Dismissione partecipate, ancora un rinvio Il Consiglio comunale deciderà lunedì

Ennesimo rinvio del Consiglio comunale di Catania. Stavolta la questione sul tavolo riguarda la cessione delle partecipate comunali, terreno di scontro sia tra gli schieramenti che per i dipendenti della Multiservizi e i cittadini riuniti nel forum per la difesa dell’acqua pubblicaLa vendita delle societࠖ delle quali il Comune detiene solitamente l’intero pacchetto azionario – serve all’amministrazione per fare quadrare i conti del bilancio. Un’operazione da fare in fretta, entro fine novembre dice la Corte dei conti della Sicilia. Ma è proprio un documento della Corte, datato 9 novembre, a far slittare la seduta straordinaria convocata stamattina a lunedì 19.

Il Consiglio – su proposta del capogruppo del Pd Saro D’Agata – ha chiesto di visionare il documento, richiesto al vicesindaco ma mai giunto in Consiglio, prima di votare. Si tratta di 108 pagine di analisi che contengono elementi utili alla votazione, sostiene il consigliere a cui fa eco Francesco Navarria (gruppo misto): «Non potete chiedere il nostro aiuto sic et simpliciter per approvare le vostre idee». «Quel documento non è pregiudiziale», risponde il sindaco Raffaele Stancanelli, presente in aula. «Può essere utile per capire come ha lavorato l’amministrazione – ammette il primo cittadino – Una cosa è l’utilità, un’altra è la pregiudiziale». Ma a passare è proprio la mozione presentata dall’opposizione che permetterà ai consiglieri di visionare il documento prima di deliberare sul piano delle dismissioni.

L’operazione prevede anche la cessione del 49 per cento della Sidra, la società che gestisce la fornitura idrica in gran parte del Comune. Una soluzione alla quale si oppone il Forum acqua bene comune che, sulla base del risultato del referendum sula privatizzazione, ha già protestato in piazza contro il provvedimento comunale e presidia ogni Consiglio comunale che prevede una discussione sul tema.

Dopo il rinvio di ieri della discussione del bilancio consuntivo del 2011, ancora incertezze e polemiche dentro l’aula. Al sindaco – presente tre-quattro volte in tutto il mandato, rimproverano D’Agata e Navarria – vengono mosse molte critiche, alle quali Stancanelli risponde in un intervento dai toni vivaci. «Una volta rimesso in sesto le partecipate possiamo adempiere a quanto ci chiede la Corte dei conti», spiega il primo cittadino. Che risponde anche alle critiche su spending review («prima non percepivo indennità di sindaco. Adesso che la percepisco ho ritenuto di doverla ridurre»), auto blu, razionalizzazione del personale e piano regolatore. «Non accetto lezioni di democrazia», tuona prima di lasciare spazio alla votazione. «Se avesse avuto a cuore la collaborazione del Consiglio avrebbe messo a disposizione il documento», ribatte l’opposizione.

«Se ha solo come scopo quello di dilazionare i tempi, sono contrario – spiega da parte sua Giacomo Bellavia (Pdl) prima della votazione – La città aspetta di conoscere il parere del Consiglio su bilancio, partecipate, piano regolatore. Non ci sto a questo gioco a impantanare». A lui fa eco Enzo Castelli (Udc): «Non dobbiamo più perdere tempo. Le persone non possono più sopportare queste comportazioni».


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