di non essersi in realtà mai candidati a sostegno di nessuno, e minacce preventive in nome però della correttezza e del rispetto di tutti. La scelta, intanto, sarà ampia: sono ben otto infatti i cittadini in corsa per ricoprire la carica di primo cittadino, per quattordici liste totali. Oltre 300, invece, i nomi di chi aspira a diventare consigliere comunale, a dispetto dei 26 posti disponibili in Consiglio.
Tra gli otto candidati in corsa per ricoprire la poltrona di sindaco c’è una sola donna, è Maria Grazia Motisi. Consigliera uscente della passata amministrazione, si presenta a queste amministrative sostenuta da tre liste civiche: L’alternativa, È ora di cambiare, Progetto Comune. Anche se a sostenerla, fino a poche settimane fa, erano inizialmente cinque liste: in aggiunta alle tre ufficiali, infatti, c’erano anche Idea Comune con Giovanni De Simone, lista misteriosamente sparita – ma non il nome associato, che salta fuori tra quelli in corsa per il consiglio nella lista Alleanza dei Siciliani a sostegno di un altro candidato a sindaco, Pietro Rao -, e GioVani Meetup Partinico, lista che rimane ma che adesso, a giochi conclusi e scadenze di presentazione consumate, si presenta a sostegno di un altro candidato a sindaco, Gaetano Porcasi.
Proprio lui, Porcasi, professore di storia dell’arte e pittore definito antimafia per il suo impegno civile manifestato e messo in pratica con i suoi dipinti (ha ritratto personaggi come Peppino Impastato e la madre Felicia, l’agente Nino Agostino e il padre Vincenzo, Beppe Fava e tanti altri) a Partinico e nei Comuni vicini è particolarmente noto. A sostenerlo c’è un’unica lista, quella appunto che fino a due settimane fa sosteneva invece Motisi sindaco. Una lista che, a parte il cambio di rotta recente, si caratterizza anche per la lettera “v” scritta in maiuscolo, che sembra quasi richiamare – inconsapevolmente o meno – quella, scritta pure in maiuscolo o distinta da inchiostro rosso accanto a lettere nere, del Movimento 5 Stelle. Che qualche elettore rischi di cambiare un candidato per un altro? Anche perché l’aspirante sindaco pentastellato è un ominimo, almeno nel nome. È Gaetano Costanzo, commercialista classe 1969, outsider di queste elezioni, che promette di riuscire a cambiare un paese saccheggiato per tanti anni da chi lo ha preceduto. E i suoi sostenitori, a mezzo social, non se le mandano certo a dire e lo scontro virtuale a volte arriva addirittura a contrapporre sacro e profano.
Poi c’è anche Salvatore Nobile, attualmente impiegato alle poste, che punta tutto proprio sul tema che gli sta più a cuore, quello dell’occupazione. Sostenuto da una sola lista, appunto Promozione lavoro, ha designato tre assessori di riferimento ma uno di questi, all’ultimo minuto, si è tirato indietro. È Salvatore Lo Iacono, che secondo alcuni concittadini, avrebbe cambiato idea a sorpresa per evitare possibili conflitti di interesse con alcuni suoi parenti anch’essi candidati a queste elezioni. Per lui requisito fondamentale per amministrare Partinico è appartenere al paese, esserci nato e cresciuto, viverci e conoscerlo davvero. Motivo che lo ha portato di recente a criticare alcune «coalizioni con assessori non di Partinico. Come si governa un paese se non lo conosci? Direttive indicate da Palermo, che vergogna».
Candidati indecisi e che danno forfait all’ultimo minuto – volontariamente o meno – anche tra i sostenitori del candidato sindaco Filippo Aiello, ex presidente del consiglio comunale uscente e storico consigliere e assessore del paese, sostenuto dalla lista Partinico protagonista e democratica. Tra i suoi candidati al consiglio fino a qualche giorno fa spuntava anche il nome della giovanissima Martina Cannarozzo, impegnata da anni in una società di pallavolo, che da poco avrebbe deciso di ritirarsi dalla competizione: «Non è l’orientamento politico a farmi paura, quanto la cattiveria mostrata. Il progetto a cui volevo prendere parte non è nato a mia insaputa, volevo pensare in grande per lo sport di questo paese e tutto ciò nasce dall’esperienza che sto facendo visibile a tutti – scrive sui social -. Ho dovuto fare un passo indietro per la cattiveria di una pseudopolitica esterna. Ringrazio chi già oggi tramite comunicato stampa mi ha mostrata chiara e apprezzata solidarietà». Solidarietà che arriva dagli avversari ma, anzitutto, dallo stesso Aiello: «Vicinanza a Martina per le vili pressioni e i meschini attacchi subiti da un certo ceto politico e sociale, che hanno bloccato le legittime aspirazioni politiche di una delle più belle eccellenze giovanili partinicesi».
