“Egregio presidente Crocetta, sulla cooperazione lei ha cattivi informatori”

I VERTICI DI AGCI, CONFCOOPERATIVE, LEGACOOP, UNCI E UNICOOP HANNO SCRITTO UNA LETTERA AL GOVERNATORE DELL’ISOLA. “QUESTA – SCRIVONO I RAPPRESENTANTI DELLE CENTRALI COOPERATIVE – NON E’ RIVOLUZIONE, MA IL MANTENIMENTO DELLA LOGICA ASSISTENZIALE”. SULLO SFONDO LO SCIPPO DI 25 MILIONI DI EURO DAL FONDI IRCAC DESTINATI ALLA SPESA CORRENTE. (In calce il testo integrale della lettera) 

Hanno aspettato che l’Ars approvasse la legge di assestamento di Bilancio 2014. Mantenendo il silenzio anche quando il presidente della Regione, Rosario Crocetta, non ha usato toni teneri vero il mondo della cooperazione siciliana (L’Ircac? – ha detto Crocetta- è servito solo a pagare stipendi”). E sono rimasti zitti anche quando Governo e Ars hanno ‘alleggerito’ l’Ircac (Istituto regionale per il credito alla cooperazione) di 25 milioni di euro. Soldi tolti al mondo della cooperazione dell’Isola (di fatto, risorse per investimenti) per essere destinati alla spesa corrente. (a destra, foto tratta da monrealepress.it)

Oggi, a bocce ferme, i responsabili di  Agci, Confcooperative, Legacoop, Unci e Unicoop hanno preso carta e penna e hanno scritto una lettera al governatore della Sicilia.

Nella lettera i rappresentanti delle centrali cooperative chiedono un incontro urgente al presidente Crocetta. Ricordando al capo della Giunta che la cooperazione, in Sicilia è “l’unico settore economico che, dal 2008 al 2013, ha prodotto una crescita occupazionale del 7,1%”.

“Le dichiarazioni che, dopo l’approvazione della legge finanziaria, abbiamo sentito in questi giorni sull’Ircac e, indirettamente, sul movimento cooperativo e le sue associazioni di rappresentanza – scrivono i presidenti delle 5 centrali cooperative – hanno destato in noi stupore. Non è vero che è stata condotta da noi una battaglia di retroguardia sull’Ircac. Né che si volevano difendere stipendifici”.

“Del resto – continua la lettera – la norma sull’Ircac proposta dal Governo ed approvata dall’Ars non riduce alcuno stipendio, sia esso giustamente o ingiustamente erogato. Anzi. Essa non fa altro che togliere risorse destinate ad investimenti (e quindi ad occupazione) nelle cooperative (25 milioni di euro!) e indirizzarli al mantenimento dei costi (inclusi gli stipendi) dei forestali”.

Poi l’affondo: “Chiamiamola con il suo vero nome: questa non è la rivoluzione, è il mantenimento della logica assistenziale che tanto male ha fatto alla Sicilia negli anni passati!”.

Per questo, le Centrali cooperative auspicano un confronto sull’argomento.

“Conosciamo la sua storia – scrivono – e abbiamo la seria preoccupazione che Lei venga male informato. Che ci siano intorno a Lei suggeritori che non Le rappresentano, in buona o malafede, la realtà dei fatti”.

E concludono: “Desideriamo come Lei il bene della Sicilia. Saremo accanto a chi intende perseguirlo attraverso la discontinuità con il passato ed un serio progetto di sviluppo”.

Di seguito il testo integrale della lettera:

Caro Presidente,

Conosciamo la Sua storia personale e politica che ha sempre manifestato grande attenzione e sensibilità verso il mondo del lavoro e delle imprese cooperative. Lei infatti conosce bene le cooperative e sa che sono, nella loro quasi totalità, piccole imprese che hanno tutelato il lavoro in Sicilia in questi anni di crisi. Dal 2008 al 2013 hanno infatti prodotto, unico settore economico in Sicilia, una crescita occupazionale del 7,1%.

Per queste ragioni hanno destato in noi molto stupore le dichiarazioni che, dopo l’approvazione della legge finanziaria, abbiamo sentito in questi giorni sull’IRCAC e indirettamente sul movimento cooperativo e le sue associazioni di rappresentanza.

Non è vero infatti che è stata condotta da noi una battaglia di retroguardia sull’IRCAC. E non è vero che si volevano difendere stipendifici. Sappia che nella lotta agli sprechi ed agli stipendifici Lei ci troverà sempre al Suo fianco.

