Dea Morgantina, Jacopo Fo contro l’idea di trasferirla Sgarbi: «È ad Aidone solo per ragioni demagogiche»

La dea non si tocca. A ribadirlo un centinaio di visitatori che domenica scorsa si sono riversati nei locali del museo archeologico di Aidone, accettando l’invito dell’Archeoclub di «invadere le sale del museo per accendere un faro permanente su Morgantina, il suo museo e su Aidone» e contestare l’ipotesi, avanzata dall’assessore regionale ai Beni culturali Vittorio Sgarbi, di trasferire l’opera a Palermo e Roma. Studiosi, cittadini, abitanti giunti dai paesini vicini, associazioni locali, artisti, approfittando della prima domenica del mese con ingresso gratuito nei siti di cultura, hanno potuto ammirare la statua, conoscere la sua storia. 

A prendere parte all’iniziativa anche Jacopo Fo, figlio del premio Nobel Dario, che si è fatto immortalare, prima davanti la statua della Venere e poi in un altro scatto disteso sui gradini dell’ingresso del museo. Lo scrittore ha tenuto in mano un cartello con la scritta «Sgarbi non ci prova’». Fo ha successivamente postato entrambe le foto sui social, esprimendo tutta la propria contrarietà al progetto dell’assessore regionale. «Sgarbi vuole fare il pazzo! Vogliono portare a Roma la Venere di Morgantina! Dovranno passare sui nostri corpi», scrive.
La replica non si è fatta attendere, ed è arrivata direttamente da Facebook. «In tutto il mondo – controbatte l’assessore – si fanno mostre e si muovono le opere d’arte. E in tutto il mondo si mettono in buona evidenza sopratutto quando, trafugate, sono poi chiamate a rappresentare l’orgoglio di una nazione che ha ottenuto giustizia. Ma è anche vero – annota – che non si prende un’opera dal Museo Getty, dove la vedevano un milione e mezzo di visitatori all’anno, e per ragioni demagogiche e ricatti di campanile la si invia nel paese di Aidone dove la vedono solamente qualche migliaio di visitatori che, tra ottobre e febbraio, si riducono a poco meno di 20 al giorno! È una inutile mortificazione». 

Con l’idea di trasferire la Venere, Sgarbi ha tenuto a precisare di avere «semplicemente indicato la necessità di riparare a un errore della precedente amministrazione regionale che ha evitato l’esposizione della Dea di Morgantina al Quirinale e al Museo Salinas». «Le opere – spiega Sgarbi – si posso temporaneamente muovere, senza ridicole ribellioni da parte di chi ama la retorica. Tre cose devono essere garantite: la conoscenza, la valorizzazione e la loro conservazione. E per questo, non sentendomi schiavo degli americani e delle loro imposizioni, ho subordinato il prestito nelle due sedi di Palermo e Roma, tra ottobre 2018 e febbraio 2019, a una verifica severa delle condizioni di trasportabilità della Dea a un esperto riconosciuto come Roberto Ciabattoni. Soltanto avute queste garanzie l’opera, con evidente ritorno anche per il museo di Aidone, potrà essere esposta».

Poi il critico d’arte si rivolge direttamente a Fo: «In ogni caso – sottolinea – si rassegni Jacopo Fo, perché il mio interesse per il trasferimento a Palermo e a Roma è nullo. Ho formulato una idea per aumentare l’attenzione sopra quest’opera trafugata, esaltando valori di legalità e conoscenza. Se lui e i cittadini di Aidone preferiscono tenerne nascosta la storia per compiacersi di averla vicina, li lascerò tranquilli nella loro solipsistica contemplazione, abbandonando la Dea ai loro desideri». Infine, l’attacco: «Combatterò altre battaglie di legalità, come la difesa del paesaggio siciliano dall’impresa mafiosa delle pale eoliche, che non hanno mai turbato i sogni tranquilli di Jacopo Fo, ma che sono uno sfregio vigliacco e umiliante per la Sicilia, ben più che l’esaltazione attraverso la Dea di Morgantina al Quirinale». In merito a queste ultime dichiarazioni dell’assessore, si pronuncia il sindaco di Aidone Enzo Lacchiana. «Non ho ricevuto nessuna comunicazione da parte di Sgarbi. Se dovessi ricevere conferma, non potrò che esserne pienamente d’accordo. Finalmente, una notizia positiva per la città di Aidone», commenta il primo cittadino.

Concetta Purrazza

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