In occasione dell'anniversario dell'uccisione di Pio La Torre e di Rosario Di Salvo, il comitato Siamo Handicappati No Cretini ha tentato di intercettare il capo dello Stato, al quale aveva rivolto tempo fa un appello. «Siamo veramente stanchi, avevamo chiesto 500 milioni di euro che non sono arrivati» dice una mamma
Disabili, sit-in al Biondo per incontrare Mattarella «Non ci abbandoni dietro protocolli che ingabbiano»
«Presidente Mattarella, sarebbe bello poterle raccontare vuol dire vivere la nostra condizione, non ci abbandoni dietro ai protocolli che ingabbiano». Questo è l’appello del comitato Siamo Handicappati No Cretini, simbolo della protesta che va avanti da mesi sull’assistenza ai disabili e le mancanze della Regione, e che si sono ritrovati davanti il teatro Biondo nella speranza di incontrare e incrociare lo sguardo del capo dello Stato, al quale si erano già rivolti nei giorni scorsi. Il presidente Mattarella si trova a Palermo in occasione del trentacinquesimo anniversario dell’uccisione del segretario del Pci Pio La Torre e del suo collaboratore Rosario Di Salvo, avvenuto il 30 aprile 1982. «Una giornata simbolo che non può non tenere conto della privazione dei diritti fondamentali e assistenziali nei confronti dei disabili – racconta Vincenza Ferrante, mamma di Arianna -. Chiediamo a gran voce l’istituzione di un fondo regionale che duri nel tempo».
Dal 21 febbraio i familiari dei portatori di handicap, capitanati dai fratelli Pellegrino, hanno manifestato le loro esigenze e la mancanza di un aiuto da parte del governo regionale, ancora alle prese con l’approvazione della Finanziaria. «Siamo veramente stanchi – sottolinea Ferrante – avevamo chiesto complessivamente per l’assistenza a tutti i disabili siciliani 500 milioni di euro e ad oggi siamo soli e senza un adeguato sostegno economico. Pensate che per ogni disabile nel 2015 sono stati destinati 4.600 euro in un anno, significa un’ora al giorno di assistenza».
A pochi metri lo sfogo di un’altra mamma che assiste il suo bambino, Gabriele di 13 anni, affetto da disfalgia e soggetto a crisi epilettiche. «La mia esperienza – racconta Margherita Bravo – non è dissimile da quelle degli altri familiari. Mio figlio frequenta la II media dell’istituto Piazzi e usufruisce appena di dieci ore settimanali dell’assistenza alla comunicazione e dell’assistente H anche se quest’ ultimi non sono mai un numero sufficiente. Devo dire che la scuola fa quel che può ma non basta. Il mio ragazzo usufruisce secondo un piano personalizzato di 200 ore complessive di assistenza che si sostanziano in un massimo di tre ore al giorno>>. Un grido di aiuto che spera da oggi di trovare «diversi sostenitori», non solo il presidente Mattarella ma anche l’intero mondo istituzionale e la comunità palermitana.