Ecce Homo, il ritorno di Gesù nelle vesti di un migrante Dall’amore alla morte in uno spettacolo che fa riflettere

Umano, curioso, vero. Sono questi i tratti distintivi del moderno Gesù Cristo protagonista di Ecce Homo, spettacolo scritto e diretto da Antonio Ciravolo e prodotto da Nudalava, neonata associazione catanese tutta al femminile, con Giovanni Arezzo a prestare voce e corpo al nostro Salvatore.

Protagonista della piece è Gesù, nuovamente inviato dal suo famoso Padre sulla Terra per vedere che combinano gli umani. Solo che stavolta non nasce nella grotta di Betlemme e non viene cullato dalle amorevoli braccia di Maria e Giuseppe: ha 37 anni, è un migrante e, una volta sbarcato, si trova in un mondo decisamente diverso rispetto a quello che ricordava.

Il nostro Cristo ci ricorda di amare, di non chiedere troppo e sempre, di utilizzare gli occhi non solo per guardare noi stessi, ma anche gli altri. Rammenta a tutti di accettare chiunque, specie, chi è diverso da noi, e di non giudicare. Chiede e spera in una Chiesa diversa, priva di fronzoli e di gerarchie e piena di amore e accoglienza. È un Cristo che si è davvero fatto uomo, spinto dal fortissimo desiderio di esserlo davvero e di smettere di essere “il figlio di…” e di diventare padre.

Ecce homo. Già il titolo induce a pensare tutto questo. Ecco l’uomo, l’uomo vero che è tornato e si è mischiato a noi ed è diventato come noi. Con estrema leggerezza l’autore riesce a far parlare Gesù di temi importanti che, molto spesso, dimentichiamo ma che invece dovremmo tenere bene a mente. La cosa che colpisce maggiormente è la semplicità con cui l’attore protagonista, l’unico sulla scena, dà vita a un personaggio per nulla facile in maniera molto naturale. 

Il palcoscenico, la piccola sala del Teatro del Canovaccio – in cui lo spettacolo andrà in scena lunedì e martedì -, diventa fin da subito culla dell’intera umanità. Ecce homo è uno spettacolo che fa riflettere, commuovere e anche sorridere e che pone lo spettatore davanti agli importanti temi dell’amore e della morte. Da sempre yin e yang della nostra esistenza. Discorso a parte meritano le musiche di scena: apparentemente anacronistiche o inadeguate per le orecchie più distratte; perfette e puntuali per quelle più attente.


Dalla stessa categoria

I più letti

Giustizia per Emanuele Scieri

Sono stati condannati i due ex caporali Alessandro Panella e Luigi Zabara. Finisce così il processo di primo grado con rito ordinario per l’omicidio volontario aggravato del parà siracusano Emanuele Scieri, avvenuto all’interno della caserma Gamerra di Pisa nell’agosto del 1999. Per loro il procuratore Alessandro Crini aveva chiesto rispettivamente una condanna a 24 anni e 21 anni, […]

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo