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Elettrodomestici nei cassonetti, 17 indagati Cinque ai domiciliari, coinvolti dipendenti Rap
Cinque arresti e altre dodici persone indagate. Sono i numeri dell’operazione Parallelo, sul traffico di rifiuti a Palermo. A eseguire le misure cautelari, su disposizione del tribunale di Palermo, sono stati i carabinieri del Comando provinciale. I reati contestati sono di raccolta, trasporto, stoccaggio, riduzione volumetrica e smaltimento finale di rifiuti urbani e speciali, anche di natura pericolosa. Ai domiciliari sono finiti Filippo Picone, di 52 anni; Vincenzo D’Anna, di 37; Giovanbattista Misuraca, di 37; Antonino Guadagna, di 33; e Giovanni Mercurio, di 40.
L’indagine è iniziata partendo dall’abbandono di rifiuti e dal conseguente illecito smaltimento di rifiuti Raee nel quartiere di Partanna Mondello. Il fenomeno si verifica particolarmente nei mesi estivi. In mano agli ivnestigatori anche un esposto di un amministratore lcale in cui veniva descritto ciò che accadeva. Dagli accertamenti dei militari è emersa un’attività organizzata con protagonisti due gruppi criminali e prevedeva il ritiro e trasloco degli elettrodomestici in un contesto di totale illegalità.
I Raee, infatti, venivano poi abbandonati nei cassonetti di via Pandora, per poi essere smaltiti nell’autocompattatore da alcuni dipendenti della Rap, la società pubblica che si occupa del servizio di raccolta della spazzatura nel capoluogo. Il gruppo criminale sfruttava anche i locali del magazzino ex Onpi per ridurre le dimensioni dei Raee: all’interno, tramite l’uso di attrezzatura meccanica, gli elettrodomestici veninvano frammentati per favorirne lo smaltimento nei cassonetti.
Nell’indagine sono coinvolti anche i rappresentanti legali delle imprese che si sono affidate al gruppo per smaltire i Raee. Di queste operazioni, infatti, non veniva lasciata traccia sul registro di carico e scarico dei rifiuti. In totale è stato quantificato in mille tonnellate la quantità di rifiuti pericolosi e non disseminata nel territorio. Il valore complessivo dei beni sottoposti a sequestro ammonta a circa un milione e mezzo di euro.