Due docenti di letteratura italiana a confronto

Nome:

Sebastiano
Felice

Cognome:

Grasso
Rappazzo

Professione:

Docente di Letteratura Italiana della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Catania
Docente di Letteratura Italiana della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Catania

Lei è un docente universitario: chi gliel’ha fatto fare????

Bè, ci sono sicuramente dei contro, come ad esempio il carico di lavoro, che negli ultimi anni sta diventando davvero insostenibile, ma rimangono anche numerosi pro e mi riferisco soprattutto al momento delle lezioni dove ho un rapporto vivo ed attivo con gli studenti. Lì mi sento realizzato.
Ai miei tempi era sicuramente un’ottima opportunità fare il docente. Certo, l’eccessiva burocratizzazione non aiuta assolutamente, anzi provoca numerose scocciature che inevitabilmente creano delle difficoltà logistiche.

Lo studente per lei è: a) un rompiscatole. b) uno stimolo. c) una cavia da laboratorio

Un rompiscatole sicuramente no. Una cavia da laboratorio, bè lo è nella misura in cui lo siamo anche noi docenti. Purtroppo non è nemmeno uno stimolo perché tra docenti e discenti rimane sempre un rapporto abbastanza “freddo”, dovuto anche all’alto grado di burocratizzazione cui siamo sottoposti entrambi.
Un rompiscatole no, per carità. Una cavia nemmeno, ma è indubbio che subiscono più di chiunque altro i repentini cambiamenti del sistema.

3+2, 3+1+1, 4+1: a) li giochiamo sulla ruota di Roma. b) i probabili schemi che Trapattoni userà in Portogallo. c) i diversi tipi di cicli dell’istruzione universitaria

[Ride] scelgo il 4+1.
[Ride] ovviamente l’ultima, che è il manifesto dell’incapacità progettuale delle classi dirigenti sia di destra che di sinistra.

Un aggettivo per la legge Moratti

Berlusconiana.
Selettiva.

Un’opinione sull’ultima trovata della ministra: la valutazione ai proff

Bè, non è una novità, c’è sempre stata. È in ogni caso giusta, ma non temo tanto il giudizio degli studenti, quanto piuttosto quello di una commissione dall’alto.
Esisteva già prima e mi sembra demagogica: bisognerebbe farla su parametri uguali per tutti gli atenei.

In base alla nuova legge Moratti i finanziamenti agli atenei saranno decisi anche dalla valutazione data dagli studenti: state già facendo economia?

[Ride]
[Ride]

Si faccia autogol: un voto da 1 a 10 al suo impegno, alla sua presenza nella didattica ed al suo modo di condurre gli esami

Bè, impegno e presenza direi 10, perché sono sempre molto presente in facoltà e non manco mai alle lezioni. Riguardo agli esami, ed è il punto più dolente, 8, perché so di essere molto rigoroso; ma nessuno studente è mai venuto a lamentarsi.
Direi un voto alto sia per quanto riguarda l’impegno, che la presenza alle lezioni. Riguardo agli esami so di essere definito ellittico ed antipatico, e non solo dagli studenti.

In due parole la sua università ideale

Vorrei che avesse un maggior legame con la scuola superiore. L’università dovrebbe essere un luogo di specializzazione e non un posto dove colmare le deficienze (spesso gravi) degli studenti.
Mi piacerebbe fosse più democratica, anche se la democrazia è un obbiettivo lungo e faticoso; e la vorrei cooperativa e che eviti la concorrenzialità. Questa concorrenza tra i vari atenei mi sembra francamente stupida.

Noi daremo i giudizi a voi, ora dateli voi a noi: un voto da 1 a 10 alla nostra intervista

10.
Direi 8. Siete stati un po’ troppo buoni con queste domande!

Riccardo Marra

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