Educazione finanziaria: la Sicilia tra le regioni più impreparate. E le donne risultano meno consapevoli

Niente a che vedere con saper far di conto. Ma con la capacità di gestirlo, il denaro, e di saper far fronte a occasioni e difficoltà. È l’educazione finanziaria, su temi economici come finanza e assicurazioni, abbastanza scarsa in Sicilia. L’Isola – e, soprattutto, le sue cittadine – risultano tra le regioni più impreparate. Almeno secondo quanto emerge dall’Edufin Index 2024, elaborato da Alleanza Assicurazioni, in cui l’Isola raggiunge un indice di 52 punti, uno in meno della media attribuita a Sud e Isole. E ben al di sotto della media italiana, a sua volta insufficiente. Un indice che restituisce anche le differenze anagrafiche e di genere. E su queste ultime, in particolare, la compagnia ha scelto di concentrarsi, anche come strumento di indipendenza femminile e contrasto alla violenza di genere. Spesso di natura economica o facilitata dall’assenza di alternative.

La scarsa consapevolezza finanziaria dei siciliani

Andando al cuore dell’Edufin Index 2024 e scomponendo la scarsa performance siciliana, si rileva come l’Isola sia un punto indietro alla media del Meridione anche nei comportamenti che riguardano la gestione delle finanze. Un scarsa confidenza con il tema ancora più evidente nelle donne: con le siciliane a 6 punti di distanza dagli uomini dell’Isola. Uno in più rispetto al gap di genere italiano. E non va meglio per età, con i giovani siciliani tra i 18 e i 34 anni sotto di 2 punti rispetto alla media nazionale. Il progetto di studio nasce dall’Osservatorio sulla consapevolezza e i comportamenti finanziari e assicurativi degli italiani, promosso dalla compagnia del gruppo Generali insieme a Fondazione Mario Gasbarri, e con la collaborazione scientifica di SDA School of Management dell’università Bocconi di Milano.

Il tour dell’educazione finanziaria passa per la Sicilia

Per provare a ridurre il divario è nato il Tour dell’Educazione Finanziaria. Che porta i risultati – insieme al dibattito sul tema e a momenti di formazione per migliorare la propria consapevolezza – in giro per l’Italia. Con 14 tappe: ieri, il tour ha fatto sosta a Catania, in partnership con Adecco e con la Fondazione per l’educazione finanziaria e al Risparmio (ABI). Un obiettivo condiviso dall’Onu, che ha inserito la cultura finanziaria tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Ogni tappa è divisa in due fasi. La prima, al mattino, dedicata all’evento Contiamo Pari, rivolto agli studenti delle classi quarte e quinte delle scuole primarie. Per promuovere tra i giovanissimi, anche in Sicilia, i concetti fondamentali dell’educazione finanziaria e provare a decostruire gli stereotipi di genere proprio nell’età della formazione. Il pomeriggio di ogni tappa del tour è, invece, dedicato alle donne, con i Rituali di benessere finanziario, a cui collabora anche Rame, piattaforma media con l’obiettivo di aiutare le persone a migliorare la gestione delle proprie risorse finanziarie.

L’impegno delle donne per ridurre la disparità

«L’educazione finanziaria e assicurativa è una leva efficace per una maggiore equità sociale – commenta Claudia Ghinfanti, responsabile Marketing e Comunicazione di Alleanza Assicurazioni -. Noi ci impegniamo da anni su questo fronte, con i nostri consulenti sul territorio. Ma, con questo tour, vogliamo contribuire in particolare a migliorare l’indipendenza finanziaria delle donne. Come strumento di emancipazione, empowerment al femminile e tutela della persona. In un Paese in cui circa una violenza su tre, tra quelle denunciate dalle donne, è di natura economica».

«Dal nostro Osservatorio emerge, inoltre, che il divario di genere nei salari, a livello nazionale, si attesta ancora intorno al 22,5 per cento», aggiunge Virginia Stagni, a capo dell’ufficio marketing e della comunicazione per l’Italia di Adecco. Un divario che si può colmare solo con «strumenti concreti per prendere decisioni informate – conclude Stagni -. Per pianificare il proprio futuro, lavorativo e non, e partecipare attivamente alla vita economica del Paese. È solo attraverso una cittadinanza consapevole e competente che possiamo costruire una società più equa, resiliente e sostenibile».


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