Dall’artista Pablo Dilet arriva il terzo step di Plastic «I bambini avranno una Repubblica senza plastica»

«La plastica si è trasformata in un mostro pericoloso, perché da quando è stata inventata ad oggi non ci siamo accorti dei suoi rischi. Oggi la troviamo nelle pance degli uccelli, fra i denti degli squali e in parte anche nel nostro stomaco». Inizia così il messaggio lanciato ai bambini dall’artista palermitano Pablo Dilet, che ha dato il via alla terza fase del suo Plastic, quello che al momento è il suo progetto di punta, partito circa due anni fa sulle isole Egadi con un’installazione che ha coinvolto anche molti bambini e proseguito ancora sulle spiagge isolane sulle quali a un anno di distanza persino un manichino ha perorato la causa del “no more plastic“. La fase tre coinvolge ancora una volta i più piccoli, chiamati a mettere in piedi la Repubblica senza plastica.

«Pensando al continente di plastica che galleggia nell’Oceano e che inquina giorno dopo giorno – scrive ancora Dilet nel suo manifesto rivolto ai bambini – ho immaginato un sistema per fare andar via tutte quelle reti, i sacchetti, le bottiglie ed i tappi. Per andar via da lì ci voleva un passaporto e la vostra immaginazione». Così Dilet, che è pseudonimo del giornalista Dario La Rosa, ha immaginato la sua “Repubblica senza plastica”, di cui i bambini saranno cittadini. Il passaporto ha un cerchio al centro, si tratta di un tappo immaginario, uno dei rifiuti plastici più comuni e al suo interno un’opera d’arte creata proprio dai bambini sul tema della plastica e dei desideri. Non solo i documenti, però, la Repubblica senza plastica ha anche una Costituzione con i principi fondamentali, ai quali però possono esserne aggiunti altri verso la creazione di un grande documento condiviso con «le leggi immaginarie che regolano un mondo senza plastica».

«Volevo coinvolgere ancora una volta, ma in un altro modo i bambini – dice a MeridioNews Pablo Dilet –  facendoli disegnare, parlando di plastica, ma creando anche qualcosa che simboleggiasse la partenza della plastica. A cosa serve il passaporto? A partire, a far andare via la plastica. I bambini sono liberi di disegnare il loro pensiero. Gli elaborati, inviati via mail, saranno incollati sui passaporti e torneranno indietro ai piccoli. Conto di raccogliere nel corso dell’anno scolastico un bel po’ di materiale, di disegni: più siamo meglio è. E alla fine sarà organizzato un evento, probabilmente una mostra, per dare luce a questo lavoro».

E, per usare le parole dell’artista, il progetto piace anche ai grandi, nonostante il via ufficiale scoccherà all’inizio di settembre, sono già diverse le scuole e le associazioni che hanno aderito e vogliono sostenere il progetto:  «C’è una scuola di Cosenza – continua Dilet – ma anche l’Area marina protetta delle Egadi, la Universal sea, associazione di base a Berlino, che si occupa di combattere con l’arte il proliferare della plastica in mare, la Crescimondo, una “scuola all’aperto” che lavora molto con i bambini, poi da settembre spero che la macchina si muova e che inizi a lavorare sia a livello internazionale che locale». 

Il disegno dovrà essere digitale per non sprecare carta. Per partecipare basta inviare una mail all’indirizzo di posta elettronica pablodilet@gmail.com con il disegno in formato jpg e una frase che esprima il pensiero del bambino sul tema nel corpo mail con nome e la nazionalità del piccolo artista. Il file non dovrà essere superiore a due megabyte e l’invio del documento dovrà essere effettuato da un maggiorenne e autorizza implicitamente l’artista a stampare il lavoro per la realizzazione della mostra, a creare e vendere eventuali poster, calendari ed altro materiale finalizzato a coprire le spese del progetto. 

Gabriele Ruggieri

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