e a sera Palermo si scoprì di sinistra

I risultati, mentre scriviamo, non sono definitivi. Ma già, al di là di tutto – anche al di là delle ‘letture’ sulle storie dei singoli candidati – un dato emerge con chiarezza: Palermo, in questa lunga serara elettorale, si scopre città di sinistra.

Al ballottaggio, piaccia o no, vanno due candidati di centrosinistra, Leoluca Orlando e Fabrizio Ferrandelli. Nessuno dei due ha alle spalle storie personali e politiche di sinistra. Ma entrambi – il primo con una storia matura, il secondo giovane, ma impegnato nel sociale – sono espressione di un mondo politico aperto alle istanze tipiche della sinistra libertaria e del cattolicesimo sociale che ha in Sicilia le proprie vere radici.

Insieme, i voti di Orlando e Ferrandelli sfiorano il 65 per cento. Più complessa la lettura del voto delle liste. Dove il buon risultato ottenuto dalla sinistra viene un po’ offuscato dalla presenza di tante liste e dalla difficoltà a leggere il posizionamento di alcune formazioni politiche (è difficile ad esempio, classificare nel centrodestra il Movimento 5 Stelle dei grillini…).

Il dato, lo ripetiamo, è parziale. E potrebbe anche cambiare di qualche punto percentuale. Però un altro elemento salta agli occhi: l’ ‘invincibile armata’ del centrodestra non c’è più, a Palermo e nel resto della Sicilia. ‘Inghiottita’ da faide, divisioni e crisi varie.

Qualcuno osserva che, dopo la caduta di Totò Cuffaro, con la sua condanna nel 2008, il centrodestra siciliano è andato sempre indietro. Sul fatto che sia andato indietro non ci sono dubbi. Ma che ciò sia dipeso solo dalla caduta di Cuffaro sembra una forzatura. Se non altro perché tale analisi dimentica il ruolo, non certo secondario, esercitato da Berlusconi, ‘abilissimo’ a sfasciare l’alleanza di centrodestra a Roma (il riferimento è alla celebre ‘cacciata’ di Gianfranco Fini dal Pdl). E il ruolo, altrettanto ‘lungimirante’, di Gianfranco Miccichè in Sicilia, del quale i palermitani ricordano il ‘regalo’ di Diego Cammarata sindaco e la ‘sponda’ che ha offerto per quasi due anni a Raffaele Lombardo alla Regione, quando ha spaccato il suo partito, reo di non averlo appoggiato, nel 2008, nella sua corsa alla presidenza della Regione.

Nei suoi vaneggiamenti vacui e fatui tesi a giustificare il trasformismo e l’affarismo del suo partito, il capogruppo del Pd all’Ars, Antonello Cracolici, si vanta spesso di avere “spaccato il centrodestra” in Sicilia. In realtà, Cracolici e il Pd non hanno spaccato nulla: hanno fatto tutto gli esponenti del centrodestra, che in questi ultimi cinque anni hanno passato il tempo abeccarsi come i celebri capponi di Renzo. Il Pd siciliano ha solo ‘mangiato’ la mela avvelenata di Lombardo. Un ‘peccato’ del quale ancora non si conoscono gli effetti.

Dalla Regione è arrivata solo una grande confusione. E uno stile di governo con molte ombre e pochissime luci. Mentre oggi, da Palermo, arriva un segnale incoraggiante. E sbaglia, l’onorevole Giuseppe Lumia, ad alzare i toni dello scontro con Leoluca Orlando. E con lui sbagliano quelli che gli tengono bordone.

Lumia, ai tempi della ‘Primavera’ di Palermo e poi della Rete, era un politico di seconda e terza fila, con molte velleità, ma senza grandi intuizioni politiche. Ha fatto fortuna da buon ‘Professionista dell’antimafia’, producendo molte chiacchiere e pochi fatti concreti. E tra le cose ‘concrete’ che ha prodotto ce ne sono alcune delle quali è meglio non parlare.

Lumia, prima di ‘liberare’ dalla propria bocca certe affermazioni dovrebbe ricordare – perché certe cose o non le conosce, o non gli ha mai dedicato qualche riflessione – che Orlando è stato il primo sindaco ‘non moderato’ espresso da Palermo nella storia della Repubblica italiana. E’ riuscito a farlo nella seconda metà degli anni ‘80; ed ha replicato per sette anni, dal 1993 al 2000 (in realtà, c’era riuscito anche nel 2007, battendo il centrodestra di Diego Cammarata, ma è stato fermato con i brogli elettorali, come ha certificato la magistratura). Orlando è stato ed è ancora l’unico esponente politico che è riuscito a portare una buona fetta dell’elettorato moderato di Palermo in un’area progressista.

Anche il risultato di oggi ripropone, in modo netto, la capacità di uomo politico di convincere un elettorato tradizionalmente moderato a guardare e a credere con fiducia a uno stile amministrativo progressista, e oggi anche di sinistra, alla luce dello straordinario successo alle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale della lista ‘La sinistra e gli ecologisti per Palermo’.

Lumia, Antonello Cracolici e i vari esponenti del Pd che ‘trafficano’ con il Governo della Regione si devono rassegnare. Tra quindici giorni, quando i palermitani riavranno il ‘loro’ sindaco – cioè Leoluca Orlando – per loro si chiuderà un ciclo. Ne prendano atto. E se ne facciano una ragione.

Il trionfo di Orlando umilia il Pd. E vola l’Idv
Palermo, il volo di Orlando: 46,3%

 

Lumia inventa accordi Orlando-Cammarata dimenticando che lui con Lombardo…

 

 


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