Disguidi e ritardi, storie di catanesi e vacanze flop Confconsumatori: «Possibile chiedere risarcimenti»

«Sento di dover fare questa denuncia perché non ci si può permettere di scherzare quando si tratta di minori. Su quell’aereo poteva esserci un bambino più piccolo o con disabilità». A parlare è Giovanna Fichera, originaria di Giarre, mentre commenta la disavventura capitata quest’estate al figlio 15enne al rientro dal periodo di vacanza in Colombia, dal padrino di battesimo. Pur avendo acquistato un biglietto aereo includendo il servizio di accompagnamento di minori, il ragazzino è stato costretto ad attraversare l’oceano da solo, dalla Colombia alla Sicilia. «La compagnia Iberia ci ha rilasciato via mail un documento in cui confermava il servizio per tutte le tratte del viaggio – racconta la mamma – Se è vero che già a 12 anni si può viaggiare da soli, essendo il primo viaggio transoceanico di mio figlio e dovendo prendere la metropolitana per raggiungere il terminal che da Madrid porta a Medellin, abbiamo preferito affidarlo a un accompagnatore. E devo dire che all’andata è andato tutto come da copione, senza nessuna pecca».

Al ritorno, invece, l’hostess di turno ha comunicato al padrino del ragazzo, che lo aveva accompagnato all’aeroporto, che il servizio assistenza non risultava pagato e che per usufruirne avrebbe dovuto pagare 350mila pesos, circa 150 euro. «Ho ricevuto una telefonata alle tre di notte e sul momento ho deciso di farlo imbarcare lo stesso, premurandomi di provvedere direttamente all’accoglienza a Madrid». Che però non è avvenuta. «Ci tengo a precisare che abbiamo avuto il massimo appoggio da parte della nostra agenzia di viaggi, che è stata impeccabile e professionale nel gestire la situazione». La storia, però, è finita comunque sul tavolo di Carmelo Calì, responsabile Trasporti e turismo dell’associazione Confconsumatori, che l’ha raccolta assieme ad altre vicende di vacanze non proprio rilassanti.

«Quelli che abbiamo portato a galla – spiega Calì a MeridioNews – sono solo alcuni dei tanti casi che i siciliani hanno segnalato quest’estate al nostro sportello del turista, che da dieci anni garantisce assistenza no stop nei mesi di luglio e agosto». Episodi particolari che non solo allargano la casistica dei cosiddetti viaggi da incubo, ma mostrano in maniera significativa come «oltre ai tradizionali disservizi a cui i turisti sono abituati, ritardi aerei in primis, iniziano ad affacciarsi nuovi episodi rispetto ai quali è necessaria la massima attenzione». Nella lunga lista c’è l’incendio, raccontato da un giovane catanese, scoppiato su un volo Alitalia diretto a Roma da Los Angeles, al seguito del quale si è verificato un blackout che ha costretto i passeggeri a viaggiare per dieci ore senza cucina e con solo le luci di emergenza e di lettura. E ci sono i tre giorni di fuoco trascorsi nella stanza di un hotel di Noto senza aria condizionata da due amiche che, al rientro a casa, hanno anche accusato dolori all’addome diagnosticati come intossicazione da cibi. «Per tutti chiederemo un risarcimento tramite lettere che partiranno nei prossimi giorni – assicura l’avvocato – insieme a un reclamo con cui contestiamo i fatti e invitiamo a risarcire i danni non solo economici, ma anche psicologici causati ai turisti».

Tra chi si è rivolto all’associazione che tutela i consumatori c’è anche il catanese Aldo Romeo, che racconta l’esperienza vissuta assieme alla compagna sull’Etna. «Volevamo trascorrere il ferragosto in uno di quei rifugi dove chiunque può pernottare gratuitamente, se i posti sono disponibili», spiega Romeo. L’uomo racconta di avere preso accordi via mail per pernottare tre notti – 12, 13 e 14 agosto – nel rifugio situato a Piano dei Grilli e gestito dall’associazione sportiva, culturale e di promozione turistica Etna e dintorni. «Al nostro arrivo ci hanno dato disponibilità solo per la prima notte, comunicandoci che l’indomani saremmo dovuti andare via». La questione, in realtà, pare essere più complessa. 

Perché quella di Piano dei Grilli è una struttura usata come punto base per l’escursionismo. «Non siamo in alcun modo una struttura ricettiva – precisa Antonio Mirulla, presidente dell’associazione – Tutti i servizi erogati (tra l’altro esclusivamente da volontari) sono destinati alla fruizione esclusiva dei soci, sia propri che delle associazioni consorziate e facenti parte dei circuiti escursionistici». Motivo per il quale tra i servizi offerti c’è quello di aiutare chi ne avesse bisogno contattando strutture terze che effettuino il servizio di pernottamento. Cosa che non sarebbe stata chiara, secondo il turista, dallo scambio di email avvenuto con i volontari, i quali avrebbero indicato sì le disponibilità di posti letto, riferendosi però ad altre strutture. «Aveva solo chiesto di conoscere la disponibilità senza manifestare intenti specifici di prenotazione – specifica Mirulla in una nota inviata a MeridioNews – Se lo avesse fatto avremmo indicato la struttura a cui rivolgersi, e a cui inviare il relativo acconto».


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