Altro problema, invece, in casa centrodestra. Il candidato è, inaspettatamente, l’architetto Maurizio De Luca, sostenuto da quattro liste: Forza Italia, Diventerà bellissima, Rete civica e Idea Sicilia-Popolari autonomisti. Inaspettata perché lui il professore è tra i fondatori del movimento cittadino Partinico Città d’Europa, da cui sembra essersi allontanato solo di recente, per candidarsi poi a sorpresa con uno schieramento politico diverso. Una candidatura, quindi, minata già sul nascere da malumori e dubbi sull’«indispensabile caratura morale chiesta a un aspirante sindaco», per usare le parole con cui un suo ex amico militante del movimento ha scritto sui social. «Io sapevo la sinistra di sinistra. Io non rincorro ideologie, ma idee. E se non riconosco più il valore iniziale di un progetto, ho l’obbligo morale di fare una scelta», dice pubblicamente per spiegare il suo improvviso cambio di rotta.
Un cambio di rotta di cui si è resa protagonista anche una candidata al consiglio comunale nella lista Idea Sicilia-Popolari autonomisti a sostegno appunto di De Luca sindaco: si tratta di Roberta Oliva, giovanissima partinicese presidente dei giovani PD di Palermo dal 2016 che adesso si candida in una lista di centrodestra. Duro il commento dei giovani piddini, che parlano di «giovanile usata a uso e consumo proprio» e che hanno proclamato decadute la sua carica e la sua appartenenza al Pd. La ragazza, però, non ci sta e su La Reppubblica risponde con decisione: «Io resto di sinistra e la mia candidatura è indipendente. Nella foto per il fac-simile ho indossato una giacca rossa. Non è un caso». Intanto, a proposito delle nomine assessoriali, proprio il candidato a sindaco De Luca fa sapere che «saranno rimodulate» e che lui stesso «si farà carico di nominare una giunta innovativa con uomini e donne di sicuro affidamento e di comprovate competenze, soprattutto nei settori cardine per lo sviluppo dell’intero territorio». Significa quindi che i nomi degli assessori designati presentati alle 12 di mercoledì scorso sono fittizi, provvisori? Insomma, quelli attuali non sono di sicuro affidamento e non hanno le comprovate competenze? Perché candidarli allora?
Il settimo candidato a sindaco è proprio un ex collega di militanza di De Luca, prima del cambio di casacca. È il professore Mauro Nicolosi, sostenuto dalla lista nata proprio da quel movimento cittadino, Partinico Città d’Europa, coalizzato con Leu. Ma lui chiarisce subito: «Non siamo un movimento di sinistra, siamo un movimento trasversale, abbiamo gente di tutti gli orientamenti politici e ideologici, gente per tutti i gusti, è una coalizione civica aperta a tutte le istanze». Infine, c’è l’ex deputato nazionale Pietro Rao: lo sostengono due liste, Alleanza dei Siciliani e LEGAti a Rao sindaco salviamo Partinico, con un chiaro riferimento al leader del Carroccio Matteo Salvini. Ci tiene subito a precisare, insieme al suo staff, che il suo cammino verso le elezioni sarà contraddistinto dal «rispetto degli avversari, con toni e confronti pacati, senza mai scadere in attacchi diretti o indiretti». E precisa che «prendere atto di una diffamazione a mezzo stampa telematico sarebbe un antipatico problema che non vorremmo affrontare perché convinti della lealtà di ciascun avversario politico e del fatto che idee, soluzioni e soprattutto problematiche si possono esporre civilmente, senza scadere nell’attacco acerbo e violento nei confronti di chi riserva a Partinico la stessa attenzione e lo stesso amore». Un messaggio divulgato dal comitato elettorale del candidato e che ha tutta l’aria di essere, niente più e niente meno, una minaccia preventiva a siti e pagine social. Alla faccia della tanto osannata correttezza, insomma.