Il docente di Giurisprudenza è il nome a sorpresa che allarga a cinque la rosa degli aspiranti al vertice. Si voterà il 23 agosto e, a contendersi la vittoria, ci saranno anche Roberto Purrello, Vittorio Calabrese, Francesco Priolo e Salvatore Barbagallo
Elezione del rettore, in campo c’è anche Tino Cariola Cinque nomi per la successione di Francesco Basile
Un poker di candidati per l’elezione balneare del nuovo rettore dell’Università di Catania. Anzi no. La scadenza del termine per la presentazione delle candidature ha portato con sé la sorpresa di Agatino Cariola. Ordinario di Diritto costituzionale al dipartimento di Giurisprudenza, allievo del compianto Luigi Arcidiacono, ha ufficializzato stamane la sua corsa fra i cinque professori che vogliono contendersi l’incandescente eredità di Francesco Basile, dimessosi lo scorso 2 luglio. «Da questa università ho ricevuto tanto, forse è arrivato il momento di restituirle qualcosa, mettendoci la faccia», dice Cariola a MeridioNews poco dopo aver stilato una nota che condensa le sue motivazioni. Una scelta legata a doppio filo, dunque, al difficile momento che vive l’ateneo catanese. «Serve uno scatto di orgoglio – prosegue Cariola – che sappia superare gli smarrimenti del presente, correggere ciò che è da cambiare, sostenere pratiche sempre più trasparenti e avere la capacità a spiegarle all’esterno».
L’inchiesta della procura di Catania Università bandita ha travolto nomi di punta ed equilibri politici interni che parevano consolidati. Sarà uno fra Cariola, Roberto Purrello, Vittorio Calabrese, Francesco Priolo o Salvatore Barbagallo a dover vincere dunque una partita che dovrebbe giocarsi su schemi nuovi, o quantomeno costringere il corpo elettorale dell’Università a riassestarsi su convergenze e formule che cambiano. Cariola, fra tutti, sembra essere quello con il curriculum che annovera più spazio per i rapporti con la politica: consulente al Comune dell’ex sindaco Raffaele Stancanelli, fu uno dei nomi che più attirarono l’attenzione quando ancora, nel centrodestra, non era definitiva la candidatura dell’attuale sindaco Salvo Pogliese. Poi, dopo la sua vittoria, accettò l’incarico di curare il ricorso alla Corte dei conti per scongiurare l’inevitabile, ovvero il dissesto del Comune.
È ancora il decano dei professori ordinari, Vincenzo Di Cataldo, a dettare la tabella di marcia. Archiviate la chiacchiere sul commissariamento e l’ipotesi del rinvio della consultazione – agitata anche all’esterno dell’Università, con l’intento di evitare che lo stress test del voto potesse sovrapporsi all’estate e alle indagini ancora in corso – sarebbe già in via di definizione un calendario di dibattiti elettorali nei diversi dipartimenti, esteso fino al 2 agosto il periodo individuato. Poi, passate le ferie, ci sarà la scadenza del 23 agosto, quando i seggi saranno aperti dalle 9 alle 19. Poco probabile che, già in quell’occasione, uno dei candidati raggiunga la maggioranza assoluta degli aventi diritto, necessaria per essere eletti in prima votazione. Più verosimile che si consumino anche i passaggi della seconda e della terza votazione, lunedì 26 agosto e giovedì 29 agosto – quando per vincere serve ancora la maggioranza assoluta – per poi arrivare al turno di ballottaggio, già fissato per lunedì 2 settembre. Vi potranno accedere i due candidati che in terza votazione abbiano riportato il maggior numero di voti.
Quelle di Purrello e Calabrese erano state le candidature diventate definitive prima di tutte le altre. Impazzava ancora il totonomi allargato anche a Maurizio Caserta e Ida Nicotra, poi ritiratisi per ragioni differenti, quando il presidente della Scuola superiore di Catania, nonché direttore del dipartimento di Chimica, formalizzava la decisione. All’interno dell’ateneo lavorano anche i suoi due fratelli: Michele e Francesco Purrello. Il primo ordinario al dipartimento di Medicina e chirurgia e il secondo professore a Chimica. Lo seguiva a stretto giro Calabrese, ordinario di Biochimica clinica, già outsider alle elezioni del 2013, quando vinse Giacomo Pignataro. Si definisce un candidato anti-sistema: «Io mi sono fatto da solo – ha spiegato – e nelle stanze del potere non ci sono mai stato».
Ieri era stata invece la giornata di Salvatore Barbagallo e Francesco Priolo. Il primo, dal 2002 al 2008 preside dell’allora facoltà di Agraria, è ordinario di Idraulica agraria. Nel suo navigato curriculum anche un’esperienza alla Regione, durante il governo di Raffaele Lombardo, in veste di dirigente generale del Dipartimento interventi infrastrutturali per l’Agricoltura. Priolo è invece il direttore del dipartimento di Fisica e Astronomia e, fino all’anno scorso, occupava la poltrona alla Scuola superiore poi passata a Purrello dopo la nomina compiuta dall’ex rettore Basile.