Alcune immagini “postate” su Facebook avevano già confermato che una parte consistente di quell’area comunale, inizialmente adibita per intero a verde attrezzato e parco giochi per bimbi, era stata destinata ad attività imprenditoriale, ed era evidente chiaramente da alcune foto la presenza di un bar (con annessa pizzeria) e da locandine pubblicizzanti un’attività di discoteca ed il cenone di capodanno 2015
Doveva essere un parco giochi ma diventa un discopub Saranno demolite opere abusive
La Polizia di Stato ha scoperto, nel comune di Campofelice di Roccella (Pa), un’area verde comunale attrezzata con giochi ed impianti sportivi per bambini, data in gestione dal Comune ad un’associazione sportiva dilettantistica, diventata, nella realtà, un bar ristorante pizzeria con annessa discoteca.
Tutto parte da un esposto anonimo a firma di sedicenti “… esercenti e ristoratori di Campofelice di Roccella”, in cui si raccontava di presunti abusi edilizi all’interno di un’area adibita a verde attrezzato, situata a Campofelice di Roccella.
L’Area Verde attrezzata Angelo Incandela, sarebbe stata utilizzata dai concessionari non già, o comunque non solo, per la gestione degli impianti sportivi dedicati alle attività ludiche dei bambini per la quale era stata assegnata, ma anche come discoteca, bar, ristorante, sala ricevimenti e tanto altro ancora.
Già alcune immagini “postate” su Facebook avevano confermato che una parte consistente di quell’area comunale, inizialmente adibita per intero a verde attrezzato e parco giochi per bimbi, era stata destinata ad attività imprenditoriale, evincendosi chiaramente da alcune foto la presenza di un bar (con annessa pizzeria) e da locandine pubblicizzanti un’attività di discoteca ed il cenone di capodanno 2015. Agenti del Commissariato di Cefalù, mescolandosi tra i clienti della struttura, si sono finti clienti del bar e della pizzeria acquisendo, previa consumazione, gli scontrini fiscali. Qui la prima sorpresa: sia il bar che la pizzeria erano esercitati da una società a responsabilità limitata avente per oggetto corsi sportivi e ricreativi, insomma una “scuola calcio”.
Sono scattati ulteriori accertamenti presso l’ufficio tecnico comunale di Campofelice di Roccella ed è emerso che quell’area era stata assegnata dal Comune ad un’associazione sportiva dilettantistica con sede sociale a Villabate in forza di una convenzione che prevedeva la gestione e manutenzione degli impianti sportivi esistenti quali campo di calcetto, campo polifunzionale, spogliatoi, area giochi per bambini e l’affidamento di un’area per la realizzazione di un chiosco per somministrazione di alimenti e bevande, il tutto ‘per le finalità sportive, ricreative, culturali e sociali che l’Amministrazione persegue’.
La gestione degli impianti non si sarebbe potuta effettuare per altro scopo diverso da quello per cui l’affidamento era stato disposto.Un sopralluogo congiunto degli uomini guidati da Manfredi Borsellino e dei tecnici dell’ufficio antiabusivismo del Comune di Campofelice di Roccella ha rilevato però ben altro: opere difformi rispetto al progetto approvato dal Comune, locali con pavimentazione in cemento anziché, come previsto, in legno, pergolati superiori, per dimensioni, del doppio rispetto a quelli autorizzati, chiusi a veranda e trasformati in sala ristorante/pizzeria (anche se di altezza inferiore a quella necessaria per svolgere l’attività commerciale); ancora, piattaforme realizzate senza alcun titolo concessorio adibite verosimilmente a discoteca.
In altri termini, il personale di polizia ed i tecnici del Comune si sono trovati di fronte tutto fuorché un’area attrezzata per bambini, tanto da far scattare un provvedimento di ingiunzione di demolizione di tutte le opere abusivamente realizzate. Ad incorrere in responsabilità non sono stati tuttavia solo i gestori della struttura dell’associazione sportiva, che, peraltro, senza alcuna autorizzazione avevano dato in comodato d’uso l’area destinata alla somministrazione di alimenti e bevande ad una società di scuola calcio appunto, ma anche un architetto iscritto all’albo della provincia di Palermo che, con una perizia stragiudiziale, aveva attestato la conformità dello stato dei luoghi e delle opere realizzate ai titoli edilizi, ai progetti approvati, alle norme igienico – sanitarie e ad ogni altra norma di legge o di regolamento connesse all’agibilità, sussistendo, secondo la perizia, “tutte le condizioni di sicurezza, igiene, salubrità degli immobili e degli impianti installati…”, il tutto per il rilascio in favore dell’associazione sportiva dell’autorizzazione all’agibilità.