Il sindaco, il deputato controverso e l’insospettabile: chi sono i siciliani su cui è stato fatto dossieraggio

«Un quadro molto grave e sconcertante», queste le parole scelte da Roberto Lagalla, sindaco di Palermo, per reagire alla notizia che il suo nome figura tra quelli degli 800 politici, vip e personaggi noti alle cronache su cui Pasquale Satriano, luogotenente della guardia di finanza, avrebbe fatto delle ricerche sui sistemi informatici riservati delle forze dell’ordine: lo Sdi, che viene utilizzato di solito dagli investigatori per scoprire se una persona ha precedenti di polizia e le banche dati Serpico e Siva, per scovare compensi, conti e beni immobiliari. Un’attività quella dell’ex capo della squadra Segnalazione operazioni sospette della procura nazionale e in parte all’ex sostituto procuratore Antonio Laudati, che è al centro di un’indagine della procura di Perugia.

Ancora non è dato sapere se e quale fosse il disegno di Satriano, ma di certo tra gli 800 nomi – scremati da un totale di oltre cinquemila ricerche – c’è di tutto, non solo politici e vip. È il caso di un altro dei tre siciliani per cui sono stati interrogati i sistemi informatici riservati nella presunta attività di dossieraggio: don Alberto Giardina, sacerdote trapanese di 46 anni, direttore dell’ufficio liturgico nazionale e parroco moderatore di due parrocchie della sua città: quella del Sacro cuore e quella di Maria santissima ausiliatrice. Giardina in realtà è una figura di spicco nella politica ecclesiastica, cancelliere vescovile per la diocesi di Trapani, dove ricopre anche l’incarico di consigliere presbiteriale, di membro del collegio dei consultori e del consiglio diocesano per gli affari economici, oltre che della commissione diocesana d’arte sacra e dell’edilizia di culto. Incarichi che tuttavia da soli non bastano a spiegare l’interesse di Satriano. Interesse su cui il sacerdote non ha ancora voluto esprimersi.

E se, come detto, per Lagalla il quadro che si disegnerebbe da questa indagine sarebbe «molto grave e sconcertante», per Calogero “Lillo” Pisano, deputato nazionale di Fratelli d’Italia e terzo siciliano in lista, invece si tratta di «un quadro sconcertante e scandaloso». Parole molto simili, anche se pronunciate ben prima del sindaco di Palermo, visto che il nome del deputato agrigentino era emerso già diversi giorni fa. Personaggio controverso, Pisano, che nel 2022 era stato sospeso da ogni ruolo all’interno di Fratelli d’Italia per le sue uscite sgraziate a mezzo social, in cui aveva a più riprese apprezzato le doti di statista di Hitler e di Vladimir Putin. Anche sull’agrigentino non è chiaro il motivo dell’indagine privata portata avanti dal luogotenente della guardia di finanza. «Spero che le autorità preposte facciano al più presto chiarezza» dice comunque Pisano.

Tornando al caso di Lagalla, invece, un dato è risultato particolarmente inquietante. Le ricerche fatte a carico del sindaco risalirebbero al 19 maggio del 2022, mentre l’allora candidato del centrodestra a Palermo era impegnato nella campagna elettorale, finendo proprio in quei giorni al centro di una forte polemica in merito alla possibilità che prendesse parte alla cerimonia del 23 maggio in memoria di Giovanni Falcone e degli uomini della sua scorta. Alla fine Lagalla non partecipò alla rituale commemorazione sotto all’albero Falcone, ma il sindaco sembra non avere dimenticato: «Per quanto mi riguarda – commenta Lagalla – reputo almeno sospetto apprendere dalla stampa che le informazioni che mi riguardano sarebbero state attinte nei giorni della campagna elettorale per sindaco di Palermo, peraltro in coincidenza di malevoli attacchi nei miei confronti ad opera di alcune e ben identificate testate giornalistiche». In realtà in quei giorni la polemica verteva sul fatto che era visto sconveniente che un candidato la cui candidatura era sostenuta da due condannati, Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri, partecipasse a un’evento come quello del 23 maggio, anche se le tempistiche del presunto dossieraggio qualche dubbio quanto meno lo suscitano.

Infine ci sono i due siciliani per investitura politica, anche se non sono originari dell’Isola, si tratta di Marta Fascina, ultima compagna di Silvio Berlusconi, eletta in parlamento tra le fila di Forza Italia nel collegio di Marsala e del leghista Claudio Durigon, senatore, attuale sottosegretario al Lavoro, ma soprattutto da poco investito delle insegne di commissario del Carroccio per la Sicilia, dove ha preso al momento il posto di Annalisa Tardino. Non è tuttavia escluso che altri nomi possano emergere nei prossimi giorni: l’inchiesta della Procura di Perugia è ancora agli inizi e non è chiaro se ci siano e a che titolo altri siciliani finiti nel gorgo delle oltre cinquemila ricerche fatte da Satriano.


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