La signora è morta mentre era ricoverata al presidio ospedaliero di Nesima. «Sarebbe dovuta essere un'operazione di routine, mia madre godeva di ottima salute e aveva prenotato un viaggio». Dall'azienda sanitaria «grande fiducia nelle indagini»
Donna muore dopo intervento, figlio presenta esposto «Voglio verità». E il Garibaldi apre un’indagine interna
«Mia madre godeva di ottima salute, è entrata in ospedale con le sue gambe e non è più uscita». Inizia così il racconto di Marco Piso, il figlio di una donna di 78 anni che è morta, lo scorso 11 dicembre, mentre si trovava ricoverata all’ospedale Garibaldi-Nesima di Catania. Dopo un esposto di parte depositato in procura, due giorni dopo il decesso della signora, «adesso ci sono delle indagini in corso per verificare questo episodio», dice a MeridioNews il figlio. Spiegando che l’iter giuridico sta procedendo. Il medico legale nominato dal pubblico ministero, a breve, presenterà la relazione dopo l’autopsia. Tutta la documentazione clinica relativa al caso è stata sequestrata. Dal presidio ospedaliero etneo rispondono di avere «Grande fiducia nel lavoro della magistratura nell’attesa degli esiti delle indagini. Come in ogni caso, se c’è da risarcire un danno lo faremo». Intanto, è stato aperto anche un fascicolo interno al nosocomio per capire cosa è accaduto.
A mettere in fila i fatti è Marco, uno dei quattro figli, tra l’altro nonna di nove nipoti. «Non abbiamo fatto in tempo a dirle che sarebbe diventata anche bisnonna, era la sorpresa che ci eravamo tenuti per Natale». Il racconto comincia da mercoledì 21 novembre. «Mia madre viene ricoverata nel reparto di Chirurgia oncologica per un intervento programmato già da diverse settimane. Nessuna urgenza, solo un’operazione di laparoscopia al colon». L’intervento viene effettuato l’indomani mattina e, dopo una notte passata in Rianimazione, la signora viene trasferita in reparto per la degenza. «Fin dal primo pomeriggio però – spiega il figlio – inizia ad accusare forti dolori addominali, suda freddo e, a partire dalla sera, le viene anche la febbre». Ad assistere la donna ci sono una figlia e una nipote che, stando al racconto di Marco, fanno presente al personale sanitario le condizioni di salute. «Le hanno dato qualche antidolorifico e una tachipirina e hanno sostenuto si trattasse di normali conseguenze post-operatorie».
Passa la notte e, a circa 48 ore dall’intervento, la donna sviene e perde conoscenza. «È a questo punto – ricostruisce il figlio – che viene chiamato un medico rianimatore». Rianimata la donna, viene deciso di fare una tac all’addome. L’esito parla di peritonite e grave shock settico. «Mia madre viene sottoposta a un’operazione d’urgenza e finisce in Rianimazione dove resta fino al giorno della sua morte. Peraltro – aggiunge – durante la permanenza in ospedale, ha contratto anche una polmonite. Fa rabbia ed è inaccettabile perdere una persona cara in questo modo. Oltretutto mia madre, prima di entrare in quella struttura stava benissimo tanto che aveva già prenotato un viaggio da fare con degli amici nel periodo delle festività natalizie».
La ricostruzione del figlio è stata messa nero su bianco in un esposto presentato alla procura. «Per quel che riguarda la mia vicenda personale, spero che si arrivi a dibattimento e, quindi, ad accertare la verità dei fatti perché – afferma Marco – credo che ci siano delle responsabilità da verificare. In generale mi auguro che questa mia esposizione possa servire ad altre persone che hanno vissuto situazioni simili per trovare il coraggio di raccontare e denunciare per accendere un faro e – conclude – fare in modo che situazioni del genere non si verifichino più».