La direzione Ecologia aveva stanziato la cifra per formare i residenti sulla corretta differenziazione dei rifiuti. Ma quando le buste sono state consegnate, il Comune ha ritirato il finanziamento. «Non capiamo perché si è fermato tutto», chiede Rifiuti zero Sicilia. «C'erano delle improprietà», risponde l'assessore
Differenziata, salta il bando da 170mila euro Servivano a spiegare ai cittadini il porta a porta
Mentre a Catania la raccolta della spazzatura rientra lentamente alla normalità, dopo lo sciopero dei dipendenti Ipi-Oikos scattato dopo il primo giorno di ritardo nel pagamento degli stupendi, la questione rifiuti rimane un tema che incombe sull’amministrazione guidata da Enzo Bianco. Domani a Palazzo degli elefanti verranno presentati i dati sulla raccolta differenziata a Santa Maria Goretti, quartiere pilota nel porta a porta. Per estendere il progetto anche nelle aree in centro attualmente coperte dal Comune, lo scorso 18 agosto l’amministrazione ha disposto un finanziamento da 170mila euro per la comunicazione sul territorio e per la distribuzione dei kit in città. Saranno 22mila le famiglie coinvolte, per circa 60mila abitanti ai quali fornire le informazioni e il materiale per raccogliere e differenziare correttamente i rifiuti. Un’operazione che nel resto d’Italia viene affidato ad associazioni ed enti ambientalisti, ma a Catania la disposizione dei fondi è stata bloccata.
Il capoluogo etneo è la prima città siciliana per produzione pro capite di rifiuti. «Per questo motivo, quando ne siamo venuti a conoscenza, eravamo molto interessati», afferma Danilo Pulvirenti, presidente dell’associazione Rifiuti zero Sicilia. «Dato che abbiamo un buon curriculum abbiamo deciso di partecipare. Dopo che sono state presentate le buste, però, non abbiamo più ricevuto nessuna risposta». La comunicazione ai cittadini avrebbe dovuto partire in questi giorni, la scadenza per la presentazione delle buste fissata per il 7 settembre, «ma non abbiamo avuto più notizie. Così abbiamo controllato sul sito e abbiamo visto che il bando è stato revocato».
L’associazione non è stata convocata. «Non capiamo per quale motivo si è pensato di fermare tutto – afferma Pulvirenti – Speriamo siano problemi interni oppure qualche vizio di forma». Questioni di natura tecnica, dunque. «Anche alla luce del fatto che abbiamo già partecipato, speriamo che il bando non venga modificato», si augura Danilo Pulvirenti. Una speranza che, però, verrà disattesa. «Il bando conteneva delle improprietà, per cui la direzione dell’area lo ha revocato», afferma l’assessore all’Ecologia Rosario D’Agata. «Adesso è in corso la redazione di un nuovo documento».
Le associazioni che hanno avanzato la richiesta di partecipazione «saranno ricontattate», garantisce D’Agata. Che anticipa: «Ci saranno alcune variazioni per evitare che sia una sola associazione a ricevere l’incarico». Un allargamento degli enti selezionati, così che «possano accedere alla formazione dei cittadini più persone appartenenti a più associazioni».
Nel prossimo futuro il vero nodo da sciogliere sarà quello relativo al nuovo contratto di servizio al quale – come assicurato anche lo scorso luglio – stanno lavorando i tecnici comunali. L’appalto in vigore – dal costo di 78 milioni di euro – è stato commissariato dalla prefettura di Catania a seguito del coinvolgimento del proprietario della Oikos, Domenico Proto, nell’inchiesta palermitana Terra mia. Per la stesura l’amministrazione ha annunciato di voler sentire diverse realtà locali. «Abbiamo partecipato a un tavolo con altre associazioni e gli ordini professionali – racconta il presidente di Rifiuti Zero Sicilia – Ci siamo incontrati nei primi giorni di agosto, ma a quell’incontro non c’è stato seguito». «Stiamo lavorando con il Conai (Consorzio nazionale imballaggi, ndr) – conclude D’Agata – A breve faremo il punto della situazione».