E del resto la norma sull’IRCAC proposta dal Governo ed approvata dall’ARS non riduce alcuno stipendio, sia esso giustamente o ingiustamente erogato. Anzi. Essa non fa altro che togliere risorse destinate ad investimenti (e quindi ad occupazione) nelle cooperative (25 milioni di euro!) e indirizzarli al mantenimento dei costi (inclusi gli stipendi) dei forestali.

Intendiamoci, noi siamo ben consapevoli che questa è una scelta politica che Governo e Parlamento possono legittimamente fare. Però chiamiamola con il suo vero nome: non è la rivoluzione, è il mantenimento della logica assistenziale che tanto male ha fatto alla Sicilia negli anni passati!

Lei, Presidente, ha una storia diversa, ha una storia fatta di lotta ai privilegi ed al sistema del malaffare, ha una storia che autorizza i siciliani ad aspettarsi segnali di forte discontinuità ed in controtendenza rispetto al passato.

Noi La invitiamo allora calorosamente a spendere, con il coraggio che ha sempre mostrato, questa Sua storia personale in un disegno che sia rivoluzionario nei fatti, per dare una speranza ai tanti giovani che oggi stanno scappando dalla nostra regione. È di questo che secondo noi ha bisogno la Sicilia!

Con questo stesso spirito La invitiamo a promuovere un serio e franco confronto con noi, a partire dall’IRCAC.

Noi sull’IRCAC non abbiamo nulla da difendere se non i diritti delle cooperative siciliane a crescere in una condizione di libero mercato. Ed in quest’ottica non è vero che l’IRCAC non serve alle cooperative siciliane. Serve eccome. Le piccole imprese cooperative, quelle che hanno prodotto la crescita dell’occupazione di cui sopra, sono spesso sottocapitalizzate ed oggi, con la stretta del credito, la crisi di mercato ed i ritardi di pagamento della pubblica amministrazione, hanno una particolare sofferenza finanziaria. L’IRCAC serve loro come è servito in 50 anni di attività che ha permesso l’accesso al credito a costo accessibile rispetto alla meno conveniente offerta bancaria. E per inciso: se l’IRCAC ha funzionato meno in questi ultimi anni non è certo per mancanza di domanda delle cooperative quanto per la scelta della Regione di Commissariare l’Istituto da ormai 8 anni e senza alcuna motivazione nonostante la diversa previsione di legge.

Per questo ci auguriamo vivamente di poterci confrontare sull’argomento, perché abbiamo la seria preoccupazione che Lei venga male informato. Che ci siano intorno a Lei suggeritori che non Le rappresentano, in buona o malafede, la realtà dei fatti. E peraltro la lettura della relazione di accompagnamento alla legge finanziaria (sub articolo 31 nella vecchia formulazione oggi articolo 61) e del resoconto stenografico delle relative dichiarazioni in Aula, induce in noi il serio dubbio sul fatto che la norma in questione sia effettivamente dotata dell’indispensabile copertura finanziaria e che ciò induca il rischio di una nuova impugnativa del Commissario dello Stato con le stesse motivazioni con le quali è già intervenuto sull’argomento.

Per questi motivi La invitiamo ancora una volta a confrontarsi con noi. Poi, se non la convinciamo, seguirà, com’è giusto, le Sue decisioni. Noi, Presidente, desideriamo come Lei il bene della Sicilia. E saremo accanto a chi intende perseguirlo attraverso la discontinuità con il passato ed un serio progetto di sviluppo.

AGCI CONFCOOPERATIVE LEGACOOP UNCI UNICOOP

Nota a margine

I rappresentanti del mondo della cooperazione della Sicilia hanno ragione da vendere. Il nostro giornale non risparmia critiche a questo settore. Non ci piace – e l’abbiamo più volte scritto – la speculazione messa in atto con la gestione dei centri per il ricovero dei minori non accompagnati arrivati con i barconi degli immigrati.

Ma in questo caso i leader delle centrali cooperative dell’Isola hanno ragione. Sono fuori luogo le parole del presidente Crocetta sull’Ircac. Ed è un grave errore togliere 25 milioni di euro agli investimenti nel settore cooperativo per trasformarli in spesa corrente.

Non ha senso ‘bruciare’ in un solo anno le risorse di un fondo di rotazione che potrebbe creare un circuito virtuoso, creando vera e duratura occupazione.

Non sappiamo se ci sono le condizioni per impugnare questo maldestro e insensato articolo della legge di assestamento di Bilancio. Ma noi ci auguriamo che l’Ufficio del Commissario dello Stato salvi questo fon do di rotazione.

 


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