Diario della mobilitazione

Assemblea aperta  della facoltà di lingue e letterature straniere sulla legge Moratti. Ex Monastero dei Benedettini, auditorium, ore 11,30

Presenti tanti docenti, pochi studenti, come se la Riforma Moratti fosse qualcosa che li interessa al margine.
Oggi fa il moderatore il dott. Attilio Scuderi, protagonista di un po’ tutta la mobilitazione. Introduce a parlare il dott. Marco Mazzone , altro protagonista, docente di filosofia del linguaggio. Il dott. Mazzone parla a grandi linee di questa Riforma, ma in maniera chiara e precisa non tralasciando nessuno dei punti che rendono questa riforma pessima: il costo zero di tutti i provvedimenti, la messa in esaurimento della figura del ricercatore, la precarizzazione di altre figure lavoratrici dell’università, l’abolizione tra tempo definito e tempo indeterminato e per concludere, il momento sbagliato in cui questa Riforma sta per avvenire, un tempo che sarebbe stato utile utilizzare per la valutazione del già attivato 3+2. Dopo una davvero impeccabile ed esauriente spiegazione il dott. Mazzone conclude dandoci a sapere che si stanno costituendo dei veri e propri coordinamenti dei ricercatori in tutto l’ateneo catanese e oltre.
La parola torna a Scuderi che incanala il suo intervento sulla persona del docente e sui ruoli che andranno persi a scapito della ricerca e di una università pubblica e di qualità. Conclude dicendo: «questa assemblea riassume quanto già detto in precedenza qui nella facoltà di lingue, l’unica che si è mossa con un documento di mobilitazione».

Non è mancata la presenza degli esponenti degli studenti. Sono intervenuti a nome di quanti rappresentano il Consigliere d’amministrazione Mauro Nicosia ( Alleanza Universitaria ), Luciano Gallo (Uniti nell’Ulivo) e Salvo Angemi (Alleanza Universitaria) per la facoltà di lingue, ma anche qualche rappresentante della facoltà di lettere, nelle persone di Massimo Caponnetto e Mario Cicala (Ulivo).

Da notare sono stati inoltre gli interventi dei professori della facoltà di lingue Luciano Granozzi e Felice Rappezzo.

L’ultimo intervento è stato quello del preside della facoltà di lingue, prof. Antonio Pioletti, che ha decisamente rinnovato la volontà di lottare contro questa Riforma: « l’esigenza di tutte le figure universitarie è quella di individuare quelle forme di comunicazione che coinvolgano professori, docenti e studenti in maniera repentina, perché siamo in presenza di un pericolo che non ci fa aspettare, ma è già presente a tutti i livelli».

Assemblea di facoltà sui nuovi ordinamenti didattici, per promuovere una discussione aperta tra docenti e studenti sulla riforma 3+2. Ex Monastero dei Benedettini, auditorium, ore 11,30

L’assemblea oggi vede pochi volti in aula, difatti lo stile è più raccolto, più informale.
Il dott. Attilio Scuderi, vero mattatore di questa kermesse di incontri, nonché portavoce del coordinamento dei ricercatori di lingue, inizia chiedendosi se è vero che l’ordinamento didattico del 3+2 sia stato un funzionamento o un disfunzionamento, considerato che si parla della percentuale dell’1 % di laureati in tre anni.
Il 3+2 era stato pensato e voluto in un quadro di riassetto – spiega Scuderi – considerato che siamo il paese con la più bassa percentuale di laureati. I numeri dicono che questo 3+2 sia un fallimento – continua – c’è bisogno di una riforma radicale dei piani di studio.

La palla passa al preside: Questa riunione – inizia Pioletti – dà inizio ai lavori di facoltà che devono terminare in una conferenza di facoltà che faccia il punto della situazione, soprattutto sulla ricerca che dà maggiore formazione agli studenti di oggi e possibili sbocchi lavorativi ai laureati di domani.
Dobbiamo fare un’analisi – continua – del chi siamo, del cosa vogliamo e cercare di andare avanti in questa direzione intrapresa. La vecchia Università non ci piaceva affatto, era molto autoreferenziale, chiusa, anche in ambito del sapere, quindi andava modificata e lo richiede tuttora. Nella nostra facoltà si è fatto lo sforzo di limitare i danni della Riforma.
Si può intervenire – conclude Pioletti – sullo strumento legislativo, bloccando la 509, sullo snellimento dei piani di studio e ripensando il calendario didattico. Mi piacerebbe molto se preparassimo la conferenza finale tramite un lavoro di dibattito, discussione e approfondimento.

Intervento di spessore è anche quello del prof Granozzi, docente di storia contemporanea. Un modo di salvaguardare l’università – afferma Granozzi – è quello di garantire figure intellettuali capaci di adattarsi alle richieste di mercato. I laureati devono essere l’assemblaggio di cultura di base e richiesta di mercato. I nuovi corsi di laurea – prosegue – devono garantire uno sbocco di lavoro sicuro e non rappresentare una moda effimera. Dobbiamo fare tutto a misura di studente (parole sante n.d.r.), orari più decenti, contenuti che diano la possibilità di dare tutti gli esami in un anno, la possibilità di scelta in un mercato molto mobile. Poi bisogna tenere in conto le scelte dei docenti.

Prima di lasciare spazio ai rappresentanti degli studenti, che ha visto sempre presenti Luciano Gallo (Uniti nell’ulivo) e Salvo Angemi (Alleanza universitaria) con interventi mirati alla difesa del diritto allo studio e alla tutela degli studenti, nonché alla volontà di allargare questa mobilitazione a tutti gli atenei italiani, è stato sicuramente interessante, anche se breve, l’intervento del professore Domenico Cusato, docente di letteratura spagnola, che ha fermato l’attenzione sulla scelta oculata da fare riguardo ai contenuti delle materie, cercando di sceglierli in piena indipendenza, senza imposizioni ministeriali, favorendo una crescita diversa di ogni ateneo e di ogni studente.

 

Assemblea d’ateneo: Tutto quanto c’è da sapere sulla settimana della mobilitazione contro la Riforma Moratti. Aula 3 gremita, ma non quanto ci si aspettava


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