Differenziata, impianti e mezzi  Sindacati Rap in agitazione

I sindacati della Rap si dividono mentre l’azienda affronta la grana dell’indagine della Corte dei Conti sulla raccolta differenziata. Ieri all’incontro con i vertici della partecipata c’erano solo tre sigle: Confsal, Usb e Alba Cub. Si è parlato di riorganizzazione aziendale e dell’impianto di Trattamento Meccanico Biologico (Tmb) da realizzare a Bellolampo, un progetto abbozzato da più di un anno. 

Temi, soprattutto quello dei nuovi assetti organizzativi, cari anche ai sindacati che hanno avviato le procedure di raffreddamento che precedono lo sciopero. Si tratta di Fp Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Fiadel, Ugl e Filas, che, data la divergenza di vedute con le altre parti sociali, avevano richiesto, senza ottenerlo, di vedere in separata sede i dirigenti della Rap. Richiesta non accordata.

L’azienda ha tempo fino a lunedì per la convocazione delle sigle assenti ieri e che già un paio di settimane fa avevano proclamato lo stato di agitazione. Da mercoledì potrebbero scattare le prime forme di protesta. «Da troppi mesi la società continua a mostrarsi sfuggente su temi fondamentali per il corretto funzionamento dei servizi di raccolta, per la tutela della salute dei lavoratori e per una reale prospettiva di crescita dell’azienda, disattendendo al dovere normativo e contrattuale di confrontarsi con le parti sociali nel rispetto dei reciproci ruoli», hanno tuonato Fp Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Fiadel, Ugl e Filas. Che poi si sono smarcate dalle altre sigle lamentando «l’arroganza» di un’azienda che «nega le prerogative che sono esclusivamente diritto dei rappresentanti dei lavoratori, quale quella di un tavolo di confronto separato da altre parti sociali che hanno liberamente ritenuto di non interessarsi a questi nodi fondamentali della vertenza».

Sul tavolo restano le condizioni economiche della Rap, la gestione di Bellolampo, i rapporti con la consortile Reset, il rispetto della normativa sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro, la trasformazione dei contratti part time in full time, la programmazione e pianificazione degli acquisti, la carenza di mezzi. Su questo fronte, c’è da registrare che l’acquisto della 19 spazzatrici, promesso da tempo e concretizzato a novembre tramite un bando di gara, sembra ormai in dirittura d’arrivo dopo una serie di intralci tecnici e burocratici che ne hanno rallentato la consegna. Quanto al Tbm, è un impianto che consente di pretrattare i rifiuti prima dell’abbancamento per riutilizzarne una parte.

In merito alla differenziata porta a porta, il Comune ha replicato alle accuse del M5S Sicilia con una nota ufficiale: «In relazione alle notizie di stampa circa una indagine aperta dalla Procura della Corte dei Conti sul servizio della raccolta differenziata dei rifiuti a Palermo – si legge -, l’amministrazione comunale informa che il Segretario Generale ha già risposto ai rilievi della Corte dei Conti con nota dell’11 marzo scorso. Sono stati forniti dei riscontri alla richiesta della procura della Corte dei Conti sull’indagine riguardante l’eventuale danno erariale come conseguente al mancato raggiungimento degli obiettivi previsti dalla legge in materia di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani. Si ricorda che, attualmente, a Palermo viene svolto il servizio di raccolta differenziata, porta a porta, per circa 130 mila abitanti. Inoltre si precisa che, a dicembre del 2013, è stato siglato il protocollo intesa con la Regione Sicilia, relativamente all’obiettivo di incrementare la percentuale, per quanto riguarda la raccolta differenziata porta a porta, per altri 130 mila abitanti». 

«Tale obiettivo – prosegue la nota – dovrà essere realizzato a spese della Regione, che ha già bandito le gare necessarie. E sarà avviato entro il prossimo giugno, non appena saranno concluse le operazioni di gara avviate dalla Regione stessa. L’amministrazione comunale, pur consapevole della necessità di incrementare la percentuale di raccolta differenziata, con riferimento ai costi della stessa, sottolinea tuttavia che, da approfondite analisi realizzate da Federambiente, si evince che il costo per tonnellata della raccolta indifferenziata è, in media, pari al 50 per cento del costo per la raccolta differenziata. Si ricorda – conclude piazza Pretoria -, inoltre, che la Regione non si è ancora dotata di un Piano regionale rifiuti, dal quale dovrebbero essere evidenziata tutta l’impiantistica necessaria, anche per una corretta raccolta differenziata. Inoltre, si fa presente che il Comune di Palermo è proprietario di uno dei tre soli impianti di conferimento dei rifiuti di proprietà pubblica, mentre tutti gli altri, come è noto, sono di proprietà privata».


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