Droga e cellulari al carcere Pagliarelli di Palermo: il ruolo dei poliziotti corrotti e le spedizioni punitive

Corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di sostanze stupefacenti. Sono questi i reati contestati a 12 persone (sette delle quali già detenute per altra causa) che sono state sottoposte a provvedimenti cautelari emessi dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, ed eseguiti dai carabinieri del comando provincia di Palermo, dalla polizia penitenziaria del Pagliarelli di Palermo e dal nucleo investigativo della polizia penitenziaria di Padova.

Le indagini, svolte tra il mese di settembre del 2023 e aprile di quest’anno, sono scaturite dalla necessità di prevenire e reprimere il fenomeno del traffico di sostanze stupefacenti e di cellulari nel carcere Pagliarelli di Palermo. Nel corso delle investigazioni è stata accertata l’esistenza di un‘associazione criminale composta da detenuti e dedita all’introduzione della casa circondariale di droga e cellulari, anche tramite la corruzione (attraverso somme di denaro) di alcuni agenti della polizia penitenziaria in servizio nello stesso carcere. Le indagini hanno evidenziato l’esistenza di una serie di escamotage con cui gli indagati avrebbero fatto entrare sostanze stupefacenti e telefonini all’interno delle celle. Di volta in volta, si sarebbero avvalsi dei parenti nel corso dei colloqui carcerari, dei detenuti ammessi al lavoro esterno o trasferiti da altri istituti carcerari e degli agenti della polizia penitenziaria corrotti.

Un business estremamente redditizio. I telefonini e lo stupefacente traportati illegalmente all’interno delle sezioni carcerarie sarebbero stati ceduti a prezzi estremamente più alti rispetto a quelli praticati nel mercato esterno, con ricavi addirittura decuplicati. Inoltre, le attività investigative all’interno della casa circondariale hanno mostrato l’esistenza di metodi criminali con cui i detenuti avrebbero detenuto il potere, mettendo in atto atti di violenza e spedizioni punitive, agevolati anche dalla connivenza o debole resistenza opposta da alcuni agenti penitenziari che, favorendo queste iniziative criminali o anche semplicemente abdicando al proprio ruolo di contenimento e controllo, avrebbero creato una diffusa situazione di pericolo per i colleghi più onesti e per la fascia più debole dei detenuti privi di coperture e appoggi e utilizzati, se necessario anche contro la loro volontà, per veicolare gli stupefacenti e i cellulari all’interno dell’istituto.

Nel corso delle investigazioni, sono stati sequestrati 56 micro cellulari, 25 smartphone, 20 sim card e oltre un chilo di sostanze stupefacenti tra cocaina, crack, hashish e marijuana. Durante le perquisizioni domiciliari eseguite questa notte, i carabinieri di Catania hanno rinvenuto a casa di uno degli arrestati circa cinque chili tra cocaina e crack, 9700 euro in contanti e munizionamento per pistola calibro 7.65. A Palermo, i militari e gli agenti hanno, invece, rinvenuto a casa degli indagati complessivamente 120 dosi tra hashish e marijuana e 1200 euro in contanti. È stato anche arrestato in flagranza di reato per detenzione a fini di spaccio il figlio 25enne di uno degli indagati destinatari della misura cautelare.

Ordinanza di custodia cautelare in carcere:
Alessio Alario, 32 anni;
Vincenzo Cannariato, 38 anni;
Salvatore Castiglione, 59 anni;
Alex Di Vita, 32 ann;
Franco Filizzola, 27 anni;
Antonino Messina, 24 anni;
Joseph Messina, 22 anni;
Filippo Miranda, 35 anni;
Antonio Nigito, 50 anni;
Giuseppe Volpe, 32 anni.
Ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari:
Paolo Francesco Cardinale, 59 anni;
Giuseppe Andrea Corrao, 33 anni.


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