Il disegno di legge sugli enti locali implode per la quinta volta. Una fine non di certo inaspettata, visti i precedenti quattro rinvii, ma curiosa, perché questa volta a detonare le cariche esplosive è stata la maggioranza di governo, in tutta tranquillità, senza il minimo ripensamento e senza neanche una spintarella da parte dell’opposizione. Nessun […]
La maggioranza che sostiene Schifani autodistrugge il ddl enti locali: pronti all’ennesima guerra di posizionamento interna
Il disegno di legge sugli enti locali implode per la quinta volta. Una fine non di certo inaspettata, visti i precedenti quattro rinvii, ma curiosa, perché questa volta a detonare le cariche esplosive è stata la maggioranza di governo, in tutta tranquillità, senza il minimo ripensamento e senza neanche una spintarella da parte dell’opposizione. Nessun franco tiratore, nessun gioco sottobanco: il disegno di legge – che tra l’altro è già figlio di rimaneggiamenti e di collage di altri disegni ormai finiti al macero – torna per direttissima nel limbo delle commissioni.
Tutto da rifare, dunque, con buona pace dei fiumi di parole e di inchiostro versato per parlare dell’assessore in più nei consigli comunali, del consigliere supplente, della polemica sulla quota di donne in politica. E di conseguenza con buona pace anche dell’azione autonoma e interpartitica che avrebbe dovuto portare la Sicilia ad adeguarsi alla norma nazionale, che fissa il tetto minimo di rappresentanza di genere al 40 per cento. «Considerate le interlocuzioni che ci sono state tra le diverse forze politiche, è opportuno un approfondimento in Commissione, per trovare una intesa per tornare in aula con un testo condiviso», il de profundis intonato da Stefano Pellegrino, capogruppo di Forza Italia all’Assemblea regionale siciliana.
«Non è la prima volta: la maggioranza continua a distruggere le proprie riforme per via della lotta interna che c’è dentro il governo Schifani. Questo non fa bene a nessuno e soprattutto non fa bene ai siciliani», dice Ismaele La Vardera, Gruppo misto. «È un fallimento per questa maggioranza, che non è in grado di portare avanti neppure norme di civiltà come quella della rappresentanza di genere nelle giunte – dice in Aula Michele Catanzaro, capogruppo del Partito democratico – Siamo di fronte al fallimento del governo Schifani e della sua maggioranza, ormai in piena confusione. Un balletto mortificante che per l’ennesima volta fa tornare il ddl sugli enti locali in Commissione».
Contestualmente, però, in commissione Bilancio è arrivato – lui sì per la prima volta – il disegno di legge variazioni di bilancio: presente l’assessore all’Economia, Alessandro Dagnino. Trentacinque articoli per stanziare 350 milioni di euro, che potrebbero addirittura essere di più e oltrepassare il tetto dei 400, vista l’assegnazione di altri 74 milioni da parte del governo centrale con il ddl Fisco. Una notizia che acuisce ancora di più gli attriti interni alla maggioranza e dà di fatto il via all’ennesima guerra di posizionamento all’interno della coalizione che sostiene Renato Schifani.