Disabili, Musumeci: «Se non ci fossero avremmo più soldi» Comitato replica: «Odio sociale per tenersi maggioranza»

«Se non ci fossero stati i disabili gravissimi, molte famiglie non avrebbero dovuto subire un colpo in fronte e noi avremmo potuto disporre di qualche decina di milioni in più». La frase è stata pronunciata dal presidente della Regione Nello Musumeci all’interno dell’Ars, dove in questi giorni si sta svolgendo la maratona per approvare entro la fine del mese la legge di stabilità. Parole, quelle di Musumeci, che non sono passate inosservate, specialmente agli occhi di chi vive in prima persona la disabilità. È per questo che il comitato Siamo handicappati, no cretini questa mattina ha replicato duramente con un post pubblicato su Facebook, insieme al video che riprende il discorso del governatore. 

«Presidente, le dovremmo chiedere scusa se, per la sola colpa di esistere, non potete giocare a fare i politici in finanziaria?», si legge nella nota. Musumeci in Aula ha specificato di avere dovuto tenere conto con un numero di disabili decisamente più alto rispetto a quello riscontrato durante la scorsa legislatura. Le persone affette da malattie invalidanti, per le quali è necessario stanziare adeguate risorse per l’assistenza, sarebbero infatti passate da tremila a 12mila. Una quadruplicazione su cui il presidente ha più volte dichiarato di volere vederci chiaro, ma che nell’attesa di eventuali verifiche pone comunque la necessità di stanziare adeguate risorse. «Il capitolo di bilancio dei disabili gravissimi lo abbiamo dovuto inventare», ha rimarcato Musumeci. 

Dal conto loro, però, i disabili sostengono che le esternazioni del presidente siano false. «Il fondo per la non autosufficienza non lo ha inventato il suo governo, ma quello precedente – continua la nota del comitato -. Per quanto riguarda  l’istituzione del capitolo è conseguenza diretta amministrativa dell’istituzione del fondo già dal maggio dell’anno scorso. È un adempimento contabile di continuità amministrativa ed è un obbligo degli uffici Bilancio. Non si capisce che cosa si sia dovuto inventare il governo Musumeci. Forse si deve inventare l’ordinaria amministrazione?». Il comitato poi passa all’attacco: «La colpa è dei politici di vecchio corso se per 20 anni nessuno ha applicato le leggi, se per la prima volta sono venute alla luce queste gravissime disabilità sommerse e abbandonate per anni, se non siete in grado di dare risposta ai gravi e a governare un sistema». Ma il passaggio più pesante arriva a conclusione della nota: «Si vergogni e faccia pubblica ammenda non per le parole ma per il senso di quello che vogliono trasmettere: odio sociale nei nostri confronti. Per garantirsi una maggioranza politica non ci aizzi il popolo contro». 

Nel primo pomeriggio, Musumeci ha replicato con un messaggio video. «Sta girando in queste ore un breve video di un mio intervento in Aula, organizzato dagli avversari politici per tentare di creare confusione in un’azione che non solo onora il governo, ma pone la Sicilia fra le protagoniste nelle politiche sociali – dice il presidente -. In Aula ho spiegato che non è colpa del governo se abbiamo dovuto fare tagli e ho portato l’esempio delle famiglie dei disabili gravissimi. Lo scorso anno c’era una dotazione di poco più di 100 milioni di euro, quest’anno la dotazione complessiva è di 270 milioni circa». Il governatore poi scende nel dettaglio della proposta inserita nella legge di stabilità siciliana. «Duecentoventi milioni per le famiglie dei disabili gravissimi che sono 12.300 secondo le Asp, e le rimanente quota per le famiglie dei disabili gravi. Non è una colpa del governo Musumeci se per 30-40 anni la Regione non ha fatto una ricognizione delle famiglie dei disabili, se l’argomento è rimasto ai margini del dibattito politico». Il presidente, infine, rivendica «il diritto di avere assunto un impegno in campagna elettorale, per dare una risposta concreta a tutte le famiglie entro sei mesi. Siamo orgogliosi di averlo fatto, i tentativi meschini messi in atto non possono neutralizzare un impegno che rimane il fiore all’occhiello di questa legge finanziaria».


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