Eleggeremo un Parlamento europeo che conta poco o nulla. A comandare saranno persone mai elette dai cittadini europei

NON E’ UN CASO CHE TANTA GENTE NON VUOLE ANDARE A VOTARE. PERCHE’ L’UNIONE EUROPEA NON E’ DEMOCRATICA. E’ SOLO UN INQUIETANTE E PERICOLOSO REGIME DISPOTICO

A pochi giorni dall’elezione dei membri del Parlamento europeo, è indispensabile per tutti i cittadini europei, e in modo particolare per quelli chiamati alle urne, fare una riflessione.

Che una parte considerevole del potere di gestire la cosa comune sia stata ceduta dai singoli Stati a chi comanda e gestisce l’Unione Europea è ormai evidente. Anno dopo anno, passo dopo passo, parti considerevoli dell’autonomia di gestione e dell’indipendenza dei Paesi europei sono state regalate (e senza avere nulla in cambio). Lo aveva annunciato Prodi, lo ha detto Monti, lo ha ripetuto Letta, lo ha confermato anche il tutore dei diritti degli italiani, il presidente Napolitano quando ha detto (il suo discorso è andato in onda su diversi telegiornali) che “è necessario cedere parti della sovranità nazionale….”.

Quello che nessuno ha detto, né agli italiani né ai cittadini degli altri Paesi europei, è che questa “cessione” ha e avrà ancor di più in futuro conseguenze tutt’altro che “democratiche”.

Si tratta di azioni condotte con la strategia dei piccoli passi. Mai una riforma decisa e unica, piuttosto decine di piccoli significativi interventi: oggi si cede il potere militare, o sue parti, un’altra volta il potere di decidere in campo finanziario, un’altra volta l’obbligo di adeguare le leggi dei singoli Paesi alle decisioni dell’Unione Europea.

Il vero problema, in realtà, è proprio questo: chi prende le decisioni a livello europeo? Chi ha in mano il vero potere?

Ovviamente, specie alla vigilia delle elezioni, la risposta sembrerebbe ovvia: il membri del Parlamento europeo. Invece la risposta non è così scontata, anzi.

Le principali funzioni del Parlamento Europeo sono:

il “controllo” sull’operato della Commissione Europea; l’esame delle proposte legislative della Commissione (non da solo ma insieme al Consiglio dell’Unione europea);

l’approvazione del bilancio annuale dell’Unione (sempre insieme al Consiglio dell’Unione europea).

In realtà le “decisioni” e le “scelte” del Parlamento europeo non sono delegate solo al Parlamento, ma devono essere prese e condivise con altri “enti”. “Enti” nessuno dei quali è eletto dai cittadini dell’Unione Europea.

Il potere del Parlamento europeo che anche noi siamo chiamati ad eleggere, in altre parole, è solo quello di avallare decisioni prese da “altri”. Soggetti che non sono stati eletti, né scelti in base a criteri meritocratici, né in base a criteri selettivi almeno “trasparenti”: sono stati semplicemente “incaricati”.

Ad esempio, abbiamo detto che molte delle decisioni del Parlamento devono essere “condivise” con il Consiglio dell’Unione europea. Ebbene il Consiglio dell’Unione è composto da un “rappresentante” a livello ministeriale per ciascuno Stato membro (art. 16 del Trattato sull’Unione europea) scelto in funzione della materia oggetto di trattazione. Questo “rappresentate”, quindi non è stato eletto o scelto dai cittadini, ma “incaricato” da qualcun altro con metodi che non hanno nulla a che vedere con processi “elettorali democratici”.

Un altro dei “soggetti” realmente dotato di poteri decisionali a livello comunitario, è la Commissione Europea (è quello che emana le leggi ed i decreti, gestisce il bilancio, soprassiede all’applicazione delle norme comunitarie nei vari settori, riprende gli Stati membri che non si adeguano ai regolamenti, sanziona gli Stati inadempienti, rappresenta l’Unione nella politica estera, invia le direttive ai governi).

Ebbene, la Commissione è composta da 28 commissari, scelti tra “personalità di spicco” degli Stati membri (cui si aggiungono il Presidente e l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, PESC, in veste di vicepresidente). I commissari non sono legati da alcun titolo di rappresentanza con lo Stato da cui provengono, anzi: in quanto membri della Commissione devono agire nell’interesse generale dell’Unione e non nell’interesse dei singoli Paesi (art. 17 del Trattato sull’Unione Europea, TUE).

È per questo che la Commissione viene definita come “organo di individui” (a differenza del Consiglio che è definito come “organo di Stati”). Anche il diritto, preannunciato da alcuni media e sancito dal TUE, di cedere agli elettori il potere dei eleggere il Presidente della Commissione pare sia stato messo in discussione nei giorni scorsi (del resto, alzi la mano chi ha visto in Italia un solo spot con la candidatura a presidente della Commissione Europea).

