Ego te ‘sbaptizo’ in nome della laicità

Che cos’hanno in comune l’astrofisica Margherita Hack, il matematico Piergiorgio Odifreddi, l’ex ministro delle pari opportunità Laura Balbo e il vignettista Sergio Staino? Sono tutti atei. Ma non solo: sono atei militanti, nel senso che il loro nome figura nel comitato di presidenza dell’UAAR (Unione italiana degli atei e degli agnostici razionalisti). Un’associazione che si definisce «indipendente da qualsiasi forza politica» e mira a raggiungere «l’effettiva laicità dello Stato italiano». Anche attraverso iniziative curiose come quella dello “sbattezzo”.

Ma che cos’è lo “sbattezzo”? Lo abbiamo chiesto al segretario nazionale dell’UAAR, Giorgio Villello. «Si tratta di un diritto che deve essere garantito a tutti i cattolici che non si riconoscono più nella chiesa cattolica o che, per qualunque motivo, sono diventati atei o agnostici. In molti potrebbero sentire la necessità di cancellare gli effetti civili del battesimo».

«I motivi che possono spingere un ateo a cancellare il battesimo possono essere diversi – continua Villello – ma nessuno di questi ha a che fare con una sorta di ripicca nei confronti della chiesa cattolica. Nessuna associazione laica porterebbe avanti motivazioni del genere. Il primo motivo per cui promuoviamo lo “sbattezzo” è il diritto che si arroga la chiesa cattolica di parlare a nome di tutta la popolazione cattolica italiana, calcolabile intorno al 90% del totale. La chiesa infatti conteggia tra i cattolici tutti coloro i quali si sono battezzati. Poco importa se queste persone battezzate hanno poi continuato con i sacramenti o continuano ancora a riconoscersi nella religione cattolica».

Lo “sbattezzo”, insomma, servirebbe a rimettere a posto le statistiche e a ridimensionare l’influenza della chiesa sulla politica italiana. Ma il problema fondamentale di questa iniziativa è l’impossibilità di controllare quante persone hanno avviato e concluso con successo la procedura. L’unico dato certo è che, al giorno d’oggi, circa 50.000 persone hanno scaricato il modulo cartaceo per lo “sbattezzo” dal sito dell’UAAR.

«Alcuni parroci – spiega ancora Villello – spesso si oppongono alla cancellazione dai registri della chiesa del nome delle persone che hanno deciso di cancellare il loro battesimo. Addirittura i parroci un po’ più tradizionalisti convocano le persone che hanno inoltrato la richiesta di “sbattezzo” per opporsi alla cancellazione o, nella peggiore delle ipotesi, per tentare di dissuadere i pretendenti “sbattezzati”». Se i parroci dovessero opporsi alla cancellazione dai registri si potrà fare ricorso in Cassazione pagando 150 euro, cifra che verrà rimborsata nel momento in cui il parroco venisse condannato e obbligato alla cancellazione dai registri dei battezzati.

Il comitato di presidenza dell’UAAR non è operativo: i personaggi illustri che ne fanno parte prestano solo il loro nome alle iniziative portate avanti dall’associazione, che elegge periodicamente i suoi dirigenti, pubblica una rivista e assegna anche un premio cinematografico. Il sito dell’associazione presenta un insieme di iniziative piuttosto vario: dalle tradizionali battaglie contro l’ora di religione o l’otto per mille alla chiesa cattolica, alle più provocatorie campagne per la depenalizzazione della bestemmia in luogo pubblico o contro l’inquinamento acustico da campane.

Link:
http://www.uaar.it/laicita/sbattezzo/


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