Il 26enne, arrivato al successo tra Slovenia e Bulgaria, torna nella sua città natale in un momento particolarmente favorevole della sua carriera. Tornerà sul palco a fine febbraio, ma nel frattempo, pur di fare nuove esperienze, «sarei disposto anche a costruire un muro di mattoni», dice a MeridioNews
Danza, Sollima dal successo estero torna a Catania «Qui per il bisogno di buttarmi in nuove esperienze»
Tra tante storie di chi decide di rincorrere la fortuna lontano da casa c’è anche chi, con un colpo di scena, sceglie di fare retromarcia e tornare in patria. E non perché ha fallito, anzi. Pur avendo diverse soddisfazioni professionali il giovane ballerino catanese Alessandro Sollima, all’alba del nuovo anno, ha rimesso in discussione la sua vita, mettendo in pausa il tran tran quotidiano fatto di prove e allenamenti per ritrovare se stesso e aprirsi a nuove opportunità.
Una pausa di riflessione maturata nell’ultimo anno, segnato dai tanti impegni di lavoro tra Slovenia, Bulgaria e Italia, ma anche dal bisogno di stare vicino ai propri familiari. «Nel momento in cui sei all’estero per lavoro, da solo, in un’orribile stanza d’albergo mentre a casa c’è bisogno del tuo supporto cominci a farti qualche domanda», spiega il ventiseienne, che mentre si trovava a Lubiana, con la febbre a 40, ha deciso che il 2017 lo avrebbe cominciato a casa. Notizia comunicata ad amici e parenti tramite un post di Facebook che ha creato tanto scompiglio e una sola domanda: «Ma chi te lo fa fare?».
«L’amore per la mia terra, riscoperta andando via, e per le cose semplici», risponde Alessandro. Ma anche la voglia di mettersi in gioco, che lo ha spinto a offrire la sua forza e la sua simpatia a chiunque avesse voglia di insegnare un mestiere. «Nel tempo libero, mentre sono qui a Catania, sono alla ricerca di nuove passioni e stimoli – chiarisce – e sarei disposto a spostare sedie per un catering o costruire un muretto di mattoni, per poter gioire subito del risultato». Ma anche imparare a suonare uno strumento, frequentare un corso di cucina o lavorare nel settore dell’agricoltura. «Vorrei darmi da fare e pur di occuparmi lo farei gratuitamente. Ho imparato che da cosa nasce cosa e che ogni tanto bisogna buttarsi in nuove situazioni, senza aspettare che le occasioni cadano dal cielo».
E per lui di opportunità ce ne sono state tante da quando è entrato nel mondo della danza. «Gli ultimi anni sono stati bellissimi. Viaggiare e conoscere realtà e persone sempre nuove, culture diverse, mi ha dato la possibilità di allargare la mia visione sul mondo, adattandomi e cambiando sempre prospettiva, tanto da nascondere, a volte, gli aspetti più critici». La sua preparazione ha radici nella sua terra. Alessandro ha studiato con Sonia Condorelli funky e hip hop nella scuola di Assia Mezzasalma e ha frequentato il corso di perfezionamento Modem della Compagnia Zappalà Danza. Per poi volare alla Northern School of Contemporary Dance in Inghilterra prima, e al Salzburg Experimental Academy of Dance di Salisburgo poi, dove ha intrapreso un percorso con il coreografo slovacco Milan Tomasik. «Da due anni e mezzo lavoro con la sua compagnia internazionale che ha base in Slovenia, con cui porto avanti progetti di danza contemporanea basata sull’improvvisazione e la composizione istantanea».
È la ricerca l’aspetto della danza da cui Alessandro è più attratto, che trascurato porta a una perdita di pubblico. «Per i coreografi è una continua lotta contro fondi e bandi e non sempre riescono a realizzare spettacoli all’altezza della loro preparazione». Chissà se Alessandro ci riuscirà, intanto sta portando in Italia il suo primo solo, Ad Libitum, con cui ha debuttato nel 2014 in Irlanda. «A settembre mi sono esibito a Ravenna, a marzo sarò a Cattolica e a ottobre a Potenza». Tutto questo grazie alla vetrina del network Anticorpi, che offre ad Alessandro, come a tanti altri giovani coreografi, la possibilità di far girare e conoscere il suo spettacolo in Italia. A Catania, invece, danzerà il 25 e il 26 febbraio da Scenario pubblico in un’anteprima dello spettacolo Free fall in collaborazione con Milan Tomasik. «Sarà una buona occasione – si augura Sollima – per condividere con il pubblico catanese parte di quello che ho seminato negli ultimi anni all’estero».