Altro organo dotato di forti poteri decisionali (dato anche il potere economico che detiene) è la Banca Centrale Europea. L’organizzazione della BCE, creata sulla falsariga della Bundesbank tedesca, prevede che organi direttivi siano (articolo 109A del Trattato) il Comitato esecutivo, presieduto dal Presidente (o Governatore) e da quattro membri nominati dal Consiglio europeo (quindi nessuno eletto dai cittadini), e il Consiglio direttivo, che è costituito dai membri del Comitato esecutivo e dai rappresentanti delle altre banche appartenenti all’eurosistema (con l’esclusione dei rappresentanti delle Banche centrali dei Paesi non aderenti all’euro). Ancora una volta nessuno che sia stato eletto. Eppure il potere e il peso economico sui vari Stati dell’Unione della BCE è enorme.

E la storia continua con la Corte di Giustizia, che è composta da un giudice per ogni Stato membro, assistito da otto avvocati generali. Naturalmente sia i giudici che gli avvocati generali sono nominati di comune accordo dai governi degli Stati membri (e non dai Parlamenti, cioè da chi è stato eletto). Ancora una volta si tratta di soggetti scelti da persone non elette democraticamente.

E così via discorrendo per le varie “agenzie” (sono diverse decine) sparse in giro per l’Europa e delegate alla gestione o all’analisi di problemi specifici (dall’immigrazione clandestina alla ricerca, dalla formazione ai problemi del traffico marittimo): nessuna di queste (sebbene gestite grazie ai soldi dei contribuenti europei) è diretta da persone elette dai cittadini europei.

Per non parlare degli enti ultimi nati. Come il Meccanismo europeo di stabilità (MES), detto anche Fondo salva-Stati, istituito nel 2011, in seguito alle modifiche al Trattato di Lisbona (art. 136). Nato come fondo finanziario europeo per la stabilità finanziaria della zona Euro (e quindi non legato a tutti i Paesi UE), ha assunto il ruolo di organizzazione intergovernativa. Infatti la sua struttura è organizzata con un “consiglio di governatori” formato da “rappresentanti” degli Stati membri ed un consiglio di amministrazione. Tutte persone mai elette da nessun cittadino europeo.

Eppure a questo ente è stato attribuito il potere di imporre ai singoli Stati alcune scelte sulla politica macroeconomica interna. Quindi un potere enorme, ben al di là dei confini nazionali, sebbene lasciato nelle mani di persone selezionate non si sa sulla base di quali criteri (e di certo non elette).

E si potrebbe continuare a lungo. La verità è che, passo dopo passo, goccia dopo goccia, tutti i Governi che si sono succeduti negli ultimi decenni (anche quelli nominati da Parlamenti illegittimi, eletti con un sistema elettorale incostituzionale) hanno permesso che si creasse un sistema di gestione della “cosa pubblica” italiana, che, non solo non è più italiano (dato che è stato ceduto e continua a esserlo, giorno dopo giorno, senza che nessuno dica una sola parola), ma (cosa ancora peggiore) non è diretto da soggetti eletti dai cittadini europei.

Oggi, tutte le decisioni che riguardano gli oltre 300 milioni di europei, vengono prese da gruppi di potere (questo è il loro vero nome) durante riunioni a porte chiuse.

Il bilancio dello Stato italiano, la spesa sociale, gli aiuti alle imprese, ma anche le medicine da prendere o la scelta dei prodotti da mangiare o meno, le opere pubbliche da realizzare, tutto viene deciso da “soggetti” nessuno dei quali è stato eletto.

E mentre in Italia i gruppi politici si scambiano scaramucce preelettorali (inutili dato che i candidati sono spesso gli stessi esemplari di HOMO POLITICUS che hanno causato disastri nella Prima e nella Seconda Repubblica e per la terza si stanno dando da fare), in Europa il potere è stato concentrato nelle mani di poche decine di persone.

Tra pochi giorni gli elettori europei andranno alle urne (anche se molti prevedono un’affluenza in calo). Per quei pochi che entreranno nei seggi elettorali la cosa più triste non sarà trovare in cima alle varie liste, esemplari di HOMOPOLITICUS ormai arcinoti, né sapere che queste persone parteciperanno solo sporadicamente alle sedute del Parlamento europeo (pur godendo di lauti compensi). La cosa più triste è che andranno a votare forse coscienti, dopo un’attenta riflessione, che la loro vita e quella dei loro figli sarà nelle mani non dei rappresentanti eletti dalla maggioranza dei cittadini europei, ma di altri, nessuno dei quali mai eletto, nessuno dei quali mai “scelto”, nessuno dei quali si curerà mai dei loro interessi, ma solo ed esclusivamente degli interessi (bancari) di chi li messi come pedine a ricoprire quella posizione…

(Foto di prima pagina tratta da iuventicus.org)

 

 

 

 


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