Paolo Vasta, titolare del rifornimento di benzina Esso di via Alcide De Gasperi, ad Acireale, avrebbe costretto i suoi dipendenti a firmare una dichiarazione mendace in uno studio legale. Secondo l'accusa, per evitare responsabilità penali e civili
Dovevano restituirgli la paga e i buoni pasto Ai domiciliari titolare della stazione di servizio
Due nuove testimonianze e il 31enne acese Paolo Vasta passa dall’essere sottoposto al divieto di esercizio della professione agli arresti domiciliari. Lo ha deciso il tribunale di Catania dopo avere acquisito i racconti di due dipendenti, un uomo e una donna, che hanno deciso di denunciare solo dopo la precedente operazione. La notizia è nota: Vasta è accusato di avere costretto i lavoratori della sua stazione di servizio Esso (in via Alcide De Gasperi, ad Acireale) a restituire parte degli stipendi che erogava loro, nonché di avere imposto loro di lavorare più ore di quante ne stabilisse il contratto. Inoltre, i lavoratori sarebbero stati obbligati a lavorare in nero per diversi periodi dell’anno e i loro buoni pasto sarebbero stati, in realtà, trattenuti dallo stesso Vasta.
A raccontare questa storia è stata la trasmissione televisiva Le iene, che ha raccolto le testimonianze dei lavoratori. I carabinieri avevano poi sequestrato le quote della società e la stazione di servizio (inclusi il bar, la sala giochi e l’autolavaggio). Beni per un valore di 800mila euro, oltre che i soldi depositati in un conto corrente e circa ottomila euro «derivanti dall’estorsione compiuta in danno dei lavoratori». La gestione della stazione di servizio è quindi passata a un amministratore giudiziario nominato dal tribunale.
Durante il periodo in cui l’azienda è stata controllata dallo Stato, altre due persone hanno deciso di raccontare la propria storia. Hanno detto di essere stati assunti dalla società di Vasta come cassiere e banconista, con contratto part-time di venti ore settimanali e retribuzione mensile rispettivamente di mille e 800 euro. I due sarebbero però stati costretti a firmare le buste paga solo per le ore previste nel contratto d’assunzione e non per le ore effettivamente lavorate. Il cassiere avrebbe inoltre riferito di avere ricevuto, dagli altri dipendenti, delle somme di denaro di importo variabile. I soldi venivano annotati in un foglio destinato ai conteggi e successivamente consegnati, secondo la sua versione, al titolare.
Il cassiere avrebbe raccontato di essere stato mandato a Catania da Paolo Vasta per presentarsi da uno studio legale all’interno del quale avrebbe dovuto sottoscrivere, oltre alla dichiarazione che affermava che le ore lavorate coincidevano a quelle del contratto, un documento in cui attestava che le somme di denaro che gli venivano consegnate dai colleghi erano anticipi sugli stipendi futuri, erogati a titolo di cortesia. Fatto, quest’ultimo, avvenuto dopo la messa in onda della puntata dello show Mediaset.
A seguire, altri dipendenti sarebbero stati invitati a sottoscrivere le stesse dichiarazioni, nel medesimo studio legale, al fine di sollevare il titolare della ditta da ogni responsabilità civile e penale. Queste nuove prove sono state recepite dal giudice che, su proposta del magistrato titolare dell’indagine, ha ordinato l’arresto dell’uomo. Adesso si trova agli arresti domiciliari.